Spirito di Ginevra (con riserve) per Andreotti in Cecoslovacchia di Alfredo Venturi

Spirito eli Ginevra (con riserve} per Andreotti in Cecoslovacchia Da 20 anni un ministro degli Esteri italiano non era più andato a Praga Spirito eli Ginevra (con riserve} per Andreotti in Cecoslovacchia DAL. NOSTRO INVIATO PRAGA — Si parla di Ginevra, delle speranze di pace che Ginevra ha restituito al mondo, fra gli splendori gotici e barocchi di Praga. Gustav Husak riceve Giulio Andreotti In una sala del castello praghese rilucente di cristalli e stucchi dorati. Dice Husak, il normalizzatore che segui la «Primavera», il successore di Dubcek a capo del partito, di Svoboda a capo dello Stato, che •.abbiamo opinioni diverse, ma ognuno ha diritto di essere salvato secondo la sua fede». Aggiunge che dopo Ginevra è più importante che mai «intensificare i contatti al fine di aiutare la distensione». Proprio qui, nel castello dei re di Boemia che dall'alto del colle domina le rapide acque della Moldava, quindici giorni fa Mikhail Gorbaciov, reduce dal vertice del caminetto, ha tenuto il suo rapporto agli alleati del Patto di Varsavia. Lo stesso giorno Ronald Reagan riferiva a Bruxelles agli alleati atlantici. E cosi questa visita di Andreotti, la prima di un ministro occidentale all'Est dopo Gine¬ vra, è un'occasione importante di verifica: quali sono le ricadute, le interpretazioni del vertice? E se lo «spirito di Ginevra» ha un senso, qual è questo senso? Prima di essere ricevuto dal presidente, Andreotti ha avuto una lunga seduta di lavoro col suo collega cecoslovacco, Bohuslav Chnoupek. E Chnoupek gli ha detto che Ginevra non è una vittoria russa, né una vittoria americana: è «una vittoria della ragione e del realisino». Belle parole, ma poi emerge subito la posizione rigida del blocco orientale sull'iniziativa americana di difesa strategica. Lo scudo spaziale, dicono i cecoslovacchi riecheggiando i russi, non è difensivo ma offensivo, dunque inaccettabile. Lo scudo, risponde Andreotti, è tutto da vedere, tutto da definire. Ricorda che Reagan ha promesso: per ora l'Sdi è ricerca, e i risultati della ricerca saranno a disposizione di tutti, russi compresi. Questa è anche la prima visita in Cecoslovacchia di un ministro italiano degli Esteri da una ventina d'anni. Husak ha parole di compiacimento per la novità: «L'Italia è un grande Paese, con il quale desideriamo avere buone relazioni». Di fatto, fra Italia e Cecoslovacchia non ci sono soltanto armi reciprocamente puntate: i missili Cruise contro gli SS 21 e 22, che lo spirito di Ginevra dovrebbe rendere inutili. Ci sono anche commerci attivi che si cerca di ampliare. Oltre che con Chnoupek, Andreotti ne ha parlato con il primo ministro Lubomir Strougal. I cecoslovacchi vogliono intensificare I rapporti economici con l'Italia, anche ricorrendo alla cooperazione industriale su mercati terzi. Volontà che coincide con l'interesse italiano, anche perché l'interscambio è deficitario a nostro danno: un saldo passivo che soltanto di recente ha corretto una cronica tendenza a salire. Siamo, tuttavia, a livelli relativamente modesti: più ancora che di correggere lo squilibrio fra importazioni e esportazioni, si tratta di aumentare globalmente l'interscambio, che nei primi otto mesi di quest'anno ha appena superato I quattrocento miliardi di lire. Con i suoi interlocutori cecoslovacchi, Andreotti ha affrontato la tradizionale rassegna delle grandi crisi internazionali, dal Sud Africa all'America Centrale. Sul Medio Oriente, in particolare, Praga insiste sulla proposta orientale della grande conferenza. Ma aggiunge che certi oltranzismi arabi, quelli, per Intenderci, ancora legati alla formula «buttare a mare Israele», vanno tenuti a freno. Si è parlato anche della recente proposta, partita da Mosca, di una relazione fra la Comunità economica europea e il Comecon. I cecoslo- ' vacchi sono particolarmente interessati a questa iniziativa. Andreotti riferisce dell'apprezzamento positivo da parte del Dodici: purché si prefiguri un'intesa-quadro aggiuntiva, e non già sostitutiva, rispetto agli accordi bilaterali fra Paese e Paese. Il rapporto Cee-Comecon potrebbe entrare in collegamento con l'Eureka, l'iniziativa di ricerca tecnologica d'avanguardia lanciata dalla Francia, che per il suo carattere dichiaratamente non militare suscita Interesse anche nell'Europa del socialismo reale. E poi si parla di come approfondire gli scambi culturali: tema quanto mal appropriato in questa magnifica capitale, che fu uno dei grandi centri della cultura europea. Alfredo Venturi