L'audace Boccioni prefuturista

L'audace Boccioni prefuturista • RECENTI «SCOPERTE.» TRA LE OTTANTA OPERE IN MOSTRA A VERONA L'audace Boccioni prefuturista VERONA — Inesauribile Boccioni. La carta più alta che la cultura figurativa italiana ha potuto giocare sul tavolo della contemporaneità Internazionale del primi decenni del secolo rivela sempre di più tutta la sua ricchezza. Straordinaria, se pensiamo che 1 primi dipinti sono datati 1903, gli ultimi 1916. Solo due anni fa, la mostra Boccioni prefuturista proponeva, da Reggio Cala-' brla a Roma, quantità di inediti fino agli immediati precedenti della Città che sale del 1910. Pino al 31 gennaio, ulteriori arricchimenti sono offerti alla Galleria dello Scudo di Verona che da anni persegue una rigorosa politica culturale: a cura di Ester Coen e Liclsco Magagnato, una trentina di olii, più di quaranta fra' pastelli, matite, e Incisioni il lustrano Boccioni Dagli anni romani alla mostra d'estate a Ca' Pesaro (1910). Li affiancano opere pertinenti e ben scelte del sodali a Roma, 11 «maestro» Balla, Severini e Slroni, 11 Ritratto della sorella di Casorati citato nel diario di Boccioni alla Biennale 1907, e la ricostruzione della mostra di Ca' Pesaro del 1910 con Ugo Valeri, Moggio», Wolf Ferrari, Oarbari, Semeghlni e uno stupendo alno Rossi, Pescatore, appena ricomparso al Salone veneziano del mercanti d'arte. Il catalogo, rigoroso, ricco di saggi, 6 edito da Mazzotta, In effetti, è stato pagato assai in ritardo — sostanziai mente, solo In questo dopoguerra — 11 debito di studi e di cultura storica Italiana ri¬ spetto a quella Internazionale, che aveva ben prima riconosciuto la centralità ed essenzialità dell'originarlo Futurismo, in esso di Boccioni, nel contesto delle avanguardie storiche. t Ancora più tardi è venuta la constatazione che anche la sua opera prefuturista, dalla formazione secessionista romana, attraverso la tappa di Padova e Venezia del 1907, fino ai tre anni milanesi prima dell'Incontro decisivo con Marlnetti, esprimeva un grande travaglio di uscita dal «grigiore» della routine pitto-: rica nazionale, di colloquio con 1 pochi di analogo sentire; e si esprimeva, pur con quel travaglio, in non rari risultati di altissimo livello, via via tratti alla luce. Basti ricordare che capolavori come 1 Ritratti di Adriana Blsl Fabbri, di Scultore, della Signora Massimino, tutti presenti alla Umberto Boccioni: «Impressione di Venezia» (1907) mostra, furono pubblicati nel 1960 e nel 1953. I successivi sviluppi, in opere e protagonisti, della grande sovversione futurista, portarono a dare maggior peso,' come preannuncio anche nel rapporti Interpersonali, agli anni di formazione romana, all'amicizia del più anziano Balla, al lavoro in comune con Se verini: qui in mostra, l'accalorata «solarizzazione* di Campagna romana del 1903 dal Museo di Lugano, con 11 suo audace «taglio:- che uni-' forma e ribalta panoramica e primo plano, tessitura divisionista e ottica fotografica, è già un tratto di genio precoce; con un desiderio, lucido e intuitivo a un tempo, di dissolvere e ricostruire 11 rapporto forma-ambiente attraverso la vibrazione e la compenetrazione di luce e colore, che approda già due anni dopo nella Bambina con ca- vallo, ben al di là degli esiti coevi di Balla e Severlni. E' 11 risultato di gran peso di questa mostra veronese: quello di focalizzare il primo momento di svolta pittorica, di costruzione espressionistica delle forme a spatolate disgiunte di rossi, arancioni, blu, verdoni nell'impasto densamente atmosferico dell'ambiente interno-esterno, fra l'imminenza del primo gran viaggio a Parigi e in Russia e l'approdo a Milano dopo l'anno veneto. Il rivelarsi in opere di questo momento cruciale è recentissimo: solo due anni fa è comparso l'unico dipinto sicuramente riferibile al viaggio In Russia, 11 Ritratto di Sophie Popoff, Incompiuto ma non indegno di un Bonnard; solo un anno fa, non ancora compreso nell'opera omnia di Calvesi-Coen, lo straordinario ritratto, probabilmente padovano, del Dottor Tian, con echi, ma personalissimi e trasfusi, fra Renoli- e Cézanne, sulla densità pittorica di uno sfondo «alla moda», Jugendstll e Secessione viennese. Nelle fitte sale della Galleria dello Scudo, 1 quadri del compagni di strada letteralmente Impallidiscono di fronte a questi bombardamenti cromatici, In cui la solarità degli esterni veneziani trapassa, nei primi quadri milanesi, in controluce di là dalle porte-finestre, nelle prime strade e piazze percorse emblematicamente dagli ultimi carretti a cavallo e dai primi tram. La mostra allo Scudo si chiude con un capolavoro grafico del 1910, già In possesso di Margherita Sarfatti, precoce ammiratrice e intelligente critica di Boccioni, Controluce: nel volto «appassionato» (quasi un fotogramma, fra la Duse e la Bertlni nei suoi momenti alti), 11 battente della porta-finestra alle spalle penetra a Intaglio fra ombra e luce, con perentorietà di futurismo nascente. E' il miglior viatico per la sala del Museo di Castelvecchlo, dove Llcisco Magagnato propone l'impeccabile sfilata di otto capolavori di Boccioni futurista, scelti prevalentemente fra 11 meglio delle raccolte pubbliche (i fondi Jesi e Jucker di Brera, la Galleria Nazionale di Roma). L'« Intenzione» futurista espressa dal linguaggio già collaudato portato alla più avanzata tensione (Rissa in Galleria), 11 più ricco sviluppo, già pienamente europeo, della figurazione per compenetrazione forma-ambiente (Antigrazioso e Elasticità del 1912), da un lato, 1 drammatici esiti neocézanniani del 1914-16 (Il bevitore, Sotto la pergola a Napoli, Ritratto della signora Busoni), dall'altro, Incastonano un vertice. Dinamismo di un corpo umano del 1913, della Galleria d'Arte Moderna di Milano, è una sintesi di tutti i formidabili Incroci eversivi delle avanguardie europee, dalla Francia alla Germania, dalla Russia all'Inghilterra, una sintesi assoluta e concreta di espressione e struttura. Bisognerà attendere la New York degli Anni 1940 per risentire accenti di tale intensità. Marco Rosei