La bella Bonaparte che conquistò Hugo e sposò Rattazzi

La bella Bonaparte che conquistò Hugo e sposò Rattazzì La bella Bonaparte che conquistò Hugo e sposò Rattazzì Bellavista batte Socrate 6 che decennio più tardi, nemmeno avrebbe registrato. ■ «La mia bella cugina — diceva di lei il terzo Napoleone — è una perfezione di doti; ella le ha tutte, le buone e le cattive». E non sappiamo quali lo soggiogassero di più; forse quelle medesime della Castiglione, che non erano affatto gradite all'imperatrice pur «sperta di toreadores a Madrid e di diplomatici a Parigi». Capricci, leggerezze, stravaganze? Certo che la principessina non si lasciava impacciare dalle convenienze. Esiliata, si stabili a Aix-en-Provence, ma quando nel 1860 il Piemonte cedette la Savoia (e Nizza) alla Francia, Maria de Solms si spostò ancora, oltre i confini dell'impero. Varcò le Alpi e prese residenza a Torino, la capitale del Regno, che l'accolse generosamente. Luigi Cibrario, conte e gran cancelliere degli ordini dei Santi Maurizio e Lazzaro, Angelo Brofferio, avvocato e deputato della sinistra, entrambi sulla sessantina, ma con il cuore ardente come ai vent'anni, si disputarono gli onori della bella e non fedelissima sposa del conte de Solms. Sui due galantuomini la spuntò per altro il timido, smilzo Urbano Rat tozzi, ministro di S.M., ■l'uomo fatale di Novara, d'Aspromonte, di Menta¬ na». Alessandrino, cinquantacinque anni, una vita privata irreprensibile, addirittura illibata. Ma davanti alla seducente signora limpacciato statista, non abituato alle mondanità, perdeva la testa e si lasciava andare a insospettabili palpeggiamenti. Che, a dire il vero, non dispiacevano del tutto alla corteggiattssima dama; prova ne sia il loro matrimonio, celebrato appena quindici giorni dopo la morte del conte cui ella era maritata. Giudicata spesso stramba dai suoi contemporanei, Maria Rattazzì fu innegabilmente una figura fuori dell'ordinario: eclettica, curio- Maria Bonaparte sa, geniale a volte, fervente, attivissima nel mondo delle lettere, fondò e diresse alcune riviste di cultura, scrisse poesie e romanzi, e persino libelli che le procurarono fiere inimicizie. Si osò insinuare, malevolmente, che tutto quel che faceva non fosse farina del suo sacco. E a tale proposito si raccontarono storielle maligne: «DI chi è figlia questa bella bambina?», domanda un signore. «Della Rattazzì». «Può essére: si fa fare gli spartiti, le statuette, gli articoli da altri. Può darsi che si sia fatta fare anche i figli da altri». Un fatto è, in ogni modo, sicuro: ella ha lasciato un cospicuo numero di opere, oggi un po' troppo immeritatamente dimenticate. Segnaliamo una sua pregevole storia di Nizza, intitolato Nice ancienne et moderne, 1854, in catalogo alla libreria Barzi di Roma (via Pietro della Valle 1) a lire 60.000, e un curioso quanto raro libretto, La verité sur Mme Rattazzì, del 1869, dovuto alla penna di un misterioso «inconnu», nel quale si volle ravvisare, e forse non a torto, dato il tono altamente elogiativo del panegerico, la stessa signora Rattazzì. Lo si trova alla libreria Peyrot di Torino (piazza Savoia 8) per 30.000 lire. ROMA — Il caso più comune, un classico nella storia della cinematografia, è il film che nasce dal romanzo di successo. Il caso più nuovo ma abbastanza frequente in questi ultimi anni è il libro che nasce dal film di successo. Assolutamente inedito, invece, è il caso di un libro e di un film che raccontano la stessa storia, nascono contemporaneamente e vengono firmali sempre dallo stesso autore. A tentare questa via è Luciano De Crescenzo, ingegnere, ma anche scrittore, disegnatore, presentatore, fotografo e regista, suprema incarnazione vivente dell'arte di arrangiarsi napoletana. Sta per arrivare in libreria, edita da Mondadori (L. 16.500 per 212 pagine), una sua raccolta di racconti intitolata alla greca Ol dialogoi, mentre sta per arrivare sugli schermi, a distanza di un mese dall'uscita del libro, un suo film, H mistero di Bellavista, tratto dal medesimo libro. De Crescenzo parla di operazione parallela, fatta perché il bello della vita è sperimentare tutto quello che non è mal stato fatto: «Non sopporto le etichette, gli schemi e le regole. La mia sola fede è 11 dubbio: In camera da letto, nel posto Rolando Jotti ti, a Bellavista sei. ila modo dì pensare delibi orate quanto Bellavista cose che dice Luciano questo caso vero e unto Che la .napoletanità' come tutte le filosofiti vulgata, Luciano De O Milano, negli Anni Seta rito per conto dell'IBM grammature di compi' milanesi tanto efflclent sponsabili, gente alla q cosa sapendo che propi stata fatta, ho sentito! raccontare piccoli fatti tentativo di spiegare et la disorganizzazione, l'i periicialità, avevamo u turale da difendere». Ma il secondo passai orale al racconto seri compiuto a Roma, sug tra tante case, a lui ei affitto proprio l'appari to lo scrittore Ingleseuna scelta mi è sembra al quale, volente o noie alcuni amici ai quali ai quello che scrivevo, av scrittura proprio a que £ cosi, lentamente?! ingegnere dell'IBM hai in pensatore. Punto ost scoperta della stretti»] filosofia epicurea e Ut una delle poche cose d Crescenzo. .Mentre i stoici/noi napoletani s ranti, scettici, rassegni smaliziati». Se la •napi lascia perplessi gli in molto al grande pubbl diventati un buon affi previsione di un altre dei librai italiani perii arrivate a centoventi^ Napoli. Una scena di strada che di solito viene dato a un'immagine sacra, lo ho un grosso punto interrogativo, la sola certezza In cui credo»'. Scritto come pausa di sospensione tra il volume La storia della filosofia greca numero uno, ovvero dei presocratici, un successo di vendite che sfiora le quattrocentomila copie e torna regolarmente nella classifica del bestseller all'Inizio di ogni anno scolastico, e La storia della filosofia greca numero due, ovvero i postsocrattei, alla quale De Crescenzo sta lavorando da mesi, intimidito dalla presenza di Aristotele, Ol dialogoi comprende nove racconttnt tu temi di stretta attualità: il tràffico, l'arte moderna, il pericolo atomico, lo strapotere della televisione e così via. Nella definizione di De Crescenzo questo libro è il figlio legittimo delle nozze tra il suo primo volume, Cosi parlò Bellavista, e il suo ultimo, La storia della filosofia greca. Protagonisti dei dialoghi (.ha sola forma civile — dice De Crescenzo — che l'uomo ha per avvicinarsi alla verità») sono il signor Socrate, di professione filosofo greco, e ti signor Bellavista, di professione filosofo napoletano: a Socrate sono toccati tre raccon¬