Il canto è un accento straniero

Il canto è un accento straniero Il canto è un accento straniero UNA storia sociale del canto — non della musica vocale, ma della voce cantata — non è ancora stata scritta, eppure poche manifestazioni umane sono cosi dense di convenzioni e di significati sociali e culturali. Basta girare le manopole della radio per cogliere a piacere una varietà caleidoscopica di timbri vocali, che, indipendentemente da ciò che cantano e da come sono accompagnati, riconosciamo immediatamente come appartenenti almeno a due mondi diversi: quello della musica classica e quello della musica leggera. Si è detto «almeno» perché, allargando e approfondendo il campo delle osservazioni, non sarebbe difficile verificare la nostra capacità di individuare altre categorie vocali. Potremmo, per esemplo, Identificare la prima come quella delle voci educate e la seconda come quella delle voci naturali (ma sarà proprio vero che le voci della musica leggera siano cosi naturali?) o come quella del mondo della cultura e quella del mondo del disimpegno culturale, ma a questo punto potremmo anche leggere 11. Umbro di queste voci In tèrmini classisti: . le voci del mondo del ricchi — che frequentano l'opera — e quelle del mondo dei poveri — che frequentano la balera. Potremmo anche individuare le voci del mondo contadino — come quelle delle mondine e dei montanari — ma pure quelle delle mondine e del montanari veri, che cantano la disperazione vera, e quelle dei proletari dalla pancia piena che, con quel tipo di voce (ma si distingue sempre), riempiono la cassetta, Sarà meglio, però, lasciare il compito di questa ricerca a un sociologo melomane per chiederci invece quale sia l'elemento fisico oggettivo che ci consente di orientarci nel bosco delle categorie musicali ed extramusicali della voce cantata. La risposta è semplice: il colore delle vocali. Si era già visto (Tuttosolerne n. 52, 10 marzo 1982) che le vocali non sono altro che modificazioni del timbro originale della voce — quello laringeo — ottenute modificando con l'articolazione 11 profilo — e quindi la risonanza — del canale vocale. Approfondendo le indagini si può verificare facilmente che la variabilità del profilo del canale vocale è il fattore fondamentale della comunicazione strettamente verbale, cosi come di tutte le comunicazioni extraverbali legate alla parola. Un'esperienza facile da compiere è quella di mettere a confronto la voce di persone diverse eccitando il loro canale vocale con una laringe artificiale. E' questa un vibratore meccanico 'Che, applicato sulla laringe (quella vera), genera un suono che può essere articolato pronunciando le parole come se provenissero veramente dalla glottide. La voce che giunge all'ascoltatore risulta metallica e monotona come quella di un calcolatore, ma è sufficiente alla comunicazione. Orbene, se la stessa laringe artificiale viene usata sperimentalmente da più persone si ottiene l'effetto Un vaccino per salvare I denti Un vaccino «su misura» per ogni individuo e un apparecchio a onde sonore a media frequenza sono due tecniche per evitare la caduta dei denti messe a punto rispettivamente in Australia e in Francia. Il vaccino, sviluppato da un ricercatore di Melbourne. Geoffrey Smith, è basato su sostanze in grado di combattere la flora batterica presente nella bocca, causa di carie e quindi della caduta del denti. Poiché ogni individuo sviluppa una particolare flora batterica, dipendente dalle caratteristiche fi-1 Biologiche del proprio organismo, il vaccino dev'essere realizzato «su misura», e basato su un prelievo di saliva preso dalla bocca, Secondo gli esperimenti di Smith, questi vaccini consentono una protezione dei denti tre volte maggiore di quella affidata alle difese naturali dell'organismo. L'apparecchio a onde, sonore, invece, è derivato da quello a ultrasuoni già impiegato dai dentisti per rimuovere, il tartaro o per devitalizzare 1 denti. Nella cellula sono presenti anche nuclcotidi liberi nel citoplasma, ognuno dei quali può unirsi con un nucleotide complementare in ciascuna delle due metà della molecola del DNA sintetizzare una proteina che è necessaria per la salute dell'organismo stesso. La mancanza o l'errata costruzione di una proteina può infatti causare malattie anche gravissime, sia fisiche che mentali. Il caso forse più drammatico è quello della malattia di Lesch-Nyhan. In questa malattia ereditarla, per fortuna rarissima, a causa della mancanza di una proteina detta Ipoxantina-guanoslna fosforlboslltrasferasi, il malato è preso dalla voglia irrefrenabile di mordersi, sicché si produce delle mutilazioni strappandosi a morsi pezzi di dita o di labbra. Forse la più nota tra le malattie ereditarle è la cosldetta talassemia o anemia mediterranea, della quale sono portatori fino al 15 per di queste proteine causa la deposizione del colesterolo sulla parete delle arterie e loro conseguente occlusione. Ma la terapia per ingegneria genetica è già praticabile nell'uomo? E' probabile che 1 primi tentativi sull'uomo saranno autorizzati nel 1986 negli Usa. VOfficerof Technology Assessment ha stabilito, su incarico della Camera del Deputati statunitense, sei criteri che devono essere soddisfatti prima che una tale autorizzazione venga concessa. Il primo è una descrizione dettagliata del perché si intende usare questo tipo di terapia. Il secondo è la ragionevole prospettiva che la terapia curi o fermi il pro-gresso della malattia. Il terzo è che non ci siano altre tendono a uniformarsi. Confrontando le analisi della voce parlata e cantata di un cantore è facile verificare che egli, nel passare da un comportamento fonatorio all'altro, ha essenzialmente modificato la struttura acustica delle sue vocali. Se poi, partendo dai rispettivi sonagramml, si tracciano 1 relativi diagrammi di Potter e Steiberg, che traducono In punti su di un plano cartesiano le vocali avendone estratto due particolari coordinate (la frequenza delle due prime «formanti»), si scopre che 1 punti corrispondenti alle coordinate di vocali emesse con tecniche vocali diverse si dispongono sul piano cartesiano secondo 1 ' lati di triangoli diversi analogamente a come si dispongono secondo 1 lati di triangoli diversi le vocali pronunciate da parlatori di lingua diversa. In altri termini: dal punto di vista fonetico cantare equivale, rispetto al parlare, ad adottare una sorta di accento straniero. Le diverse tecniche vocali, cioè, — Urica, rock, popolare — equivalgono ad altrettante inflessioni linguistiche. Se ora, per analogia, pensiamo alla facilità con la quale anche chi non conosce l'inglese riesce a distinguere un anglosassone da un americano o, ancora, a come gli inglesi sappiano riconoscere dall'accento la classe sociale del loro inerlocutori, slamo indotti a pensare che davvero una sociologia della voce cantata non sarebbe poi un'ipotesi tanto sbagliata. paradossale per cui, sebbene tutti 1 partecipanti all'esperimento parlino inequivocabilmente con la stessa voce da robot, essi sono altrettanto inequivocabilmente riconoscibili. Il fenomeno perde ogni mistero quando si consideri che il canale vocale tende a imporre la stessa risonanza a ogni suono che lo percorra. Quindi lo spettro del suono laringeo naturale e lo spettro di quello artificiale presentano all'uscita dalla bocca profili molto somiglianti. In altre parole, poiché ognuno di noi emette vocali caratteristiche, esse rimangono un carattere molto personale qualunque sia la voce — naturale o artificiale — con cui vengono pronunciate. Le informazioni extraverbali portate dalla voce non sono però soltanto quelle relative all'identità. Fa parte del vivere quotidiano riconoscere al telefono gli stati d'animo o le reazioni dell'interlocutore. In questo caso, veicolo dell'Informazione non è soltanto 11 timbro vocalico: lo sono anche la melodia del discorso, l'accentuazione, i silenzi. Dobbiamo però dire che a nostra conoscenza la fonetica delle emozioni — vogliamo chiamarla psico-fonetica? — è una scienza ancora da fondare. Lo è, del resto, quasi per intero anche quella della voce cantata. Tuttavia siamo almeno in grado di dire che, nei casi in cui si è consolidata una tradizionale vocale — etnica, colta, popolare, ecc. — si sono stabiliti degli stereotipi timbrici a cui tutti i componenti di quella popolazione musicale Mauro liberti EniChem allaccia una rete di alleanze e joint ventures con i principali gruppi chimici del mondo occidentale. Oggi la ricerca avanzata non è più semplicemente un fatto di uomini e attrezzature. Per non creare doppioni e per sfruttare al massimo le possibilità integrate della ricerca mondiale, risparmiando molto tempo (e molto denaro), la chiave dello sviluppo sta nella joint venture, nello scambio di know-how, nella collaborazione a livello mondiale. Per questo EniChem, nella sua strategia di rinnovamento, costruisce un insieme di scambi e collaborazioni con i grandi gruppi chimici del mondo. A livello della grande chimica spiccano alcuni accordi, come quello con la Du Pont per il polietilene lineare bassa densità, quello con la Hoechst per la produzione di polietilene negli impianti Ruhr-Chemie di Oberhausen, la joint venture con la Union Carbide per gas tecnici e quella con la Sabic-Neste Oy per la produzione in Arabia Saudita di composti ossigenati per benzine senza piombo. Altri accordi rientrano nel quadro del potenziamento del settore della chimica fine e farmaceutica e si estendono all'area delle biotecnologie: fra i più importanti quello con la Uniroyal per gli addativi per materie plastiche, l'acquisizione di una linea diagnostica di radioimmunologia dalla Dow-Lepetit e quella della Aktis Corporation, che consente l'ingresso in una tecnologia avanzata, quale la "fluorescence immunoessay". Altri accordi sono in via di perfezionamento. z

Persone citate: Geoffrey Smith, Lepetit, Pont, Potter, Sabic

Luoghi citati: Arabia Saudita, Australia, Francia, Melbourne, Usa