E' in libreria l'autobiografia della Dietrich

E' in libreria l'autobiografia della Dietrich E' in libreria l'autobiografia della Dietrich Questo libro sta in piedi? Sì, ci sono 2 belle gambe La celebre diva racconta e rivela doti di autentica scrittrice Scrivono, e sognano con 1 loro spettatorilettori, le dive dello spettacolo. Ieri Llv UlImann, Maria Mercader, Priscilla Presley e oggi Simone Signoret, con un'opera personale di pura creatività — Addio Volodia — tradotta in Italia da Mondadori nel momento stesso della sua scomparsa. Ma da domani, nella battaglia per 1 posti al vertice della graduatoria degl'Incassi nelle librerie, arriva la concorrente più temibile in questa curiosa razza di attrici che sanno incantare e sanno pubblicare. La De Agostini lancia le 268 pagine di Marlene D., autobiografia di un'attrice che non ha nemmeno bisogno di firmarsi per intero. Marlene Dietrich, che per molti con l'esibizione di L'Angelo Azzurro ha costituito il momento di più accesa sensualità nella storia del cinema, non delude nemmeno sotto l'aspetto letterario. In primo luogo evita la tentazione del pittoresco, la svene-, volezza dell'aneddoto. Se qualche eccezione fa alla linea di riserbo e allo scelta dello stile, ciò avviene per una debolezza molto franca e per una cavalleria molto simpatica. Del suol uomini Marlene non parla per allusioni. E' di classe purissima nell'accennare alla storia con Joseph von Sternberg, il grande regista che le diede da indossare i panni di Loia-Loia nel film che segnò un'epoca. Legata al marito Rudolf, che fu paziente come Giobbe nell'accettare la funesta presenza d'una «sorvegliante» per l'intero anno di fidanzamento, Marlene non vuole tuttora offenderlo e parla costantemente dell'artista Sternberg piuttosto che del personaggio, per non dire dell'uomo. Una discrezione che le fa onore. Ma di amori conosciuti in periodi meno compromettenti, la Dietrich esprime giudizi dolci e onesti. Jean Gabin era l'ideale che tutte le donne avrebbero cercato, limpido e trasparente al punto di essere infinitamente superiore a quanti cercavano di imitarlo. Burt Bacharach — giovane, molto giovane — la porta al settimo cielo, le suggerisce una passione Inestinguibile, diventa unico nel suo genere. Dove invece Marlene Dietrich sceglie un approccio sorprendente, è proprio nella descrizione del suo successo e nello sviluppo della sua carriera. Tutto si direbbe sia avvenuto per caso, nulla si direbbe sia legato a un motivo valido. Questa donna che ha sedotto metà del mondo civile con la tenue e prodigiosa forza di un'immagine evocata dallo schermo, a quanto pare non era che una ragazza fortunata e una signora appagata, IT libro intero oscilla tra l'ingenuità d'una, collegiale di vecchio stampo e l'insincerità'delia'star ili esperienza'consumata,' due personalità che coincidono in un tipo affascinante senza mezzi'toni. Chi ha sentito Loia-Loia cantare in tedesco di essere una creatura fatta d'amore dalla testa ai piedi, non ha mai avuto necessità di conoscere la lingua di Goethe e di Kant (per citare due degl'idoli studenteschi di questa divina creatura). Eppure lei stessa dichiara di non essere né una bellezza né un talento. Per la prima audizione le danno da recitare la preghiera di Margherita dal Faust e non capisce nemmeno che il cuscino ai suol piedi serve a rendere meno fastidioso l'inginocchiarsi. Confessa che le doti classiche di giovinezza e stupidità nel caso suo si accoppiavano alla perfezione. Racconta di non avere mai avuto ambizioni, tanto che una simile calma le consenti di sopravvivere persino a Hollywood. Il suo tipo è la bellezza all'acqua e sapone, il suo modello la donna tutta casa e famiglia. Se mai nel libro perde un attimo il Marlene Dietrich ha imparalo du Hemingway suo splendido «aplomb», lo fa per un elogio alle patate, le patate vere amiche dell'Infanzia: «Erano bianche, tenere e farinose, facili da mangiare e da digerire, non facevano mai venire mal di stomaco, restava?io calde nel piatto quando tutti gli altri cibi si erano raffreddati da un pezzo, provocando la collera delle madri, delle governanti, delle zie». Ricorda come una gioia le sfacchinate che pativa in America per dare da mangiare ai francesi sradicati dalla loro patria in un paese duro. In casa sua si poteva cenare, chiacchierare e addirittura allontanarsi senza nemmeno una formalità. Pare che il regista Jean Renoir fosse un orso in questo senso e la diva non se ne adonta. A noi l'idea che uno possa abboffarsi in casa di Marlene Dietrich senza neppure rivolgere un sorriso alla padrona di casa, basta e avanza per togliere l'appetito. Conosce Ernest Hemingway (era uno dei suoi Idoli), 11 quale le usa una cortesia in mezzo a un tavola di indifferenti; non s'accorge di chi sia e si dà perciò della stupida. Le sfugge che certi film costano quanto un pacchetto di noccioline americani e si scusa con i lettori per l'espressione famigliare. Al contrarlo Marlene, allorché si libera del freno della distinzione a ogni costov vanta intuizioni e battute insième felici e feroci. La moglie, americana, di Von Sternberg avrebbe dovuto insegnarle lo slang per un passaggio de L'Angelo Azzurro, ma compi il miracolo da sola e allora il regista mandò via la signora: «Non credo che per lui sia stato un problema». Con il marito si mette d'impegno a trovare un nome per la figlia e trova quello, magari bellissimo, ma certamente convenzionale di Maria. Nel '44 Marlene Dietrich, soldato nell'esercito americano, gira una giornata intera sulla jeep per ritrovare Jean Gabin. Si mette a correre cercando una chioma grigia sotto un berretto da fuciliere di marina; infine lo trova e lo chiama: «Lui si voltò e disse: Merde. Tutto qui. Saltò dal suo carro e mi strinse a sé». Non è lo stile di una dilettante. Marlene Dietrich sa scrivere e ha imparato da Hemingway. Quando le telefonava per sapere se aveva sbrinato il frigorifero, le chiedeva di rinunciare agli effetti risaputi e agli aggettivi facili. Piero Perona < stra Rennweg: Arte Austriaca Contemporanea, dal 24 ottobre al 1 dicembre. Orarlo continuato 10-19, lunedi chiuso. Ingresso L 4000, ridotto L. 2000. Per informazioni tel. 958.1547. CELEGHINI - Carmagnola: Bergamo. CENTRO PIERO DELLA FRANCESCA (c. Svizzera 185, tei 752.424): Reptllla, tutti i giorni orario 9-19. DAVICO: Giorgio Ramèlla. GALLERIA L'AFFICHE (via C. Alberto 30) vi propone: le più belle Incisioni e serigrafie di contemporanei illustri. Vasto assortimento di manitesti originali. GALLERIA LA ROCCA (via Maria Vittoria ang. via della Rocca, tel. 874.644). Produciamo Immagini di qualità e proponiamo il più vasto assortimento in Europa di manifesti originali. Cultura e sensibilità per l'arte e i suoi contenuti sono alla base della nostra professionalità. LIBRERIA ANTIQUARIA PEYROT (p za Savoia 8), Luciano Proverbio, Pinocchio, Acquerelli. PORTICI (885.476): Giuseppe Carpanedo. Or.: 15,30-19.30. S. GIORS (521.1974): B. Banfo. ASSOCIAZIONE PIEMONTESE GALLERIE ARTE MODERNA ACCADEMIA: Walter Grassi. A.I.C. (877.857) A. Giachino BERMAN: Cesare Maggi LA GIOSTRA - Asti: L. Richiardi. LA PARISINA: Giacomo Solfiantino. NARCISO (p. Carlo Felice 18): Mario Mafai e Antonietta Raphael. GALLERIA PIRRA (c.so Vitt. Emanuele 82. tel. 543.393): Kees van Dongen. PRISMA: Cuneo, collettiva pittori dell'800-900. SANT'AGOSTINO (Siccardi 15 - tel. 535.963): Macciotta. SANT'AGOSTINO c/o Jolly Hotel Ambasciatori: dal 14 al 17/11 esposizione d'Asta. TUTTAGRAFICA (P. Carlina - tel. 839.7361) Guglielmo Marchisio. .T.T.y.T.T.» ARRIVA A TORINO . * * * » . CIRCHI F.E CIRCO AMERICANO presenta arcuo Folios 1985 dal 14 novembre al 5 dicembre in piazza d'Armi. RITROVI PRINCIPE Aspettami sto venendo Omo super Sensation * **■¥»» PIAZZA D'ARMI TEL. 601.955 Tutti I giorni 2 spettacoli ore 16,30 e 21 La domenica ore 14,45 e 17,45 Prenotazione e vendita biglietti Salone. La Stampa v. Roma 80, tel. 6568.358 e alla cassa del circo CIRCO RISCALDATO VISITATE LO ZOO RIDUZIONI COMITIVE AIhsvs ready for your enjoy ment Super produzione '85

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