Fantaerrori stellari di Paolo Maffei

Fantaerrorì stellari QUELLE GUERRE EXTRATERRESTRI Fantaerrorì stellari Ormai la locuzione «guerre I gustellari» è divenuta usuale e già comincia a essere scritta anche senza quelle virgolette che tentavano almeno di suggerite che era un modo di dire paradossale, . fantascientifico. Col suo affermarsi ne sono cominciate ad apparire altre, ancora più insensate, come «scudo stellare» e addirittura «pace stellate». Tutto si riferisce, com'è noto, alla Strategie Defenss initiative normalmente abbreviata in Sdi, un progetto di difesa sorto da una proposta lanciata dal presidente Reagan il 23 marzo. 1983. Il concetto di base è: semplice: creare uno scudo spaziale capace di neutralizzare l'attacco atomico di una potenza nucleare distruggendo i missili lanciati, prima che possano portare il loro potenziale distruttivo sul territorio dell'altra potenza. . Tutto questo riguarda la Terra. Cosa c'enttano, allora, le stelle? che senso ha chiamarle in causa? e per quale strada si è arrivati a parlarne? La risposta a quest'ultima domanda può essete trovata solo in una conoscenza antiquata del cosmo, ormai tramontata da almeno quattro secoli, o nell'aver assimilato idee fantascientifiche da film e romanzi, senza confrontarle minimamente con la realtà. Infatti la Sdi prevede una rete difensiva formata da satelliti artificiali, quindi collocati al di sopra del suolo, nello spazio nel quale vediamo proiettatsi anche le stelle. Ma su quello stesso cielo si proiettano pure le nuvole, gli aerei e gli aquiloni dei bambini. Prima di coinvolgere le stelle occorre confrontare le distanze, e vedere se e come i corpi celesti possono essere implicati nei nostri possibili conflitti. Non occorre una profonda conoscenza astronomica per avere un'idea chiara in questo senso. Prima di tutto va ricordato che tutte le installazioni riguardanti le cosiddette guerre stellari verrebbero a trovarsi a distanze dal suolo dell'ordine di. centinaia o migliaia di chilometri, notevolmente inferiori a quella che separa la Tetra dalla Luna, che è, in' media, di 384 mila chilometri. Una distanza tanto piccola che la luce, viaggiando alla velocità di:300 mila km/s, percorrerebbe in poco più di un secondo. A questo punto ammettiamo, pur esagerando, che la Sdi si attivi a estendete in tutto lo spazio intorno alla Terra fino alla distanza della Luna, cioè fino a interessare una sfera del diametro (in cifra tonda) di un secondo-luce. Veniamo ora alle stelle, co-; minciando dalla più vicina: Alfa del Centauro. La sua distanza è di 4,3 anni-luce, cioè 135.697.680 secondi luce. La stella più vicina è dunque quasi 136 milioni di volte più distante della Luna, cioè enormemente di più del possibile teatro di operazioni delle cosiddette guerre stellari. Occorrerebbe dunque moltiplicare la distanza dello scudo spaziale dal suolo tetrestte a dir poco per 136 milioni, per poter usare ia locuzione «guerra stellare» almeno per la stella più vicina. Una nostra ipotetica guerra nucleare non solo non interesserebbe la stella più vicina, ma non sarebbe neppure notata. Supponiamo che intorno ad Alfa del Centauro circoli un pianeta come il nostro, abitato da esseti simili a noi che usano strumenti astronomici della stessa potenza dei nostri, e che sulla Terra scoppi una guerra atomica. Sommando l'energia sviluppabile da tutte le testate (strategiche e tattiche, americane e sovietiche) che esistono attualmente e potrebbero esplodete in qualsiasi momento, si ha un totale di 64.650 megatoni. Anche se tutta questa energia venisse sviluppata concentrandola nel corso di una brevissima guerra della durata di 24 ore, la potenza irradiata nello spazio sarebbe 1000 miliardi di volte inferiore a quella. delSole. Supponiamo che l'energia irradiata venga emessa sotto forma di luce nella stessa proporzione con cui è emessa dal Sole. Visto da un pianeta di Alfa del Centauro, il Sole appare come una splendida stella intorno alla magnitudine zero (più o meno come Arturo, Rigel c la stessa Alfa del Centauro vista dalla Terra). Ma , gli accecanti lampi di una saptatt2dstralegstqsttecucopcvresacdptasdtomadpfsqsdpc guerra atomica terrestre nonlsarebbero notati da nessuno perché, visti da Alfa del Cen-' tauro, apparirebbero concenttati in un puntino di appena 25* magnitudine, pressoché al di sotto della portata dei nostri più grandi telescopi. L'esplosione continua durante un intero giorno di tutte le bombe atomiche stivate negli arsenali terrestri, che distruggerebbe l'umanità e forse qualsiasi forma di vita del nostro pianeta, non solo non interesserebbe minimamente alcuna stella ma passerebbe completamente inosservata persino per chi osservasse il cielo dai pressi della stella più vicina. E come si potrebbe estendere il discorso alle altre stelle, sapendo che sono distanti dieci, cento, mille anni luce, cioè dal doppio a centinaia di volte più lontane di Alfa del Centauro? A queste distanze crescenti anche il Sole sparisce dopo essere divenuto un pun to debolissimo mescolato con milioni di stelle tra le quali, anche scorgendolo, sarebbe indistinguibile. Gli autori della fantascienza possono far combattere guerre fra una stella e l'altra, ma noi sappiamo che in realtà tra quelle stelle petsino un messaggio inviato 'alla velocità della luce (che è la più alta possibile) arriverebbe dopo centinaia, migliaia di anni ren- dendo senza senso, per i cam- biamenti avvenuti nel frattem po, non solo la risposta ma persino la notizia. Che senso ha, dunque, parlare di «guerre stellati»? Nessuno. Basta quanto è stato appena accennato per mostrare che, fuori dei libri di fantascienza, questa espressione dà solo una misura dell'enorme presunzione umana unita alla più completa ignoranza della posizione che l'uomo occupa nell'universo. Ma se qualche giornalista mi chiedesse cosa scrivere al posto di «guerre stellari» o della sigla Sdi che annega senza suggerire niente nel mare delle sigle che incontriamo ogni giorno, risponderei di dire semplicemente «guelfe spaziali», «scudo spaziale», ecc. Si tratta di uno spazio limitatissimo, ristretto ai dintorni della Terra. Piccolo an che se confrontato con quelli interplanetari che puf sono in finitcsimi rispetto agli immensi spazi interstellari. Ma è sempre spazio extraterrestre, Sarà un po' come dire di essersi immersi nell'Oceano Atlantico solo per aver fatto un tuffo da un trampolino sulla costa di Biarritz: si tratterà di qualche metro di profondità nell'acqua poco distante dalla spiaggia, ma, in fondo, sempre eli acqua dell'Oceano Atlanti-c0 Paolo Maffei