Cipro, un voto per paura della eterna spartizione di Mimmo Candito

Cipro, un voto per paura della eterna spartizione OSSERVATORIO Cipro, un voto per paura della eterna spartizione Si vota oggi a Cipro come :un tempo si votava da noi in Italia: una crocetta sui simboli di casa, ma in realtà la testa pensava ad altro, ai cavalli dei cosacchi in San Pietro soprattutto. A Cipro i ((cosacchi» hanno le divise color oliva dei soldati turchi, e i manifesti elettorali mostrano le loro facce d'invasori sullo sfondo delle bellissime spiagge di Capo Plakati e della Baia di Famagosta. L'isola dal '74 è divisa in due, e undici anni non sono ancora bastati a far trovare un compromesso che metta pace tra le comunità turca e greca, c mandi a casa i soldati di Ankara. Anche queste elezioni anticipate si tengono sul tema della sorte politica dell'isola (tantopiù che sui problemi concreti non si trova granché da litigare, con un'inflazione che neppure arriva al 5 per cento e un tasso di disoccupazione tra i più bassi d'Europa, appena al 3 per cento). L'ultimo intervento di mediazione dell'Onu, a gennaio,' aveva inventato una piattaforma negoziale che sembrava utile finalmente all'incontro pacificatorie tra Kyprianou, greco-cipriota e successore di Makarios, e Dcnktash, l'autoproclamato presidente della Repubblica indipendente dei turco-ciprioti: il piano di Perez De Cuéllar prevedeva la dissoluzione della finta Repubblica di Dcnktash, la creazione di uno Stato federale con presidenza greco-cipriota e vicepresidenza turco-cipriota, e l'istituzione di alcune misure di veto a difesa della minoranza turca. La proposta riusciva a mediare su gran parte delle materie conflittuali; solo che, mentre Dcnktash diceva o così o niente, Kyprianou ribatteva che quel piano era da precisare punto per punto, e soprattutto era da definire il calendario della partenza dei soldati turchi. E così tutto tornava in bufera, De Cuéllar comunicava sconsolato il suo fallimento agli americani e agli inglesi, (grandi sostenitori del piano), e comunisti e conserva-i tori chiedevano congiuntamente a Kyprianou di dimettersi perché preoccupati seriamente che il passare del tempo consolidi la spartizione di Cipro. La Costituzione dell'isola, disegnata sulla figura di Makarios, dà al presidente poteri molto ampi, e sgancia il suo governo dalla fiducia dell'Assemblea nazionale. Nelle elezioni dcll'81, il partito democratico di Kyprianou aveva ricevuto il 19,5 per cento dei voti, e aveva formalo un'alleanza maggioritaria con i comunisti delVAket, che erano il partito più votato (32,8 per cento); all'opposizione restavano i socialisti intransigenti dcll'/:"dek (8,2 per cento) e gli ultraconscrvatori di Clcridcs (31,9 per cento). Le elezioni anticipate sono il risultato delle pressioni di Clcridcs e dcìYAkel, uniti in una «eretica alleanza» che vorrebbe strappare a Kyprianou il suo ruolo di gran demiurgo dei destini nazionali. Ma quando c'è di mezzo il nazionalismo, il mestiere dei politici si fa subito facile (anche se non per quesVo ugualmente sereno): e il Presidente ha lanciato una campagna elettorale dove l'intransigenza detta la partenza di ogni soldato turco, il diritto dei profughi a tornare nelle loro case, la cancellazione della Turchia come Stato garante (alla pari di Grecia e Inghilterra) dell'indipendenza dell'isola, la libertà dei greco-ciprioti di stabilirsi in qualsiasi parte del territorio di Cipro, a Nord e a Sud. Come se non bastasse, l'altro ieri Papandreu ha voluto dire la sua; e tenuto conto dei guai che il premier greco ha in questi giorni ad Atene è stato un intervento di molta durezza, buono anche questo a far montare il nazionalismo panellenico: «Ab biamo il dovere di rammenta re al popolo di Cipro che se si accoglie l'idea di concordare un calendario sul ritiro delle truppe turche — che significa che i soldati turchi non se ne andranno mai ■— allora noi dovremo riconoscere che l'interesse nazionale della Grecia viene minacciato». Non è ancora una dichiarazione di guerra, ma ci mancherebbe davvero assai ?oco Mimmo Candito

Persone citate: Kyprianou, Papandreu, Perez De Cuéllar