Anche al Vicenza finì con una fuga

Anche al Vicenza finì con una fuga Anche al Vicenza finì con una fuga VICENZA — Anche dal Vicenza Farina se ne andò all'improvviso, quasi una fuga. Eppure al Vicenza era rimasto presidente per 14 anni. Era il 1967 quando subentrò a Delio Giacometti: il Vicenza nelle ultime posizioni di classifica, una squadra imbottita di vecchi e avviata penosamente al tramonto. Il deficit di allora intorno ai 700 milioni. Ma Farina riuscì a salvare la squadra. Poi si tuffò nel mercato dove per anni riuscì ad essere 11 mattatore. Damiani acquistato e ceduto due volte al Napoli e alla Juve, Reif venduto all'Inter per quasi 300 milioni. Nella logica economica di una squadra provinciale, Farina guidò 11 Vicenza per anni sacrificando 1 migliori talenti alle esigenze di bilancio. Poi, un bel giorno, un atto di amore o di sconsideratezza. Maggio 1978: Farina riscatta Paolo Rossi alle buste: Rossi al Vicenza, alla Juve 2 miliardi e 600 milioni. Altro scandalo e di ben altre proporzioni se è vero che perfino Carraro contesta ferocemente Farina. Il Vicenza intanto infila il tunnel della crisi. Dopo il secondo posto alle spalle della Juve, nel 1979 è serie B. Rossi in prestito al Perugia, sarà poi coinvolto nella vicenda delle scommesse. Ma la parabola ancora non ha toccato il fondo: nell'81, dopo quarantanni, il Vicenza precipita in serie C. Il deficit sflora gli otto miliardi. Farina si dimette tra la contestazione. Due mesi dopo avvia contatti con Colombo per rilevare il Milan. Nell'ottobre l'affare è concluso. Farina è padrone del Mi lan. Franco Mognon

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