Dylan, prima di andare in pezzi di Masolino D'amico

Oylan, prima d'andare in pezzi €/ ' M. M. Oylan, prima d'andare in pezzi €/ ' M. M. PUBBLICATE IN INGHILTERRA LE LETTERE DEL POETA GALLESE Il dramma di Dylan Thomas, sulla via dell'autodistruzione, alcolizzato e convinto di aver esaurito la sua vena Il terrore della moglie - Splendide e allucinate descrizioni dell'Italia postbellica - L'amicizia per la futura romanziera Pamela Hansford Johnson - «Il poeta ha il compito di restituire verginità alle parole prostituite» Dylan Thomas nacque a Swanscci, nel Galles, nel 1914 a mori a New York nel 1953. Figlio di un maestro di scuola, si nutrì di letteratura, gran passione di suo padre, fino dall'infamia, conquistandosi una precoce reputandone di poeta± anche se di recente si è scoperto che la sua prima poesia pubblicata, tredicenne, l'aveva copiata da un giornale per ragazzi. Comunque quando l'uscita in volume di 18 Poems lo impose all'attenzione delle ristrette cerchie letterarie di allora aveva solo vent'anni. Si trasferì a Londra, confermò la sua reputazione con una seconda raccolta (Twenty-five Poems, 1936), si sposò e tornò nel Galles; iniziò anche a lavorare sporadicamente ma con una certa continuità per la Bbc e per il cinema. Dopo la guerra tornò a un suo giovanile amore per il teatro, specializzandosi nella lettura pubblica di lavori suoi e di altri, e ultimando il dramma Under Milk Wood, originariamente concepito per la radio. Nella eccellente biografìa che dedicò a Thomas nel 1977, Paul Ferrls argomentava, e oggi ribadisce, che la morte del poeta fu la conseguenza di una vera e propria overdose, determinatasi ■quando un medico per alle, viare i sintomi di una crisi alcolica gli iniettò sconsideratamente della morfina Che d'altro canto Dylan Thomas fosse e non da allora sulla strada dell'autodistruzione, era chiaro a tutti coloro die lo conoscevano. Nel 1950 in occasione di una sua richiesta di fondi al Royal Literary Fund, lo scrittore Harold Nicolson, sollecitato da Thomas, aveva scritto al segretario dell'Ente: «...Certo, avrei dovuto specificare al Comitato che 11 candidato è un bevitore accanito... e mi risulta che la moglie sia quasi altrettanto inattendibile D'altro canto, è uno del nostri poeti migliori, e se 11 Literary Fund esiste per qualcosa, esiste per mettere della gente di questo tipo in grado di comporre qualche altra poesia prima di andare completamente in pezzi». E Dylan Thomas sapeva di stare andando in pezzi; fra l'altro, era convinto di non essere più in grado di scrivere poesie, 130 delle 160 che costituiscono il suo smilzo canone essendo state composte prima del 1940; e delle pochissime concepite negli ulti mi anni solo una, quella dettata dall'imminente morte del padre — «Do not go gentle into that good night» — sembra all'altezza delle migliori. D'altro canto Under Milk Wood rimane a testimoniare la persistenza del talento dell'artista. Nel quale era contenuto anche un grande prosatore, come dimostrano, pur rattristando e sconcertando alcuni lettori, le lettere, che il ricordato Paul rerris oggi ha riunito in un'edizione ammirevole e probabilmente definitiva. Molte lettere di Dylan Thomas erano già note, facendo parte della raccolta parziale uscita vent'anni fa, ovvero di altri volumi singoli, alcuni dei quali tradotti anche in italiano. Ma il nu-. mero totale del già edito si è più che triplicato in questo grosso volume (Dylan Thomas, The Collected Letters, ed. Dent), dove si riuniscono più di mille testi, gran parte dei quali appartenenti ad almeno cento biblioteche inglesi e americane. Fra le lettere -nuove- spicca il gruppo di quelle indirizzate alla moglie Caitlin, una donna intelligente e a modo suo brillante, della quale sembra che Thomas abbia avuto sempre un sacro terrore (almeno a giudicare dalle smancerie con cui il poeta si preoccupa continuamente di imbonirla) e che non si leggono senza un certo imbarazzo. Ma ci sono anche molte lettere di lavoro, come quelle alla Bbc, a direttori editoriali (uno dei quali è T. S. Eliot) ecc., dove si seguono le vicende spesso tortuose della professione della penna quale Thomas la esercitò. Ci sono lettere di convenevoli. Ci sono lettere ai genitori, fra cui spiccano quelle con magnifiche, allucinate descrizioni dell'Italia postbellica (Milano, Roma, Firenze, la Toscana, Rapallo). Ci sono infine, più numerose e più vistose di tutte, lettere contenenti richieste, sulle quali torneremo fra un momento. Prima fermiamoci per osservare quello che senza distinzione tutte le lettere, nuove e vecchie, hanno in comune, e che può contrastare un poco con la tradizionale immagine orecchiata di un Il ll Dl Th i i Il poeta gallese Dylan Thom(Copyright N.Y. Re vie w of Books. ODylan Thomas genio e trasandatezza: ossia l'uniforme felicità, per non dire genialità, dello stile. Quando era giovane, in particolare nella sezione del libro intitolata -Provlncial PoeU (1931-34), Thomas scriveva torrenzialmente, dal SUO Cingoletta sperduto, per esibirsi, sbalordendoli, davanti a pochi interlocutori, soprattutto alla giovane e come lui sconosciuta impiegata di banca e poetessa di belle speranze nonché futura romanziera Pamela Hansford Johnson, che lo aveva cercato dopo aver ammirato un suo componimento uscito su una rivista. In seguito il poeta avrebbe sempre espresso pubblica sfi- mas in una caricatura di Levine Opera Mundi e per Pllalla .La Stampa.) ame aa a a ), la rna o e ze ra n, po mie i- ciucia nel confronti di qualsiasi estetica o teoria della letteratura. Qui invece egli confida i principi ai quali si sarebbe mantenuto fedele anche in seguito, e che si possono compendiare in un amore accanito, violento, sensuale e allo stesso tempo meticoloso, per la lingua in genere e la parola in particolare. «Fa parte del compito del poeta, scrive nel 1933, per esempio, il prendere una parola corrotta e prostituita, come la bella parola "biondo", e allisciare le rughe della sua dissipazione, e rimetterla su piazza, fresca e vergine». Nelle lettere le applicazioni di questo sforzo continuo di iniettare nuova vita nelle parole ottenendo una espressività nuova e spesso sorprendente non si contano, una sola, sempre alla Johnson, contiene decine di funambolici puns. Con l'amica Thomas parla anche delle proprie idee, si autodescrive nel fisico e nel carattere, manifesta il proprio disprezzo verso poeti -ufficiali come Eliot, Auden, Grlgson Edith Sitwell, salvo più tardi, quando ne otterrà incoraggiamenti e appoggi, rivedere la sua posizione. Quell'esibizionismo, quel piacere della propria performance che nelle lettere giovanili era stato molto generosamente dedicato a pochi amici, viene poi progressivamente messo al servizio della necessità di ottenere qualcosa senza dar nulla in cambio. Invariabilmente, alla fine di un fuoco di fila di trovate verbali, di aneddoti piacevolmente iperbolici, di confidenze in tono semiserio, arriva la richiesta di denaro, o di aiuti di altro tipo: come sfuggire alla coscrizione obbligatoria, come trovar casa, come sanare una situazione fiscale disastrosa eccetera eccetera; e non bastano le richieste dirette, Dylan scrive B perché lo raccomandi presso C, e a C perché convinca D a fargli ottenere un sussidio, e via dicendo. Viste tutte insieme, e sono tante, forse più della metà del totale, queste lettere -Interessate- possono scandalizzare o perlomeno infastidire, e sembra ci sia poco da dire in difesa del loro autore se perfino il suo miglior biografo lo descrive come un uomo deciso fino dagli esordi a subordinare qualsiasi considerazione delle esigenze altrui al proprio diritto di vivere liberamente la propria avven tura di Poeta con la P maiuscola — compreso quando, negli ultimi anni, si ritenne in preda a una insormontabile impotenza creativa, donde, forse, il definitivo naufragio nell'alcol. Certo, Dylan sembra un totale irresponsabile, incapace di conservare qualsiasi somma di denaro, e anche di tener fede agli impegni, ovvero di rispettare certe regole di cortesia; Gino Magnani, che lo aveva invitato a Parma, fu fortunato a non vederselo arrivare: le case da cui usci va erano sempre in pessimo stato, e almeno una volta il padrone al ri tomo non trovò più le sue camicie. Tale anarchia, che i primi recensori di queste lèttere (come Kingsley Amis sul Sunday Tlmes> hanno stigmatizzato con un certo fastidio, appare tuttavia commoventemente riscattata dalla fatica che l'autore investiva nella propria prestazione. Così Dylan Thomas si procurava quelle cose che la gente normale ottiene mediante una normale attività lavorativa; ma non era un lavoro anche questo? Manca lo spazio per dare degli esempi, e del resto la traduzione non renderebbe loro giustizia; basterebbe però prendere le lettere che Thomas venne inviando a Marguerite Caetani, sua sovvenaionatrice oltre che sua ospite su Botteghe Oscure, per illustrare questo punto. Di alcune sopravvivono le brutte copie, tormentatissime: l'ultima, mai inviato, nella quale Dylan si giustifica della mancata consegna di una poesia mal scritta, è già una poesia, comunque un bel testo letterario, in sé. E di che inezie si contentava! Elaboratamente, con frizzi e facezie, ritmi e allitterazioni, e cronache di sventure immaginarle, Dylan Thomas finisce per chiedere un regaluccio di cinque, dieci «quid», sia pure di allora. Il foglio con quella richiesta valeva molto ma molto di più. Una sola di queste lettere — la prima, di cui Paul Ferris è in grado di dare solo un testo incompleto — è stata venduta da Sotheby nel 1981, per 2200 sterline (cinque milioni e mezzo di lire). Masolino d'Amico