Le due lettere che hanno evitato lo scontro tra Quirinale e Csm

Le due lettere che hanno evitato lo scontro tra Quirinale e Csm Le due lettere che hanno evitato lo scontro tra Quirinale e Csm ROMA — Il presidente della Repubblica Cossiga ha inviato ieri al comitato di presidenza del Csm una lettera nella quale ha Invitato 1 giudici togati a ritirare le dimissioni. Eccone 11 testo: «Caro Consigliere, ho ricevuto la sua lettera di dimissioni. Affermo con serena coscienza che nulla vi è, nel mio atto Indirizzato al Consiglio e nelle mie decisioni relative all'ordine del suoi lavori, che sta In alcun modo e sotto alcun profilo da Intendere limitativo della garanzia di autonomia e indipendenza dell'ordine giudiziario. «Ribadisco nel contempo il dovere di esercitare le mie attribuzioni di tutela di detta garanzia nel quadro dei principi della Costituzione e dell' autonomia ed Indipendenza degli altri organi dello Stato, nell'osservanza del principio dell'unica soggezione del giudice alla legge e delle attribuzioni costituzionali del Parlamento, salva sempre la liberta di manifestazione del pensiero e di critica politica nella dovuta distinzione delle ledi. «La invito con prestante premura a voler recedere dalla sua decisione e mi appello al suo senso di responsabilità verso le Istituzioni anche in considerazione degli effetti che tale decisione potrebbe avere sul funziona¬ mento del Consiglio e quindi su quello della stessa amministrazione della giustizia». Dopo la decisione dei magistrati di ritirare le dimissioni, il vicepresidente del Consiglio superiore, De Carolis, ha consegnato a Cossiga la risposta dei giudici alla lettera del Presidente della Repubblica. «Signor Presidente, — afferma 11 documento — abbiamo ricevuto la sua lettera. Confermiamo che la nostra richiesta di dibattito e di Intervento del Consiglio sugli argomenti proposti all'ordine del giorno intendeva ed intende riaffermare, anche nella presente occasione, 11 valore Irrinunciabile e costituzionalmente garantito dell'indipendenza e autonomia dell'ordine giudiziario. «Riteniamo che anche In funzione di tutela dell'indipendenza dell'ordine giudiziario dalle interferenze dell'esecutivo si è giustificata l'Istituzione stessa del Consiglio superiore della magistratura nell'attuale struttura e collocazione e con 1 relativi poteri nell'ambito dell'aspetto istituzionale. Già In altre occasioni lo stesso Consiglio superiore non ha esitato ad Intervenire nella medesima Intransigente linea di difesa dell'indipendenza dell'ordine giudiziario. «Con viva soddisfazione ascoltammo le sue parole, nella seduta del 16 luglio 1985, di apprezzamento dell'opera del Csm e di riconoscimento di avere esso bene retto alla prova e di avere "mostrato fermezza, coraggio ed equilibrio", di essere "il punto di riferimento Indispensabile al quale I magistrati tutti possono rivolgersi per ottenere guida, orientamento e sostegno del loro comportamenti, quali membri dell'ordine giudiziario". «Esprimiamo la preoccupazione di vedere compromesso il significato ed II valore della giurisdizione e la necessità di una difesa non corporativa, ma Istituzionale della magistratura. Confidiamo che un sereno dibattito sul ruolo e sulle funzioni del Csm In una seduta da lei autorevolmente presieduta varrà a chiarire in modo razionale e responsabile le divergenze sul modo di intendere le competenze e le modalità di esercizio delle attribuzioni del Csm nella tutela dell'autonomia e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario. «Aderiamo, pertanto, al suo pressante appello e, in pieno senso di responsabilità istituzionale nell'interesse dell'amministrazione della giustizia, revochiamo le rassegnate dimissioni».

Persone citate: Cossiga, De Carolis

Luoghi citati: Roma