Come si può fare una storia della canzone italiana senza tener conto delle musiche

Il saggio di Gianni Borgna: notizie utili in un quadro incompleto Il saggio di Gianni Borgna: notizie utili in un quadro incompleto Come si può fare una storia dll i pdella canzone italiana senza tener conto delle musiche Oggi che il catàlogo Ricordi langue, l'unica etichetta che s'affacci nella nuova'area discografica è appunto la Fonit Cetra: oltre al Viaggio (da lei distribuito per la sola Italia, mentre il resto del mondo è appannaggio della Deutsche Orammophone —, che materialmente è confezionatrice del prodotto), l'etichetta di Stato ha Inaugurato fra settembre e ottobre il suo catalogo in OD. Sono disponibili una Sinfo^ nia n. 9 di Beethoven diretta da Furtwàngler. coi Wiener Phllhàrmonlker; Séefrled, Anday, Patzak ed Edelmann solisti; una Traviata diretta da Gabriele Santini, con la Callas e Francesco Albanese, Orchestra della Rai di Torino; una antologia wagneriana diretta da Toscanini.' Rispettivamente uno, due e due Compact Disc, ovviamente ' non' digitali all'origine trattandosi di registrazioni storiche. Perché non La Traviata con la Callas, Di Stefano e Giulinl, che pure era in catalogo? Migliore la qualità del nastro Rat. Come si vede, si tratta di un esordio timido oltre che tardivo: quattro numeri in tutto, cui si aggiungeranno nell'36 altre uscite, quasi tutte consistenti in materiale storico. Del resto, in questa nuova stagione della discografia, siamo tutti plinti della Germania.e, del Giappone, dove esistono-i grandi e qostostt^--^ pianti attrezzati per la'nuova tecnologia (ÌCviagàlàa Reims è Infatti prodotto ad Hannover, mentre gli altri tre CD vengono da Tokyo, dal momento che la Fonit Cetra ha In vigore un contratto, per la distribuzione nel mondo delle sue nuove produzioni, con la Cbs, che è consociata alla Sony). Tutto il mondo, Stati Uniti compresi, dipende dagli impianti Polygram e Sony-Cbs, e per 1 «clienti», ovviamente, lo spazio è limitato. Anche volendo, chi può pubblicare di più? f Gianni 'Borano avrebbe dovuto, intanto, rinunciare in partenza al capitolo primo, «Le origini», non disponendo degli strumenti per tracciare davvero una preistoria della canzone italiana. Infatti, in questo capitolo, sorvola con eccezionale disinvoltura di luogo comune in luogo comune, accettando troppe ielle1 scorrettezze che la pubblicistica corrente ha messo in giro. Non credo davvero che, nel 1985, si possa scrivere, per esemplò, che'«il più antico canto popolare conosciuto è il Canto delle lavandaie del Vomèro dèi 1200»; oppure che la ' nascitadèlia "tarantella sì-debba ftiPrìsalire alla metà del Seicento; oppure ancora ripetere che Fenesta ca lucive si riferisce ad una storia siciliana del Seicento per il testo, mentre la musica ricorda •motivi» del Mose di Rossini e della Sonnambula di Bellini (Giuseppe Cocchia- ganico e disteso), proponendoci tuttora una pub-, bticlstlca aneddotica, generica, impegnata a ripete- '< re acriticamente luoghi comuni, informazioni imprecise, dati non verificati. L'uscita, con il marchio» prestigioso di Laterza, di una Storia della' canzone italiana, con prefazione di Tullio De Mauro: (autore Qianni Borgna). avrebbe potuto essere l'avvio di un «nuovo corso» d'attenzione e studio su un fenomeno sostanzialmente' incognito e di grande portata, a piti livelli, e in piùambiti (non soltanto socioTogltit); 'Purtroppo' Vàppun-. tammto è ancora tiha volta mancato e la cosa sirice-. ramente dispiace a chi crede che anche le modeste «canzonette» meritino considerazione e ritiene che non si tratti soltanto •di robetta «di consumosenza pregi e senza dignità. ra e Ottavio Tiby, già nel 1954 hanno fatto giustizia di queste sciocchezze). Il problema della «storia» di Borgna è in primo luogo quello delle fonti, che sono tutte giornalistiche o di pubblicistica corrente, senza profondità di competenza storica. Ma il -problema è anche quello di non aver praticamente preso in considerazione la musica. Vi sono, certo, apprezzamenti generici su questa o quella melodia, ma il fenomeno dei modelli, degli stili, delle acquisizioni, delle innovazioni, della qualità musicale delle canzoni, in termini musicali (magari .anche esposti in modo-semplice) è del tutto abbandonato. Neesce, nella parte migliore che è quella contemporanea, una sfilata anche utile di date, nomi e titoli, se■ condo un disegno «storico» che fa riferimento a dati di sociologia elementare. Questa parte non è inu¬ Mozart con il suo «Requiem» si conferma compio-1 ne di vendite per la seconda settimana consecutiva, anepe se sul podio di direttore c'è Giulini al posto di Boehm. Verdi resta su posizioni foni di classifica. Nella musica leggera riprende la maglia di leader Baglioni dopo essere stato spodestato da Madonna. Sconquasso invece nel jazz dove una classifica molto moderna e rigorosa ha spazzato ì'rinquinalo» Miles Davis. tile perché non è sempre facile ricollocare,- nell'assenza di fonti e di studi, canzoni ed eventi canzonettistici, e il libro di Borgna (che, evidentemente, si muove piti a suo agio fra le raccolte di Sorrisi e canzoni che non nella bibliografia «seria») è un ausilio anche opportuno per altre ricerche Certo rimane l'ovvietà del punto di vista che, avendo quale unico referente il testo delle canzoni, non può non offrire un giudizio viziato e incompleto. Sarebbe come se si volesse scrivere una storia dell'opera lirica usando 3 -soltanto (oquasi)-l-libretti di 'Francesco Maria Piave. Ciò si vede soprattutto in quelle parti dove è possibile una lettura «ideologica» dei testi e sinceramente dà fastidio che, nella metà degli Anni Ottanta, si continui a indignarsi o ridere dei prodotti dell'epoca fascista, senza tentare (come Un sondaggi

Luoghi citati: Germania, Giappone, Hannover, Italia, Stati Uniti, Tokyo, Torino