«Un film è ciò che mi accade intorno»

Intervista con Lina Wertmueller, regista italiana amata in America Intervista con Lina Wertmueller, regista italiana amata in America «Un film è ciò che mi accade intomo» E' la più infaticabile lavoratrice del nostro spettacolo, una sorta di stakanovista della cinepresa: 12 ore al giorno filate, quando non sono di. piti', senza mai un; accenno di stanchezza o di appetito, come accade al comuni mortali. Inoltre, un cervello in perenne' fibrillazione, per cui se la signora non è sul set è a casa che scrive sceneggiature o in viaggio per la presentazione di libri suoi o del marito (Enrico Job. scultore, scenografo e, da poco, scrittore). Raggiungerla è impresa ardua, non essendo mal dove dicono che sia: o non c'è ancora, o se n'è appena andata: Di conseguenza, Intervistare Arcangela Felice WertmUller von Elgg Spanci, romana di origini svlzzcro-puglesl, detta comunemente Lina, nota In America come. L.W.. è quasi una vincita ai lotto, soprattutto in questi giorni che sta portando a termine il suo ultimo film: si aggiunga che L.W.. il voltò aguzzo nascosto dietro gli enormi occhiali scuri con la montatura in plastica, bianca che sono ormai il suo trade-mark internazionale c le permettono di mettere a fuoco soltanto le persone che la interessano, non ama le Interviste. Le cose che la riguardano, dice, preferisce scriverle da sé. Ma se è.proprio costretta, soggiace educatamente, investendo l'interlocutore come un fiume in piena, sicché diventa difficile, tra una risposta e l'altra, trovare il modo di piazzare le domande. Ma anche questo fa parte del personaggio: che è irruente imprevedibile, fantasioso, acutissimo, entusiasta e generoso, sia di pensieri, che di parole. — Parliamo del suo ultimo film, ambientato naturalmente a Napoli. Dico naturalmente, perché Napoli, oggi, £ molto di moda del cinema. .Cosa vuol dire che Napoli è di moda? Napoli è una città meravigliosa per far del cinema, oggi come Ieri: certe cose succedono soltanto 11 e le fcò'stì j clie vi succedono, lmnnó(0unsapore particolare. E' tìr(a città speciale, molto antica, abitata da un grande popolo, i napoletani. Direi che è la più antica città viva che' esista oggi-. — Il film è: «Complicato intrigo di donne, vicoli, delitti». Mi* spiega perché usa sempre titoli chilometrici? , «Non sempre: spesso. Comunque, me lo hanno già chiesto in molti e non so mai cosa rispondere. Chissà, forse è un ■ retaggio ottocentesco, quando 11 titolo riassumeva tutto quello che sarebbe accaduto nell'intero capitolo». — Di cosa tratta il suo ultimo film? «Se dovessi fare una dedica, scriverei: Al peccati della giovinezza. Come vede, so anche essere molto breve». — Lei non ha mai paura di sbagliare un film, signora WertmUller? • •Ce l'ho continuamente, prima, durante e dopo. Perché il successo di un film dipende da moltissimi fattori, non ultimo dalle possibilità finanziarle: e io cerco sempre Vldeouno 22,15 Cenavate oggi '22,30 II mar* e grande, telefilm Dice: «Io faccio del cinema popolare perché considero il cinema un'arte popolare» - La polemica è aperta l l I ti culturale e popolare. La cultura, In America è meno aristocratica che da noi: gli americani, Insomma, mi avrebbero dato il Nobel». — In Italia, non la prendiamo sul serio? •In Italia è diverso: .c'è la smania di classificare, Incasellare, questo per 1 cólti, quello per 1 meno colti: slamo divisi in caste intellettuali, sacralizziamo tutto e facciamo del terrorismo culturale. Ma la gente va al cinema per evadere e 11 cinema ha il dovere di farla divertire!» — Se questa è la sua tematica, In che modo nascono I suol film? •A me Interessano soprattutto 1 problemi dell'essere umano; visti attraverso un'ottica Ironica e grottesca. Io faccio: del cinema popolare, perché considero il cinema un'arte popolare. I miei film nascono di solito da quello che mi succede intorno e mi tocca in modo particolare: a volte si tratta di tipi, a volte di storie.. — Il fatto che, oltre ad essere film popolari, siano anche di cassetta l'avrà resa molto ricca, Immagino. •Lei pensa? Io ho avuto sempre una sola grande ricchezza, quella dei debiti: credo nel debito, come fonte vitale. D'altronde, come può diventare ricca una come me, clie impiega oltre un anno per produrre un film? Quest'ultimo mi sarà costato due anni meno un mese di lavoro, se lo finirò entro novembre. Ma poiché non accadrà, mi sarà costato due anni interi di lavoro. Còsi, alla fine, 11 mio ricavato sarà quello di un tecnico qualsiasi ■. — Perché lavora tanto? •E' vero, lavoro tanto; ma non potrei vivere senza lavorare e neppure lavorando meno. Le (arò una dichiarazione abbastanza anacronistica: io trovo gratificante 11 lavoro, - addirittura mi place lavorare ». — E II successo? Che significato ha, per lei, 11 successo? •Il successo va preso con le fifolle pcfchP'^uKFf^oCurarti #|%»^veo^agUate: sono una persona che crede poco al successo e al denaro. C'è stato un momento, lo ammetto, in cui mi sono fatta prendere anch'io dalla frenesia del possesso e la mia vita si è complicata enormemente: perché li possesso ti fagocita, aggiungendo problemi ai problemi: non per me che, fortunatamente, ho conservato sempre Intatte le mie capacità di divertirmi e d'incazzarmi.. . — Non è in seguito al successo, per caso, che le è nata questa mania di travestirsi, di rappresentare un personaggio? •No, lo mi travesto da sempre, da quando ero bambina, perché amo 11 costume. Da us-, sarò, da. generale, da odalisca, da zingaro. Mi sono battuta selvaggiamente per strappare le mutande alle contadine russe e i copricapi di piume agli indiani sloux. Col risultato che, dietro di me, le pernacchie si sprecavano. Ma in fondo, la cosa più importante è sapore ridere di sé stessi». i lina Wcrlmilllcr con llaryey Keilcl ed Angela Molina sul sci del flint «Un complicalo Intrigo di donne, vicoli c (Idilli to mi piaccia, perché in quel momento significa che è in sintonia con quello che volevo rappresentare. Tutto qui. Infatti, se un film'va bene non vuol dire necessariamente di girare In economia». •j — E quaiid'é che si accorge se il film è giusto? •La riprova che 11 film sia giusto non ce l'ho inai:. l'Importante è che una volta fini¬ che sia bello:.e viceversa». — I suol film hanno un enorme successo In America, dove lei è diventata addirittura un mito. Per quali ragioni? •Forse perché c'è qualcosa nel film che io propongo di cui il pubblico americano aveva bisogno: un discorso comprensibile a tutti. Il mio successo americano è stato infat¬ ti biscazziere è sfregiato fin sopra l'orecchio, una mezzaluna che gli passa sotto lo zigomo e lo qualifica come 11 peggio. Eppure ci ha l'animo sentimentale di un maestro di scuola di Pupi A va ti. Ciò malgrado dimori In Argentina e sono tempi duri (1946) come dire che bisogna essere pronti ad ammazzare e baciare con la stessa Indifferenza o intensità. Il losco comunque spalanca la porta che si affaccia sul suo budoire, che se ci prova uno qualunque a farlo fuori dall'orario d'ufficio, si ritrova come un grovicra a farza di buchi calibro 45, e Invece fa entrare uno come noi che sarebbe Olenti Ford. E gli fa vedére che moglie ha. E' cinema, cinema; cinema. Quello bianconero, misterioso, avventuroso come ,VfM -,»l»W>i,.a fumetti con Cino e Franco o Steve Can|:.von. La .colonna sonora essenziale, mistica nel ricordi. Qui fa un classico: -Amado mio*', che non è nella versione popolare radiofonica che ne segui che farebbe legare 1 denti ad un • alligatore con versi tipo: - Gocìiam quest'ora, che c'innamora, ma svanirà', bensì in inglese che se uno non la capiva, meglio ancorai Suonava bene, ma proprio bene. E allora, lo sfregiato sinistro accenna alla sua signora che è nella stanza dicendo solamente: •■Gilda-. Constata: senza enfasi a punto esclamativo. E lei mica si vede subito come ci hanno abituato 1 flimacci di Alberto Sordi «La mia signora...*: questo è cinema Vero. Lei sta trafficando' china su qualcosa, forse una. radio che sta appunto trasmettendo mAmado mio-, e noti si vede niente. Potrebbe essere Raffaella Carrà con una parrucca di Mastelloni per cui uno stupido gangster, ricco e fregnone, ha perso la testa in un'Argentina sue- delle bighe con quel duro da • Famiglia Cristiana* che era' Ben Hur, sovvertendo anche pronostici che avreb-, bero sorpreso 11 solo Biscardl. E per chi non guarda proprio sempre la tv, questo discórso può apparire un po' bizzarro, ma certo ho capito che pochi fotogrammi bianconeri, possono annullare chilometri di pellicola nello splendore del technicolor. Piccoli pruriti accumulati, In decenni di quarti anteriori e posteriori agitati, esibiti, esposti, anagramma!!, inoviolati e dissacrati, sono implosi (terrificante contrarlo di un'esplosione) quando è comparsa Rita Hayworth. . Non più •Amado mio- ma: «Pist the Blame on Marne < ci canta. È intanto' si sfila guanti neri che la fasciano Oltre 1 gomiti, Niente di più, eppure Qlenn'Ford le molla un tremendo schiaffone. . 'Nò'nJs6v'ch-è 'óra fosse suftftò°F video quando è' partito lo schiaffone, ma non avrei rimpianto nulla se fosse stata un'alba e in più intramezzata da centinaia di spot pubblicitari. La sventagliata di capelli che è seguita al brusco scostarsi della guancia mirabile, come In un movlolone ha sottolineato l'altezzosità della vergogna, la protervia e al tempo stesso l'irresistibilità della seduzione. Ed è successo proprio a casa mia, nella tua, nelle nostre insomma. Un Illustre cinefilo, 11 pittore Sergio Sarri, sostiene che non è Rita Hayworth la meglio cinematografica dell'epoca, bensì Hedy. Lamarr. Cosi lo aspetto con ansia che programmino « Tlie Strange Woriien* dov'è un George Sa'nders giovanissimo la frusta, ma lei non fa una piega. Frustate bianconere che ladano il segno, dico invece lo. Perché la tv, se sai scegliere, soddisfazione te ne dà, eccome.