Pandico non convince sui contatti Agca-Sismi

Pandico non convince sui contatti Agca-SismS Cominciata a porte chiuse l'audizione degli 007 Pandico non convince sui contatti Agca-SismS ROMA — Con lé audizioni a porte chiuse di Sandro Petruccelli e Luigi Bonagura, i due funzionari del Sismi che raccolsero le prime confessioni di Agca, nel processo sull'attentato al Papa si è aperta la sfilata degli 00Y di rango. Per le prossime udienze sono stati convocati dalla Corte d'assise Alexander De Marenchcs, capo del controspionaggio francese ai tempi di Giascard d'Estaing (avrebbe avvertito il Vaticano che si preparava un complotto per eliminare Giovanni Paolo II); Nino Lugaresi, capo del Sismi, il controspionagio italiano (fu lui che Inviò ad Ascoli Bonagura e Petruccelli); Luigi Scricciolo, l'ex sindacalista della UH che lavorò per 1 servizi segreti bulgari; e l'ex numero due del controspionaggio Pietro Musumeci, ora detenuto (secondo 11 camorrista «pentito» Giovanni Pandico, attraverso i buoni uffici della camorra cutolia na Musumeci prefabbricò con Agca la pista bulgara nel super-carcere di Ascoli). Insieme col generale Musumeci, la Corte ha convocato anche alcuni personaggi che nel carcere di Ascoli erano In contatto con il camorrista Cutolo: il direttore del peni tenziario, Cosimo Giordano; 11 capellano Mariano Santini ; il maresciallo Guarracino e il brigadiere Di Sabato. Tutti compaiono sullo sfondo nel racconto del «pentito» Pandico, secondo il quale Agca fu imbeccato da Musumeci. Ma nulla finora dà sostegno a questa tesi.1 Lo stesso Pandico, interrogato ieri mattina, non ha saputo spiegare in maniera convincente perché abbia parlato della .pista bulgara», e degli incontri per prefabbricarla, solo due anni, dopo 11 suo «pentimento». Un ritorno di memoria che lascia molto perplessi il presidente della Corte e il pubblico ministero. Pandico si «penti» all'inizio del 1983. Raccontò fatti e misfatti della banda di Cutolo, accusò Tortora, fu ritenuto attendibile dalla magistratura di Napoli, sia in istruttoria sia al processo. Nel giugno scorso, in un'intervista a L'Espresso», disse che Agca era stato indotto ad accusare i servizi segreti bulgari e russi dal generale Musumeci, con i buoni uffici della camorra, che effettivamente spadroneggiava nel carcere Ieri gli è stato chiesto più volte perché raccontò tutto questo solo a giugno. Pandico ha dato una risposta singolare: nessun giudice, ha detto, mi aveva chiesto qualcosa In proposito. Ha spiegato "di aver detto al magistrati di Napoli che il cappellano di Ascoli contribuì al «pentimento» di Agca, ma 1 giudici non gli avrebbero chiesto altri chiarimenti e lui, per questo, avrebbe taciuto. «Mica potevo mettere un annuncio sul giornale, cercasi magistrato che mi interroghi su Agca». g, r.

Luoghi citati: Ascoli, Napoli, Roma