Csm, si dimettono i 20 giudici

Csm, si dimettono 120 giudici In polemica con Cossiga: si apre una crisi costituzionale senza precedenti Csm, si dimettono 120 giudici I motivi: non possiamo adempiere alle funzioni di garantire l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario - La decisione (contestata dai membri laici meno quelli di ispirazione comunista) presa dopo due tempestose riunioni ROMA — Tutti 1 componenti «togati» del Consiglio superiore della Magistratura hanno rassegnato le loro dimissioni al,presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Se 11 Capo dello Stato le, accettasse si aprirebbe una gravissima orisi istituzionale perché per due mesi — cioè fino alle nuove elezioni già. indette per i primi di febbraio — il Paese resterebbe senza l'organo di autogoverno della magistratura. Sulla carta è ancora possibile evitare questa situazione di impasse dai molti risvolti di carattere costituzionale, ma solo a condizione che Cossiga respinga le diciannove lèttere recapitategli ieri sera al Quirinale dal vicepresidente del Csm, Giancarlo De Carolis, al termine della più tormentata seduta mai svoltasi a Palazzo dei Marescialli. Si è cosi conclusa nel modo più drammatico una giornata iniziata tra le polemiche per la ferma e inattesa presa di posizione del Capo dello Stato sulle accuse di Craxi al magistrati. Cossiga, nella sua duplice veste di presidente della Repubblica e del Csm, aveva espresso il parere che il Consiglio superiore della Magistratura non dovesse occuparsi' delle polemiche sorte una settimana fa tra il presidente del Consiglio Bet¬ tino Craxi e i giudici italiani. La polemica era scoppiata dopo la sentenza del tribunale di Roma che aveva condannato il direttore e due redattori àeìl'Avanti! per le critiche al pubblico ministero Armando Spataro durante il processo al brigatisti accusati dell'assassinio del giornalistaWalter Tobagi. In particolare il Capo dello Stato aveva ritenuto illegittimo l'ordine del giorno predisposto dal vicepresidente del Csm De Carolis su proposta di Magistratura Indipendente che prevedeva: «Le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e l'indipendema della magistratura*. Cossiga sosteneva di non essere stato preventivamente informato — come prescrive invece il regolamento del Csm — e che comunque fosse •inammissibile un dibattito o intervento del Csm su atti, comportamenti o dichiarazioni del presidente del Consiglio del ministri». All'inizio della seduta di ieri mattina erano state presentate tre diverse proposte •• da parte del membri delle tre correnti della magistratura nel tentativo di aggirare la dura risposta di Cossiga. I giudici di «Unita per la Costituzione» avevano proposto la modifica dell'ordine del giorno nel modo seguente: «Dichiarazioni di esponenti politici e commenti di stampa in ordine al processo per l'omicidio di Walter Tobagi e al processo per diffamazione in danno di Armando Spataro, sostituto procuratore della Repubblica di Milano». I giudici di Magistratura Democratica, '-considerata la rilevanza dei temi da essa posti in ordine al ruolo e alle attribuzioni del Csm» avevano, tra l'altro, auspicato che la seduta fosse presieduta da Cossiga. I giudici di Magistratura Indipendente — dopo aver preso atto «non sema amarezza» della lettera di Cossiga — avevano precisato le finalità dell'ordine del giorno «contestate» che era stato da loro inizialmente presentato. Su tutte e tre le richieste il vicepresidente De Carolis si riservava di decidere — anche in ordine alla loro ammissibilità — come prevede l'articolo 38 del regolamento del '76. La seduta veniva sospesa a mezzogiorno in un clima pesante dove regnava malumore, imbarazzo e preoccupazione. I lavori venivano ripresi alle sei e mezzo di séra. De Carolis informava il Consiglio che il presidente Cossiga considerava «inammissioni» tutte e tre le propo sto tranne quella di Magistratura Democratica, ma limitatamente ai punto riguardante il «ruoto e le attribuzioni del Csm» per il quale 11 Capo dello Stato si dichiarava disponibile a esaminarlo in una futura seduta che si riservava di fissare. I giudici «togati» chiedevano allora una sospensione della seduta per prendere una decisione. Alle 20 e 15 in un clima sempre più teso venivano consegnate a De Ca¬ rolis le 19 lettere di dimissioni. Non è stato un gesto collettivo, ma ciascun magistrato ha sottoscritto un documento di identico contenuto. Eccone' il testo: 'Caro Presidente (è' indirizzato a Cossiga quale presidente del CsrriJ, nel prendere doverosamente atto delle decisioni comunicate in Suo nome dal Vicepresidente, ritenendo di non poter continuare ad adempiere le mie funzioni e in primo luogo quella di garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario. Le comunico le mie immediate dimissioni-dal Consiglio Superiore della Magistratura». Le dimissioni sono state firmate da Vincenzo Marlconda, Vittorio Mele, Vincenzo Carbone, Vladimiro Zagrebelsky, Giovanni Tamburino, Giuseppe Savoca, Antonio Martone, Raffaele Bertoni ed Ennio Sepe (tutti di Unità per la Costituzione); Michele Atollo, Carmelo Conte, Arnaldo Valente, Giovanni Veruccl, Ennio Fortuna, Vincenzo Oddone, Mario Cicala e Tindarl Baglione (tutti di Magistratura Indipendente) e da Franco Ippolito e Edmondo Bruti Liberati (di Magistratura Democratica). Manca solo la lettera di Salvatore Senese (MD) impegnato in un convegno inter- nazionale a Montevldeo che ha comunque confermato per telefono le sue dimissioni. La lettura del documento ha suscitato immediate polemiche tra 1 componenti «laici» del Csm. Ad eccezione dei comunisti Luberti, Galasso e Assanti, tutti gli altri membri hanno vivacemente protestato, aderendo in pieno alle tesi espresse l'altro ieri dal Capo dello Stato nella lettera che ha poi provocato le dlmisslo-' ni dei componenti «togati». Da parte di tutti i «laici» è stato comunque auspicato un ripensamento delle dimissioni per non creare «uno lacerazione nel tessuto costituzionale» del Paese. Altri hanno invece definito l'iniziativa del venti «togati» «un atto di insubordinazione nel confronti del presidente della Repubblica». Pierluigi Franz Cossiga: dopo il suo messaggio i 20 giudici del Csm si sono dimessi

Luoghi citati: Milano, Roma