Arbore e il futuro: niente film il cinema con me è intollerante

Arbore e il futuro: niente film il cinema con me è intollerante Festa per «Quelli della notte» che presentano il nuovo disco Arbore e il futuro: niente film il cinema con me è intollerante ROMA — Lucio Villari mostra il suo portachiavi capace di rispondere al fischio del padrone, lo stesso al quale Marco Ferreri ha deciso di dedicare il suo ultimo film; Ro¬ berto D'Agostino sforna un fez nero e argento vagamente littorio; Renato Nicolini, 11neffabile ex assessore alla Cultura, balla in un angolo con un gruppo di accompa- gnatrici;. Marisa Laurito sbatte le palpebre come una diva degli Anni Trenta, Luciano De Crescenzo gioca a far il regista con tanto di giacca di lavoro in velluto a coste e foulard al collo a protezione di colpi di freddo da set. E Renzo Arbore? Cosa fa Renzo Arbore in mezzo all'abituale babilonia che da anni contraddistingue ogni sua apparizione pubblica, con o senza «Quelli della notte»? In attesa di esibirsi dal vivo con il suo gruppo, sta appoggiato al bancone del bar del Saint Louis club, dove l'altra sera gli è stato consegnato un disco di platino per le trecentomila copie raggiunte da «Quelli della notte numero uno.: il «tetto» del dischi da vendere per raggiungere l'ambita méta del platino, infatti, è stato da poco abbassato dall'Afi in seguito alla crisi delle vendite dei dischi. Con l'occasione, è stato presentato «Quelli della notte numero due» ovvero «Meglio dal vivo che dal morto» (che poi sarebbe una delle tante ovvietà create all'istante da Massimo Catalano). Renzo Arbore espone con svogliata indifferenza quelli che sostiene sarebbero i soli e veri suoi progetti di lavoro. Unico grande assente sulla scena pubblica di tutto il gruppo di «Quelli della notte», che invece in questi mesi hanno fatto libri, girato film, partecipato a campagne pubblicitarie, ottenuto rubriche giornaliste, venduto o svenduto firme, inventato llndustria della futilità intelligente, Renzo Arbore ha scelto la via della riservatezza e del silenzio, consapevole che a un successo clamoroso deve far seguito una lunga quanto misteriosa assenza, pena l'impossibilità a bissare il successo precedente. Dice Remo Arbore: «Il mondo del cinema è insalubre e intollerante, soprattutto per uno come me che in tende praticarlo per sovvertirne le regole. Ho preferito, quindi, rinunciare a! miliardo che mi era stato'offerto por fare un film che ricalcasse il mio spettacolo, e me ne sono andato a girare chilometri di filmato negli Stati Uniti insieme al mio fido amico Enzo Porcelli». Ma questo però è successo durante l'estate: e dopo, cosa è succeso dopo? «Dopo Quelli della notte, e dopo l'America, che forse potrebbe diventare uno special televisivo per la Rete due o forse no, mi sono messo a pensare alla musica. Quando sarò grande, perché anch'io un giorno sarò grande, vorrei fare il cantante: allora mi sto preparando. Per prima cosa ho fatto questo disco: lo Imponeva la Fonit Cetra forte delle vendite del disco precedente, 11 bisogno di denaro che sotto Natale si fa più impellente, l'avidità di sfruttare fino in fondo l'onda montante di Quelli della notte». «Ma un disco solo — spiega — non mi bastava. Quindi ne ho fatto un altro tutto musicale, unendo 11 mio clarino al sax di Sai Genovese: è 11 classico disco, questo, per coppie sopra 1 trent'anni che vogliono pomiciare ma, per farlo, hanno bisogno di una scusa. Anche questo però non è bastato ad appagarmi». C'è dell'altro, Arbore? «SU c'è dell'altro. Per esempio ho curato la colonna sonora del prossimo film di De Crescenzo II mistero di Bellavista. Mi sono esibito in veste di musicante nel prossimo spettacolo televisivo di Proietti io a modo mio e poi per finire, con la complicità di Claudio Mattone, mi sono messo a incidere un disco di canzoni nuove come cantante solista». E tutto questo l'ha soddisfatta? «Direi di si. Ma soprattutto la mia naturale vanità è stata sollecitata dal lungo, lunghissimo applauso, con cui 1 quindicimila di Sting hanno accolto 11 mio ingresso l'altra sera al Palazzo dello sport dell'Eur». Simonetta Kobion y

Luoghi citati: America, Roma, Stati Uniti