In tilt gli ospedali dello Stato ebraico senza medicine, latte, combustibile di Giorgio Romano

In tilt gli ospedali dello Stato ebraico senza medicine, latte, combustibile Minacce di dimettere i ricoverati - Beghe tra partiti dietro il dissesto In tilt gli ospedali dello Stato ebraico senza medicine, latte, combustibile NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — La situazione negli ospedali israeliani peggiora di giorno in giorno: mancano medicinali, latte, carne, combustibile per il riscaldamento e i mezzi di trasporto. Secondo i direttori degli istituti (che da tempo denunciano il deterioramento della situazione al ministero della Sanità) molte organizzazioni ospedaliere sono giunte al limite della capacità di funzionamento. All'ospedale di Safed non ci sono più anestetici, manca il filo di sutura. In quello di Naharta si sono dovute sospendere le dialisi; al Rambam di Malfa mancano farmaci, specialmente per i malati di cancro. Il latte scarseggia all'ospedale Portah; il centro fiorettai di Ashkelon non viene rifornito di carne da giorni. Da alcune settimane, la grande centrale del latte Tnuva aveva annunciato che avrebbe cessato le forniture se non fosse stato versato almeno un acconto sulle somme dovute (miliardi di shekei;: ora, la minaccia si è realizzata. Nel piccoli centri si è cessato di trasferire al grandi ospedali t malati che necessitano di cure particolari per mancanza di benzina per le ambulanze, o perché non c'era II denaro per pagare la Croce Rossa. Che fanno t responsabili di fronte a questa crisi che colpisce l'organizzazione sanitaria plii progredita (e costosa) del Medio Oriente? Nell'attesa dei risultati del dibattiti alla Commissione parlamentare delle finanze, i direttori degli ospedali affermano che se una soluzione non sarà trovata Immediatamente, saranno costretti a prendere decisioni draconiane, come la chiusura di alcuni reparti, la riduzione del servizi al minimo. Secondo il giornale Yediot Aharonot, < responsabili delle organizzazioni ospedaliere potrebbero decidere di riman¬ dare a casa una parte dei pazienti, di non ricoverare nemmeno i casi urgenti e di sospendere le cure anche al malati gravi. Da Ieri alcuni cen-, tri fanno appello alla generosità del pubblico. Alcuni kibbutzlm hanno inviatoprodotti alimentari; un privato ha donato 350 mila shekel per consentire il proseguimento delle cure a una bimba malata di leucemia. La Commissione economica della Keneseth ha approvato Ieri sera all'unanimità la richiesta del governo di dare 10 milioni di dollari alla Cassa malattia deli'ir-tadrut (la centrale sindacale che gestisce tra l'altro t principati ospedali); esige però che la Cassa trasferisca il danaro alle or-' ganizzazioni ospedaliere. Ma sino a questo momento non si sa a chi materialmente verranno consegnati questi fondi, che comunque possono tamponare solo temporaneamente le falle maggiori. Giorgio Romano ,

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