«Invece mi considero primitiva» di Donata Gianeri

Facciamo volare unirono Facciamo volare unirono «Invece mi considero primitiva» Raluno «Ma il teatro è lo spazio metaforico in cui ficcare tutte le fantasie possibili. La solitudine mi fa paura quand'è vera» Questa 6 una storia cifrata. Probabilmente e nichilista, anche ee riguarda le canzoni. Certe frasi le capiranno quel cinquantenni che magari fino a qualche giorno fa credevano che Eric Clapton fosse un detective privato ma che. per principio, non confonderanno mal il santone Rajneesh con II poeta Alien Glnsborg; altre .saranno a portata di chi ha fatto II Sessantotto (sempre Intorno al cinquantanni ha, ma ne dimostra di meno) e crede di Identificare Jack Kerouac In quello che suonava le tabla nel complesso di Ravi Stiantar che è stato il maestro di sitar di Harrlson del Beatles e quindi I conti tornano: che slamo .nell'ordine naturale delle cose musicali che contano. Questa è una storia cifrata, di quelle che mettono In Imbarazzo. Perché anche uno che ha l'anima nera come Benigni, avrebbe un momento di Incertezza prima di definire una rockause (come comunemente vien fatto) una Madonna, sia pure Luisa Clccone da Brooklyn o giù di II. Ma cult-lovers o cult-movie a parte, non slam uomini del boschi o delle praterie ma piuttosto personaggi Indecifrabili, una sorta di tonar» urbani... Sono parole, definizioni, che ci giungono direttamente dalle riviste selvagge che predicano la cultura rock: come dubitarne? C'è l'avviso: questa è una storia cifrata. La morale vale per tutti, anche per gli hippies di òggi, che ritengono l'isola di Whlte e Woodstock posti dove Inventarono gli hot-dogs e l'amburger ma con sopra la marijuana Invece delle cipolla. Quelli che si portano II sacco a pelo andando da casa al Palasport — non si sa mal, dovessero perdere l'ultimo tram — e fanno mezzanotte e mezza con Buglioni. •Flore di pepe, tutte le. cose a modo vostro tate, ma verrà un di, che a modo mio tarate» rimuginano stemperando dubbi nell'hot ketchup plquant dove affoga la polpetta tiratardi. Son city klds che net rockpub si confortano con le videoclip che sfilano furibonde ripetendo City Klds che adesso, con le maiuscole, significano garage-band made In France. Le ! voci, te strado, le impazzate1 ! musicali, ormai si confondo|nofcon le Immàgini; ■ ■■><.uiw Quello di prima, sembrava uno stornello di Claudio Villa: parole sbracate in musica cosi come viene e tantissima morale. Macche: è proprio Bagllonl, quello che In quel disco aveva Toto Torquati al pianoforte, Tagliagambe alla tuba, la Temperini all'arpa e: -Fiore di poi, che tutta la cagione foste voi, me (tassino 'na spinta, e lo ce casca/». Sembra Impossibile. Intanto, da qualche parte, De Gregori canta: «La storia slamo noi, nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso: Sta ancora dentro II suo ultimo disco questa sua godibile morale, nel video l'abbiamo appena intravisto. Il fatto è che lui viene davanti alla telecamera e canta. Tutto 11. Come quel suo compare di un tempo, cerio Lucio Dalla, che era più basso e ben più bruttino, ma aveva la presunzione di spiegarci quant'era profondo II mare e ci riusciva. Semplicemente cantando, suonando II piano, il clarinetto, magari II sax appena un poco e poi solfeggiando, mugolando, e facendo le boccacce. Inimitabile, eppure la mattina, in bagno, Il motivo della canzone veniva spontaneo a tutti noi stonati. Il satori (premonizione visiva, tanto per dare un significato) a me è venuto mentre aspettavo di vedere il film ff bacio della pantera, ed ero In' ritardo sull'orario previsto, e avevo acceso la tv e in un coacervò strumentale più metallaro che punk, avevo visto una bella sventurata discinta preda di selvaggi unti e tatuati, certo cannibali calvi, che la trascinavano verso un grande albero spoglio. Mentre la incatenavano al tronco, mi son detto che adesso arrivava Sting con una pugnalata di reco rock zydeco. ultima moda di roots. e invece è comparsa la pantera. Era davvero l'inizio del film, non una video-canzone. Allora ho capito che avevo nostalgia e bisogno di una canzone che fòsse solo una canzone. MI sono comprato Scacchi e tarocchi, l'ultima fatica di De Gregori e me la sono ascoltata: per quando ce la faranno «vedere» sul video, sarò pronto a raccontarvela. C'era dentro, in musica e spirito, anche Ivano Possati che somiglia molto più a Hemingway-Conrad che non a Mogol-Battisti. L'ultima volta che lo l'avevo visto In tv, era vestito di bianco con le frange, come Buffalo Bill al circo, e cantava una canzone di otto minuti, un' romanzo che ritmava cose come: «Se sapesai guidare un treno, lo farei volare: Questa è una storia cifrata, l'avevo detto: se avete capito solo qualche cosa, slete nel giusto'.- Se non avete capito niente, è II nirvana e potete ritirarvi In the country. Una personalità aggressiva, ribelle, trascinante, passionale, ma, in fondo, Umida. Una che, vent'anni fa, leggeva già Celine. Una che dalla campagna piti retriva, dov'era nata, venne catapultata all'improvviso tra intellettuali come Alleata, Guttuso, Pasolini, Vespignani e sopportò bene 11 colpo. Una che dopo aver scandalizzato l'opinione pubblica col suol amori e disamori, a quasi cinquantanni si sposa in abito bianco (di Cover!) e dice «sono sicura che è per sempre». Una che a parole ti uccide, ma poi ti risuscita avvolgendoti col tono della voce e Incantandoti con l'onda del ritmi e del toni più disparati. Tutto questo e molto altro ancora è Edmonda Aldini, attrice e donna difficile da ricondurre a schemi precisi o a un cliché preordinato: poiché quando credi di averla finalmente circoscritta, lei ti sfugge di nuovo con una virata a sensazione, del tutto Inattesa. . Unico suo punto fermo, il teatro «dove finalmente posso permettermi di sognare». Per il teatro, in questi giorni l'Aldini è al Festival Internazionale di Atene, Inaugurato col Temporale di Strindberg allestito da Strehler: dove lei impersona Qerda accanto all'immutabile, straordinario Uno Carraro. — Genia: se non sbaglio ha dovuto misurarsi con illustri precedenti In materia. Prima Francesca Benedetti, poi Valentina Fortunato. Lei, immagino, sarà diversa. «Penso proprio di si: ' ho cercato, anzitutto, di guardare Oerda col miei occhi di donna solidale con un'altra donna. Strindberg, nel voler mostrare a tutti 1 costi quanto sia malvagia la sua Oerda, ne ha rivelato l'estrema fragilità. Non una virago calcolatrice e senza scrupoli, ma una vittima delle proprie si tratta di una solitudine momentanea, sopravvivo. Philipe, ha cambiato la mia esistenza In tutti i sensi: prima di incontrare lui, non avrei mai pensato a sposarmi. Avevo avuto due lunghe storie d'amore, una con Rino Dal Sasso e una con Duilio Del Prete, ma erano tutt'altra cosa. Strano come 11 matrimonio mi abbia dato sicurezza, serenità: insamma, sposati, è bello». — Ancora più strano sentirlo dichiarare da una come lei, ex pasionaria e femminista a oltranza. O la maturità ha attutito i suoi spigoli? •Forse, benché qualche spigolo resista: la mancanza totale di diplomazia, ad esempio, il voler dire sempre la verità. Anche se sto cercando di ridimensionare il mio modo iperbolico di pensare e di vivere. Perché ho scoperto che la scontrosità si paga: io da tre anni non metto più piede in televisione a causa di una signora che si sta vendicando di uno sgarbo da me fattole, sembra, in passato. Un tempo, cose del genere mi avrebbero lasciata indifferente, oggi mi danno da pensare: si vede che sto diventando più matura e consapevole». ' — E ora che è matura e consapevole, cosa ci prepara per il futuro? •Ignoramus diretto da Ronconi con cui debutteremo in febbraio, a Prato. Il pensiero di tornare a lavorare con Luca mi rende felice, perché apparteniamo alla stessa generazione, abbiamo fatto un grande discorso insieme e voglio sapere se abbiamo ancora qualcosa da dire. Ma sono certa di si». — E che cosa si augura? «Che questo mio matrimonio, contratto da adultissima sia la più bella e l'ultima storia 'd'amore della mia vita. Non ne voglio altre». Due espressioni di Kdmonda Aldini in occasione delle repliche di «La donna sul letto» ra contadina più arcaica alla città, quindi ho vinto una borsa di studio che mi ha fatto trovare, a 14 anni, tra 1 più grandi intelletti della capitale. Tutto quello che sono oggi, lo debbo agli altri, Ho avuto infatti la fortuna d'incontrare gente generosa che mi ha insegnato molte cose e mi ha dato là chiave per aprire molte porte: lo mi limitavo ad assorbire cultura, come una carta asciugante». — Evidentemente, il terreno era giusto, se i sémi hanno dato dei frutti. «Ne hanno dati, molti, Oggi spero di restituire sulla scena tutto quello che ho ricevuto in sensazioni incantevoli, poiché ho imparato a leggere tra le righe, a dare alle parole uno spessore diverso, a calarmi nella profondità dei personaggi. In questo modo, ricreando la sonorità di un teatro, m'illudo di essere creativa anch'io». — Da come ne parla, sembra che if teatro, per lei, sia tutto. contraddizioni: una donna priva di statura che vuol farsi le sue ragioni ma non sa parlare e si dispera per questo. Messa di fronte al grande marito, Oerda perde ogni sicurezza, non trova le parole, è come paraplegica. Ma è' stata proprio l'assoluta mancanza di statura del personaggio e la sua parte minima ad affascinarmi, facendomi capire come si possa scendere anche nella profondità di una creatura appena abbozzata. Penso di essere quella che l'ha capita e interpretata meglio, proprio perché sono agli antipodi di un tipo di donna cosi banale e intellettualmente anonima». — Lei, invece, si considera un'attrice molto intellettuale, vero? «Guardi, io mi considero molto primitiva: sono nata in un campo, sotto un- albero, quello che mi è accaduto, nella vita, di solito capita in tre generazioni': in un solo zompo, sono passata dalla cultu¬ «Il teatro, per me, è lo spazio metaforico in cui ficcare tutte le fantasie impossibili: non è tutto, ma è certamente un fatto mólto importante nella mia vita, diciamo che la riempie all'ottanta per cento». — E per il restante venti per cento, cosa fa? «Vivo, 11 più intensamente possibile, anche se con problemi durissimi: ho avuto uno sfratto immediato e mi sono dovuta cercar casa dall'oggi al domani, improvvisando un trasloco di migliaia di libri, con-una madre anzianissima, da accudire e curare. Inoltre, ho un marito francese The non vedo quasi mai perché lui sta là e io sono qua. Ma basta la certezza che vi sia, a non farmi sentir sola». — La solitudine, le fa paura? «Mi fa paura quando è vera solitudine; ma ora che c'è Philipe al mio fianco e so che Donata Gianeri

Luoghi citati: Atene, Prato