Era pronto a sciogliere il Csm di Roberto Martinelli

afra pronto a sciogliere il Csm Una giornata di tensione per il Presidente, in attesa della risposta dei giudici afra pronto a sciogliere il Csm ROMA — L'annuncio che di 11 a poco sarebbe stata fumata bianca è arrivato sul tavolo di lavoro di Cossiga ièri sera poco dopo le 18: un flash di agenzia aveva appena anticipato la decisione del, giudici dimissionari di accogliere l'Invito del Presidente. Cossiga, al telefono, aveva già saputo che 11 Consiglio superiore della magistratura era sul punto di riunirsi in seduta plenaria per chiudere quella che è stata una delle più brutte e difficili orisi della sua storia. Una soluzione della vicenda, in un senso o nell'altro, Cossiga sapeva che sarebbe venuta. Certo, aveva auspicato quella Indolore, della ricomposizione della prevalenza della ragione. Ma non poteva escludere l'altra, quella traumatica che avrebbe trascinato la crisi per mesi. Con conseguenze imprevedibili. Ai suol interlocutori che aveva ricevuto in mattinata nello studio della Palazzina, 11 vicepresidente De Carolis ed 1 primi due magistrati della Repubblica, Tamburrlno e, Pratis, aveva rivolto una precisa raccomandazione. Che. una decisione fosse presa, anche nella tarda serata, ma non oltre. Tutti e tre avevano fornito assicurazioni, ma non certezze. Era stato un colloquio cordiale, ma al tempo stesso carico di toni ufficiali e di circostanza; Cossiga non aveva fatto mistero sulla sua determinazione di andare avanti per la strada che la legge e la Costituzione gli imponevano. Come dire che l'alternativa al ritiro delle dimissioni sarebbe stato lo scioglimento del Consiglio. Una soluzione amara e forse impopolare per 1 giudici ma obbligata.' Poi le lettere, diciannove,' una per consigliere dimissionario. Il testo, Cossiga l'aveva meditato mercoledì sera, quando, al ritorno dalla cena con 1 corazzieri nella sala mensa della caserma di Ales¬ sandro di «San Front» di via XX Settembre, era stato più compiutamente informato di come erano andate le cose In Consiglio. Oli era bastata una breve scorsa al verbali di quella che aveva rischiato di essere l'ultima seduta dell'organo di autogoverno In carica. Un motociclista li aveva portati al Quirinale poco prima. Poi, qualche telefonata con amici giuristi e uomini politici e quindi il ritorno a casa, dietro piazza Cavour, come ogni sera. E' stato nella sua abitazione privata che Cossiga ha abbozzato la prima stesura del testo limato poi con 1 suoi collaboratori In ufficio. I concetti che 11 Capo dello Stato Intendeva riaffermare erano sostanzialmente due: fugare 11 sospetto che la sua Iniziativa fosse Ispirata in qualche modo a limitare l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario e riaffermare che era suo compito difendere le medesime prerogative degli altri organi dello Stato. Da esperto costituzionalista Cossiga, riferendosi al «giudiziario» ha usato la parola «ordine» come vuole la Carta repubblicana. Una differenza sottile, non solo per gli studiosi, e densa di significati politici. E ha evitato di usare la parola «potere» anche in riferimento agli altri poteri reali, che ha definito semplicemente «organi dello Stato». C'è chi ha visto In questa scelta una raffinata lezione di diritto costituzionale. Ieri mattina alle 9, la lettera al diciannove consiglieri era già pronta. All'incontro con De Carolis, Tamburrlno e Pratis era presente anche il segretario generale Meccanico. Nella tarda mattinata Cossiga ha chiesto ai suol collaboratori le reazioni che si erano avute a Palazzo dei Marescialli al suo invito rivolto ai giudici. Per il resto, mascherando una comprensibile tensione, ha fatto in modo che la giornata procedesse nella normalità più assoluta. A chi lo ha seguito da vicino, Cossiga è apparso più teso alla vigilia della sua iniziativa che non durante le ore calde che lo hanno portato a confrontarsi con i giudici della Repubblica. Temeva che prima o dopo una qualche tensione ci sarebbe stata. Lo capi una mattina di qualche mese fa, quando De Carolis sali al Quirinale per portare al Capo dello Stato i saluti e 1 voti augurali del Consiglio superiore. Cossiga ringraziò ma disse anche che il presidente di quel Consiglio era lui e nessun altro. Fu il primo segnale? E' difficile dire. Come è Impossibile fare previsioni per 11 futuro. La crisi istituzionale è superata, ma resta Irrisolto il problema di fondo che l'ha, in parte, provocata: il conflitto tra giudici e politica. Chi altri, se non il Csm, potrà eliminarlo? Roberto Martinelli

Luoghi citati: Ales, Front, Roma