Regan, uno zar alla Casa Bianca di Ennio Caretto

Regan, uno zar alla Casa Bianca Dopo il Presidente, il capo di gabinetto è l'uomo più potente d'America Regan, uno zar alla Casa Bianca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Lo sketch pubblicitario è a chiave: mostra un toro che irrompe in un negozio di porcellane, distruggendo tutto. Per chi lavora a Wall Street, il messaggio non dà adito a dubbi: nel mercato azionario, il toro è il simbolo della ascesa prepotente (al contrario, l'orso lo è del letargo). Tutte le sere alla tv quella bestia distruttrice fa la reclame della Merrill Lynch, la pili grande agenzia di Borsa del mondo: la volle, quando ne era l'amministratore delegato, Donald Regan, pronunciato Rigan, l'attuale capo di gabinetto del Presidente. Da quando ha costretto McFarlane ad andarsene, le malelingue dicono che alla Casa Bianca il toro è lui, e non lo intendono come un complimento. Nel destino di Donald Regan, 67 anni, quattro figli, numerosi nipoti, un patrimonio personale di 30 milioni di dollari, oltre 50 miliardi di lire, la parola «potere- ha sempre avuto peso maggiore di quella «simpatia-. Egli sa come esercitare il primo, e ignora seccamente la seconda. Da zar di Wall Street, in cinque anni l'ex colonnello dei marines è diventato zar della Casa Bianca, Senza essere un Richelieu — non sembra un architetto di politiche — gode di una autorità ancora superiore. Di fatto, non è soltanto il primo ministro del governo, Reagan: è anche il secondo uomo più potente degli Stati Uniti, prima del vice presidente Bush. Dalla fondazione, nella storia della Repubblica, non si trova un caso analogo. Nominato «chief of staff- di Reagan un anno fa, l'ex ministro del Tesoro non ha perso tempo a liberarsi dei colleghi sgraditi. Ha eliminato il ragazzo prodigio David Stockman, con le sue assurde pretese di risanamento del bilancio, e il ministro della Sanità signora Heckler. Dalla Casa Bianca, prima del direttore del Consiglio di sicurezza ìiazionale McFarlane, sono parliti Ed Rollins, lo stratega della campagna elettorale, e Max Freeidcrsdorf, addetto ai rapporti col Congresso. I denigratori di Regan lo paragonano a John Connally, l'intrattabile texano che resse la tesoreria sotto il presidente Nixon negli anni caldi del dollaro, e che possedeva il dono di alienare i partner degli Stati Uniti: di lui si diceva che «prima di parlare, spara-. Giudicano la sua conduzione dello staff .degna di un sergente maggiore più che di un colonnello dei marines-. Ricordano che quando il Presidente si ammalò, Regan prese l'abitudine di usare il suo elicottero, fino a quando la «first lady; Nancy non gli impose di smettere. Con ogni probabilità, i suoi nemici non riusciranno ad averla vinta. Il capo di gabinetto ha due assi nella manica: ha un'energia e una capacità organizzativa impareggiabili, e piace enormemente al Presidente. Vicini d'età, di comune discendenza irlandese (Ronald Reagan è convin to che siano lontanissimi cugini), i>enuti entrambi dalla gavetta, senza pretese culturali o intellettuali, i due uomini si sentono più a proprio agio che con chiunque altro. Il loro passatempo preferito è scambiarsi barzellette, di solito salaci, esaltare le virtù capitalistiche, e indugiare nei ricordi. Senza qualità, Donald Regan non sarebbe arrivato cosi in affo. Figiio di un ferroviere di Boston, ha studiato legge alla prestigiosa Harvard Uni¬ versity, si è arruolato volontario nei marines allo scoppio della seconda guerra mondiale, ed è entrato alla Merrill Lynch a soli 27 anni. Sul lavoro, Regan ama ascoltare i pareri più diversi e poi decidere. Da quell'istante non tollera dissensi, e il dubbio del fiasco non lo sfiora. «Dopo l'arroganza- ha scritto la rivista Time «la sua caratteristica principale è l'ottimismo-. Gli americani se ne sono accorti néll'81, un anno disastroso per l'economia, quando Regan era l'unico a profetizzare il boom. Chi si mise sulla sua strada allora ne pagò lo scotto. Ne sa qualcosa Martin Feldstein, il civile economista di Harvard obbligato a lasciare la Casa Bianca nell'84. Al Congresso, il Capo di Gabinetto non è amato ma è rispettato. Con riluttanza, i democratici ne riconoscono il valore, anche se i suoi modi bruschi li irritano profondamente. _ , ■ Ennio Caretto

Luoghi citati: Boston, Nancy, New York, Stati Uniti