Partito da «grigio impiegato» è tornato con quattro società

Viaggio fra i giovani che inseguono super-specializzazioni Viaggio fra i giovani che inseguono super-specializzazioni Partito da «grigio impiegato» è tornato con quattro società A 26 anni, laurea in problemi pratici e si a Hai una laurea In economia e vuol diventare imprenditore, ammtni6tratore delegato di grandi aziende, consulente1 che tutti si contendono? Val ia specializzarti in America. -Attenzione, però: non In qualunque posto d'America. Perché la come qua esistono, scuole buone e scuole meno buone. Per un futuro di successo indubbio ci vogliono almeno la Columbia University o l'Università di Yale, ma •rt. Stanford o Whar«nz'altro meglio, che di queste cose . E che par¬ tito da _ Gianni igrlgio comp..enunce dei redditti nello otudlo di papà, si ritrova oggi affermato businesà-man con quattro società di management Consulting (consulenza aziendale, grosso modo, ma in tema di economia l'inglese è d'obbligo). Il signore In questione è Attilio Arietti, trentacinque anni, due bambini e il look -del manager di classe: sclcchlsslmo nel suo golf di cashmere nocciola su pantaloni di vigogna grigia. Affabile, spiritoso, parla con ottima dizione e qualche pausa a effetto. Non c'è dubbio: il dottor Arietti è ben sicuro di sé. Anche questo, dice, si impara a Harvard. Alla Harvard business sèhooli dunque, Attilio Arietti entra nell'ottobre del '76: dopo aver partecipato a una selezione severissima — che soltanto il 7-8 per cento dei candidati supera — con l'assegno di studio dell'Università di Torino e con i suoi risparmi. Come mai ha deciso di andarci? «.Ero assegnista a Diritto privato e lavoravo da mio padre, ma fare il com'merclalista non mi gratificala. Volevo orizzonti più ampi e l'impostazione soltanto teorica che l'università mi aveva dato non era sufficiente: ■ Perché da facoltà come Economia e commercio, in ■H&Jift; si esce con una buonS*! .fonazione nelle materie-di § ragionieristico e economia, ha deciso di tentare la carta di Harvard - «Là ci si occupa di addestra la gente a risolverli» - «Il rientro? Una scelta di cui sono felice» Attilio Arieti): «Fare il commercialista non mi gratificava» ridico, ma tanto non basta a inserirsi nel mondo del lavoro: -Mentre da noi l'indirizzo di studio è teorico-dogmatico, in scuole come Harvard ci si occupa di problemi pratici e si addestra la gente a risolverli. E' un metodo che consente di concentrare, di imparare più in fretta quello che qui si impara dopo la laurea, in anni di esperienza. Vn direttore generale non prende le C'è un centro che insegna ad insegnare In Italia, l'istituto magistrale e l'università diplomano e laureano 1 futuri maestri e professori, ma (caso unico in tutti i Paesi europei) non insegnano ad insegnare. Eppure, oggi, le richieste, le attese della società nel confronti della scuola sono enormi e si riversano proprio sul docenti. Se-a ciò. si aggiungono le rÌformè%É'ordinamenti e di prcuji^mmi che vengono -- W^f;-, ■ i_ sue decisioni sulla base di qualche strano teorema studiato all'università, perché i teoremi li dimentichi subito». Le lezioni di Harvard, infatti, sono discussioni: una settantina di allievi discutono un coso, una situazione aziendale, insieme con il professore. E la valutazione sul rendimento dello studente si basa anche sull'efficacia degli interventi in quelle di- varate in sede parlamentare (ora sarà la volta delle elementari), si può comprendere come formazione e aggiornamento siano importanti, anzi fondamentali, per tutti gli insegnanti. Per questo motivo, il Centro di psicologia e ricerca di via Venasca 20 (tel. 011-447.48.87), ha promosso il secondo corso biennale dal tema: « Professione insegnante: un nuovo percorso formativo». Il ciclo è coordinato dal professor Paolo Meazzlnt dell'Università di Roma. Il primo anno del.biennio.è aperto. alunni Iturtoìs scussloni: -Animatissime, in cui ognuno tenta di affermarsi sull'altro, in un clima di competizione quasi esasperata. I colleghi di studio non sono amici, sono rivali. Almeno per il primo del due anni del corso. E se non hai grinta, la comunità ti emargina*. Una bella fatica, però. E 11 rapporto umano, quel bel cameratismo magari un po' goliardico ma tanto edificante fra studenti? Roba da film, americano appunto. E se quel sistema di studio basato sulta competitività sembra ingiusto, dice Attilio Arietti, «in fondo anche la vita è così. La business school riproduce situazioni reali: il mondo non è fatto di gente che si fa in quattro per starti a sentire e capirti». Il rapporto, umano, Invece. Harvard lo insegna per «addestrarti a comprendere i problemi degli altri», dei futuri collaboratori e dipendenti, «in modo da aiutarli a lavorare meglio». Ci sono lezioni di interpersonal behaviour fatte apposta: «In quale scuola italiana esiste questa disciplina?», si chiede 11 dottor Arietti. Insomma, magari secondo schemi e modi diversi dai nosti, ad Harvard si impara proprio tutto. Anche a lavorare in americano, come ha fatto Attilio Arietti, che per sei mesi è stato in una società di consulenza internazionale con sede a New York Ma tornando ài patri! lidi della teoria e dell'appressi mazione, non ci si sente un po' pesci fuor d'acqua? «Là è senz'altro tutto più efficiente e organizzato. E senza quell'esperienza non sarei mai riuscito a realizzare quello che ho realizzato. Ma il rientro è stato una scelta di cut sono felice». Felice di lavorare 13 ore al giorno, a capo di una società che è quarta in Italia nel settore, giocando con i suoi bambini nei ritagli di tempo, Anche i ennOà-bMtmi&m. Jiànno deipre^Jamja Eà F ^jE\*à Ferrerò ■■

Persone citate: Arietti, Attilio Arieti, Attilio Arietti, Paolo Meazzlnt, Stanford

Luoghi citati: America, Harvard, Italia, New York