«La pace non Vuole sanzioni» e Brandt riabilita Jaruzelski

«La pace non Vuole sanzioni» e Brandt riabilita Jaruzelski Varsavia, dopo Mitterranp' il, disgelo .passa attraverso Je% Ca^ce^ie^e oM «La pace non Vuole sanzioni» e Brandt riabilita Jaruzelski DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Nello «spirito di Ginevra», Jaruzelski è disceso a Parigi — lo afferma la sua stampa — e, adesso, sempre nello «spirito di Ginevra», ha accolto a Varsavia il presidente del partito socialdemocratico tedesco, Willy Brandt. E' un nuovo successo della sua politica di «normalizzazione esterna», politica che turba e offende chi, in Occidente, vorrebbe che questa «normalizzazione» fosse globale e abbracciasse l'assetto interno. Due strette di mano socialiste in una settimana sono un piccolo record. Con una differenza, però: che la seconda, quella di Brandt, è più giustificata. Willy Brandt è a Varsavia per un anniversario che anche il governo di Bonn ricorda e celebra, il quindicesimo anniversario dello storico trattato tedesco-polacco, firmato proprio da Brandt, allora Cancelliere, il 7 dicembre 1970. Il leader socialdemocra tlco è arrivato a Varsavia venerdì sera e vi resterà fino a lunedi. Ieri ha avuto il primo del due incontri con Jaruzelski, un lungo tète-a-tète. Dopo il secondo colloquio, lunedi, 1 due statisti firmeranno un comunicato. Probabile pure una visita di Brandt al primate monsignor Glemp. Salvo sorprese, l'ospite tedesco non vedrà Invece Lech Walesa o altri rappresentanti di Solidarietà. Walesa aveva Invitato Brandt a Gdansk (Danzica) dove ci si appresta a celebrare un altro anniversario, quello delle manifestazioni operale del '70, schiacciate nel sangue. Il leader socialdemocratico si è rammaricato di non potersi recare a Danzica, ma s'è detto pronto ad incontrare Walesa a Varsavia, dove comunque parteciperà oggi ad una «tavola rotonda», insieme con 11 Klk, 11 club àeU'intellighentsia cattolica, nido di molti simpatizzanti di Solidarietà. Tanto Brandt quanto Walesa sono premi Nobel per la Pace. Ieri, l'ex Cancelliere ha parlato al Castello di Varsavia per ricordare 11 quindicennio del trattato: e ha lanciato un appello ad Est e ad Ovest affinché profittino del dialogo tra le superpotenze per avviare una «cooperazione indipendente» europea. Il tema non è nuovo. «L'Europa non può sempre attendere che qualche briciola cada dalla tavola del Grandi», «nono stante le differenze nei nostri sistemi, dobbiamo valerci di questa nuova fase della di stensione»; «bisogna comin dare un processo per l'euro peizzazione dell'Europa «Non siamo amici, ma possia mo essere partner». Per tutta questa evoluzione «l'Europa ha bisogno della Polonia», ha Insistito Brandt, rivolgendo un appello per «porre fine alle discriminazlo ni e all'isolamento economico del Paese per sfruttare la possibilità della seconda fase della distensione». L'ospite tede' sco ha evitato, con guardingo zelo, 11 terreno della politica interna: e ha giustificato la sua reticenza dicendo che «le battaglie per le riforme» non ostacolano 11 cammino verso partnership europee. «Tutta via non bisogna trascurare moniti di coloro che, come eu ropei, ci avvertono delle conseguenze delle lotta per i di ritti individuali e sociali». in. ci