Cunicolo segreto degli etruschi?

Cunicolo segreto degli etruschi? L'esplorazione potrebbe portare a una scoperta sensazionale Cunicolo segreto degli etruschi? La sua esistenza è stata rivelata poco tempo fa da un contadino nel Grossetano - Si inoltra nella montagna per centinaia e centinaia di metti poi è interrotto da una frana - Forse conduce al mitico «Fammi Voltumnae» dove si riunivano i sacerdoti delle dodici città etnische DAL NOSTRO INVIATO SORANO (Grosseto) —1 L'Ingresso è' a metà circa di uno strapiombo, una parete di tufo che sprofonda per un centinaio di metri in uno stretto canalone dove, in fondo, scorre un torrente, Slamo In una zona compresa fra le località di Sorano, Sovana e Pltlgllano: non posso essere più preciso perché vincolato al segreto. Qui, infatti, Gino Agostini, 56 anni, di Sorano, piccolo industriale (produce penne biro) e appassionato di etruscologi», ha fatto una scoperta interessante: un lungo cunicolo scavato nel tufo che si inoltra nella montagna, Non vuole rivelarne la posizione esatta fino a quando non lo avrà esplorato, per evitare l'accorrere del curiosi e, soprattutto, del «tombaroli». Da queste parti la gente vive «con l'etrusco In casa»: ad ogni passo ci si può imbattere in una tomba, non c'è contadino che non custodisca nel suo casolare qualche reperto, ancor oggi i vecchi trascorrono la sera nelle osterie raccontando storie tramandate nel corso del decenni, Proprio da uno di questi anziani, un contadino quasi novantenne, Agostini è stato informato dell'esistenza di questo cunicolo. L'aveva scoperto per caso più di mezzo secolo fa.. -Un mese fa — dice Agostini — me ne ha parlato: aveva tenuto II segreto per tutti questi anni ma prima di morire vorrebbe che qualcuno scoprisse di che cosa si tratta». Con Agostini e un altro amico, Stefano Reggitori, 24 anni, slamo andati, sul posto domenica scorsa. Già raggiungere l'apertura è stata un'Impresa difficile: ci slamo calati lungo la ripida parete, graffiati dal rovi, con la paura di scivolare e finire nel torrente, cento metri più in basso. L'ingresso, mascherato da cespugli spinosi e dalla terra accumulatasi nel corso degli anni, è di difficile accesso. Per i primi dieci metri bisogna avanzare carponi, poi il cunicolo diventa più facilmente percorribile: una galleria alta circa 175 centimetri, larga ottanta, col soffitto a volta. Sulle pareti sono chia¬ ramente visibili 1 segni lasciati dai colpi di piccone, Dopo aver percorso un miglialo di passi, con l'unica, sgradita, compagnia di piccoli pipistrelli che, disturbati dalla luce delle pile, svolazzavano impazziti sulle nostre teste, la prima sorpresa: una serie di giravolte delle quali non si riesce a capire la funzione. A quel punto la galleria si restringe ancora, costringendoci ad avanzare di fianco come i gamberi. Unico fortunato lo smilzo Stefano che, per la sua corporatura, fa da battistrada. Ancora tre¬ cento passi, poi la prima, vera, difficoltà: una pozza d'acqua gelata, forse una sorgente, più facilmente dovuta ad infiltrazioni di pioggia, profonda circa mezzo metro. Proseguire diventa sempre più difficile, incontriamo di nuovo del terriccio ammassato sul pavimento del cunicolo, si avanza carponi, poi soltanto Stefano riesce ad andare avanti, strisciando In un'apertura di 40,50 centimetri. Ma anche lo «smilzo» è costretto a fermarsi: bisognerebbe avere degli attrezziper portare via il terriccio, aprirsi un varco. La «frana» finisce col rivelarsi un ostacolo Insormontabile, Torniamo fuori. Bisognerà ritentare con l'attrezzatura adatta. E fioriscono le Ipotesi. Agostini e eccitato: 'Questa potrebbe essere la scoperta del secolo, il mitico Fanum Voltumnae». ■ Della stessa idea è anche 11 prof. Angelo Biondi, di Pltlgllano, studioso di etniscologia, al quale parliamo della nostra avventura. •Il Fanun Voltumnae — spiega — era il luogo segreto dedicato al dio Voltumna in cui, una volta l'orino, si riunivano l sacerdoti e l "lucumont" delle dodici città etnische: il simbolo dell'alleanza al tempo delle guerre con Roma». Di questo tempio non e mal stata trovata traccia: ne parlava già Plinio, localizzandolo presso lo »Statontensis lacus», 11 lago di Statonia, ma recenti studi effettuati sulle famose bende che avvolgevano la «mummia di Zagabria», avrebbero dimostrato che il lago potrebbe essere Invece quello di Mezzano, che si trova proprio In questa zona. Francesco Fornari Sorano. Uno speleologo all'ingresso del cunicolo scavalo nel Info

Persone citate: Agostini, Angelo Biondi, Francesco Fornari Sorano, Gino Agostini, Stefano Reggitori

Luoghi citati: Grosseto, Mezzano, Pltlgllano, Roma, Sorano, Sovana, Zagabria