La «look parade» orfana di Arbore

La «look parade» orfana di Arbore La «look parade» orfana di Arbore In fondo, è come il calcio: non basta Platini per fare la squadra, ci vogliono undici giocatori e un allenatore. Il campione, da solo, combina poco. E cosi è per Quelli della Notte or/ani di Arbore e delle situazioni che lo scaltro Renzo-allenatore sapeva inventare, accostando i suoi «campioni», Frassica e Pazzaglia, D'Agostino e la Marchiai, e creando sapienti trame. La riprova l'altra sera al Tuxedo per la serata di Radio Flash: arriva Roberto D'Agostino, «lookologo» illustre introdotto da una discoringheggiante Anna Pettinel11 Capello dritto, giubbotto overslze nero tempestato di bottoni, pantaloni anch'essi rigorosamente neri e larghi, l'inventore della «look para'de» s'é presentato sul palco con il suo consueto seguito di tipi umani, smodati e modaioli. D'Agostino ha presentato, con la ben nota ironia, una carrellata di look emergenti: l'aspirante preppy, la ramba, la post-cool, la fashion vlctim, la neo bon-ton, la paninara country & western, l'intellettuale triste. Il pubblico s'è divertito, almeno fino a quando il torrenziale Roberto non s'è fatto prendere la mano stiracctiiando presentazioni che, ai tempi di Quelli della Notte, erano belle perché brevi. Le stesse cose, se vanno avanti per quaranta minuti anziché per cinque, diventano imbarazzanti. Ma i ragazzi, che con D'Agostino hanno il feeling che consente anche le «beccate» cattive, hanno provveduto a darci un taglio, ricordandogli (look «saggezza del vecchi») che il bel gioco dura poco. Per una sera, a D'Agostino è toccato il look di Dario Salvatori, il logorroico critico musicale che veniva regolarmente zittito da urla, cachinni e cori «Ma la notte noi». S- fer.