Il «capitano» palestinese lancia minacce all'ltalia di Giuliano Marchesini

Il «capitano» palestinese lancia minacce allMtalia A Verona il giordano Omar Saadat condannato in direttissima a 14 anni Il «capitano» palestinese lancia minacce allMtalia «Ci sono ventimila commandos pronti a intervenire» - Per detenzione di armi un anno e tre mesi a un complice italiano - «Sono un ufficiale dell'Olp, Arafat mente sul mio conto» DAL NOSTRO INVIATO VERONA — «Per me va bene così. Ma per l'Italia saranno guai grossi. Perché in Italia ci sono 20 mila commandos palestinesi: «Ventimila?», si domanda nello sbigottimento. Lui fa un gesto come per ridimensionare e risponde: «Ma no». Omar Saadat Salem Abdel Fattah accoglie comunque con una minaccia la sentenza del tribunale che lo condanna a 14 anni di reclusione per introduzione, detenzione e porto d'armi, per quella specie di arsenale di cui fu trovato in possesso a Castelnuovo del Garda. Per detenzione di armi i giudici hanno inflitto un anno e tre mesi a un operaio di 24 anni, Renzo Veronesi: il 17 ottobre questo giovane si presentò al carabinieri consegnando due sacche che contenevano esplosivo e altro «materiale» depositati nella cantina della sua abitazione da Saadat. Nel giorni scorsi gli. inquirenti avevano mantenuto il riserbo su questo imputato «per motivi di sicurezza'. Un anno di carcere è toccato a Fulvia Boni, cognata di Omar, la quale aveva ospitato in casa questo parente che si dice «capitano dell'Olp». Veronesi e la donna beneficiano della condizionale. Poco prima che si inizi il, processo, rivolgiamo a Omar Saadat qualche domanda a proposito dell'intervista rilasciata da Yasser Arafat al nostro giornale. Arafat sfida chiunque a dimostrare che questo personaggio appartenga al corpo militare dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Sostiene anzi che si tratta di un agente al servizio di un Paese arabo «animoso» nel confronti dell'Olp. •Non 6 affatto vero — replica duro Omar —. Non capisco perché lui dica questo». A quanto risulta, quest'uomo avrebbe compiuto un volo Amman-Damasco-Roma. Ma in Siria, ha obiettato Arafat, i veri ufficiali dell'Olp vengono subito arrestati. «Io in Siria non ho messo piede», ribatte Saadat. Afferma, invece, di aver visto Arafat, «un mese fa a Baghdad». Dunque, Omar continua ostinato a dichiararsi ufficiale dell'Olp: tra l'altro, ci sono delle foto che lo ritraggono insieme con il capo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Saadat ammette anche' di aver conosciuto dieci anni fa Abu Nicla!, l'uomo che è stato condannato a morte dal capo dell'Olp. Del drammatico dirottamento dell'«Achille Lauro» dice di non sapere niente: «Tutto quello che so, me lo hanno riferito quando ero a Baghdad». Comunque, durante una telefonata intercettata, Omar avrebbe preannunclato» a Veronesi la liberazione dei quattro terroristi arrestati a Slgonella Omar Saadat afferma di' aver ritirato armi ed esplosivo all'esterno della Stazione Termini a Roma, nei pressi del parcheggio dei taxi. «Qualcuno — dice — le aveva messe là ed era in attesa del mio arrivo». Nei progetti di Omar, secondo le confidenze ricevute da Renzo Veronesi, ci sarebbe stato anche un viaggio a Perugia per «eliminare uno che aveva tradito la causa palestinese». «Ma come facevo a confidarmi con quello li — replica Saadat — se conosco soltanto due o tre parole di italiano?». Veronesi preciserà poi che questo giordano era addirittura capace di esprimersi in dialetto veneto. Il materiale di cui è stato trovato in possesso, sostiene Omar, doveva servire per un attentato all'ambasciata siriana in Olanda. «Ma non dovevo andarci io». Secondo quanto hanno raccolto gli Investigatori, invece, armi ed esplosivo erano pronti per attacchi alle ambasciate statunitensi a Roma e in Olanda. Per Saadat non è vero: «Tutto inventato. Inventato anche che io mi sta fatto accompagnare da Veronesi a vedere una base missilistica della Nato, e che gli abbia parlato di un piano per liberare i dirottatori della "Lauro"».. Si dice anche ehe Omar si trovasse a Roma 11 giorno in cui fu compiuto l'attentato al «Café de Paris». Lui allarga le braccia e, come se ripetesse un ritornello, risponde: «Falso. Ci andai il giorno dopo». Poi aggiunge: «Io quella faccenda l'ho sentita dalla televisione». Risulta ancora che questo «capitano» abbia seguito corsi per operazioni di sabotaggio. «Questo si: è stato nel '68, in un collegio militare». Giuliano Marchesini Verona. La mano questa la reazione alzata e le dita aperte in segno di vittoria: di Omar Saadat alla sentenza di condanna