Damina su tela di sacco da caffè garantiti data marchio e origine

antiquariato antiquariato Damina su tela di sacco da caffè garantiti data, marchio e origine visoni che a sua volta lo tratta e riesce ad averlo per quattro milioni. La dama cosi si trasferisce nel bel negozio, sotto la luce di un faretto dove il suo sorriso sembra ancor più smagliante. E infatti dopo pochi giorni riesce ad ammaliare un cliente. Anche in questa trattativa fa capolino, questa volta per bocca di Lovlsoni, la storia del castello e del conte che sta andando in rovina. Bene, il cliente l'acquista, per otto milioni, e lo porta a casa. : Trafila regolare, dunque. No, c'è stato un intoppo, grosso intoppo, finale. Il cliente dopo un po' di tempo si è rlpresentato dall'antiquario Lovlsonl e gli ha fatto all'inclrca questo discorso: «Il quadro che mi ha venduto per un Settecento è falso, spudoratamente falso, l'ho sottoposto a un procedimento radiografico, la tela sulla quale è stato dipinto, sotto il colore porta addirittura stampi-. gliata una scritta col nome ha pagato, ma uno di meno e Borsaioli a sua volta ne restituirà uno, anziché due. E' finita, ora Borsaioli se ne torna al suo paese tenendo sotto braccio il quadro della dama, che aveva venduto per due milioni e può riportare nella sua cascina con un milione di guadagno. In sostanza si è intascato quello che aveva corrisposto al suo amico pittore, ottimo imitatore degli antichi, al quale, come di consueto, aveva commissionato un antenato, anzi, una bella dama del Settecento. Ma, appena arriva a casa, Borsaioli si attacca al telefono e chiama il pittore: «Marlucclo mio, ti credevo poco furbo, ma come si fa . ad arrivare al punto di adoperare come tela una sacco da caffè con su la scritta stampata' della riiarca e la dataj»„t^- srjfHm i I '"Adèsso Bórsalòfl riporta 11 quadro nella ex stalla, lo mette di sghinbesclo sopra un armadio: deve vedersi e non vedersi, I clienti hanno da provare l'emozione della scoperta. Pensa al prezzo: se sei mesi fa lo aveva venduto per due milioni, adesso dovrà chiederne almeno tre e mezzo: bisogna stare aggiornati, specie quando si hanno In mano pezzi antichi, belli, rari. Remo Lugli ga; a terra, posato su un fianco della scrivania e incartato, c'è il quadro della dama. Non c'è bisogno di scartarlo, non si tratta di discutere sulla sua presunta falsità. Lovisoni dice che crede al cliente, è inutile far fare un altro esame radiografico, sarebbero soldi spesi inutilmente, bisogna che ognuno si riprenda il suo e restituisca 11 denaro avuto. Borsaioli reagisce: «Io l'ho venduto per quello che sembrava essere, non sono tenuto a garantire niente». Venturelli si agita sulla sedia: ..Ma parlandomi del castello e del conte, volevi sottolinearmi l'autenticità del quadro». La discussione partita sul calmo, in breve si anima. Lovisoni si sforza di far mantenere le voci su un tono basso, teme che entri qualche cliente e che possa rendersi conto di che cosa si discute. A un certo punto si delinea un accordo: Venturelli restituirà a Lovisoni non i quattro milioni che lui l'assegno e si è ripreso 11 dipinto. Poi, naturalmente, è andato da Venturelli, il quale a sua volta è risalito a Borsaioli. I tre si sono dati l'appuntamento per oggi, qui nel negozio, e adesso sono seduti nel retrobotte¬ di una ditta brasiliana e la data, di tre anni fa. Lei preferisce che diffonda la notizia suscitando una scandalo o mi vuole restituire il denaro?». Lovlsonl non ha esitato un momento: ha compilato Tavolo-letlo-divano «Domino»; design M. Morozzi Una versione di «Tuoli»; design A imi Nuriucsniemi Un domine strabiliante . Remake d'alta «lasse Massimo Morozzl (Centro Design e Comunicazione) esplode con questo «Domino» opulento di richiami, dal letto al triclinio, intrigante nel segno decorativo. Lo schienale è composto da più sezioni autonome che possono essere alzate o abbassate (in questo caso si forma un piano-letto) a piacere. Tutte, sull'esterno, hanno un inserto in pelle che richiama appunto la tavoletta del domino. Tre le versioni da 210 cm a tre metri. Prezzi importanti, come l'exploit che porta la firma di Cassina: il due posti 3 milioni e 326 mila; 11 tre metri costa 7 milioni e 750 mila nella versione in pelle. G. Paolo Boetti Oggi si chiama «Tuoli», la Lounge Chair 002 disegnata negli Anni 70 dal finlandese Antti Nurmesniemi per la Vuokko. Cassina l'ha' inclusa nella sua produzione come esempio di design scandinavo aperto alla cultura internazionale. Ma questa poltrona ha più di un motivo per meritare attenzione. L'alto valore simbolico del «meccanismo» che permette allo schienale di assumere la posizione desiderata: il designer ha sfruttato semplicemente l'attrito fra schienale e sedile e la forza di gravità. Nurmesniemi (tra l'altro: due Grand Prix alla Triennale milanese nel '60 e '64) ha espresso bene la sua preferenza per la solidità e la semplicità. La struttura portante è in tubolare cromato, imbottitura In poliuretano, rivestimento in tessuto o pelle. Prezzo: da 800 mila lire. Naeko la diversa Si chiama «Naeko,. questa lampada che riteniamo malleabile più di quanto possa suggerire il primo sguardo. Disegnata da Kazuhide Takahama per la Slrrah, è una plafoniera sui generis, schermata da teli d'organza: gusto al di là del semplice sapore d'Oriente. I teli, da 113 cm, sono uniti da bottoni bianchi bordati d'oro e da «gemelli» angolari anch'essi dorati. Luce mollo densa, opalescente, piacevole. La fonte è un'aiogena da 250W-E27. Marenco a tavoline Mario Marenco apre la sua stagione per la B&B con «Mimi», un tavolino divertente: la base circolare (100 cm di diametro) porta un braccio a perno che permette la rotazione della base di servizio, un quadrato smussato. Base in marmo nero marquinia, bianco crlstal o grigio scogliera; piano di servizio in legno verniciato. Prezzo: un milione e mezzo. «Naeko» di K. Takahama esign Marco Marenco (B&R)

Persone citate: Antti Nurmesniemi, Marco Marenco, Marenco, Mario Marenco, Morozzi, Paolo Boetti, Remo Lugli, Venturelli