Rivolta palestinese al carcere duro lsraele non cede e usa i lacrimogeni di Giorgio Romano
Rivolta palestinese al carcere duro lsraete>noi*cedeeu$a i lacrimogeni Scioperi della fame dei detenuti perché le celle siano meno affollate Rivolta palestinese al carcere duro lsraete>noi*cedeeu$a i lacrimogeni NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Forse è esagerato parlare di Insurrezione del prigionieri arabi nelle carceri israeliane, da Ashkelon alla West Bank, ma il fatto che almeno 1500 detenuti abbiano indetto manifestazioni, scioperi della fame e proteste, e che l'autorità carcerarla sia stata costretta a usare idranti e gas lacrimogeni o a compiere trsferimentl di massa, dimostra la gravità della situazione. Tutto è cominciato una settimana fa, con scioperi della fame parziali, divenuti generali fra lunedi e martedì. Due avvocati arabi, Ali Ohuzlan e Victor Mansur — che hanno visitato alcune prigioni — hanno detto che gli scioperi hanno avuto inizio nel carcere di Juneld, che sovrasta la città al Nablus, e In quelli di Jenin e di Hebron; un rappresentante della Croce rossa Internazionale ha confermato la protesta In alcuni reclusori della Clsglor- danla, dicendo che ad Ashkelon la rivolta si è estesa per solidarietà: 11 telegrafo senza fili carcerario ha funzionato rapidamente dalla Samarla al Neghev. I legali arabi sostengono che la protesta è stata originata dal pugno di ferro adottato dal direttori delle case di pena, dalle condizioni spesso subumane in cui vivono 1 carcerati, sovente 40 In celle costruite per 25, nonché dal cibo, molto peggiorato negli ultimi tempi, e dalle crescenti difficoltà per le visite del parenti. I difensori fanno anche rilevare che la linea dura è stata Inaugurata dalle guardie dopo che, nel maggio scorso, sono stati rilasciati 1150 prigionieri palestinesi In cambio di tre soldati detenuti dalla organizzazione palestinese di Ahmed Jlbrll: «Non è esagerato — hanno detto In un rapporto distribuito alla stampa — affermare che le autorità carcerarie hanno de¬ ciso di rifarsi del prestigio perduto*. Il commissario alle Carceri,, Rati Suissa, ha parlato di atteggiamento provocatorio dei prigionieri e ha stigmatizzato il boicottaggio di molti di loro all'appello mattutino. Quanto all'accusa del detenuti di non aver potuto contattare frequentemente 1 loro avvocati durante lo sciopero della fame, ha ammesso che la decisione è stata presa perché spesso i difensori incitavano 1 clienti all'insubordinazione. Suissa ha precisato di non poter aderire a nessuna delle richieste per alleggerire i sistemi di «massima sicurezza», ma di voler fare 11 possibile per 11 miglioramento del vitto e delle condizioni sanitarie. Purché lo sciopero cessi al piti presto. Quanto alla domanda di nuovi e più confortevoli edifici carcerari, la risposta è stata secca: «Se non ci sono fondi sufficienti per le medicine negli ospedali, non c'è nessuna giustificazione per costruire altri luoghi di pena*. Il vicecapo della Croce rossa Internazionale d'Israele, Jean Jacques Fresard, ha Infine dichiarato che 1 suol ufficiali compiono regolari visite nel reclusori e presentano dettagliati rapporti, ma si sono impegnati con le autorità israeliane a non divulgare nessun particolare su quello che hanno veduto. Giorgio Romano
Persone citate: Ahmed Jlbrll, Ali Ohuzlan, Jean Jacques Fresard, Rivolta, Suissa, Victor Mansur
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