Che strano selvaggio, è biondo ed abita nel paradiso perduto
Che strano selvaggio, è biondo ed abita nel paradiso perduto PRIME FILM: «La foresta di smeraldo» di John Boorman Charley Boorman in un'inquadratura della «Foresta di smeraldo» ponderabile e affascinante per l'Uomo delle città condannato alla civiltà Instabile del cosiddetto progresso. Un Ingegnere, che lavora al cantiere stradale, porta la famiglia sull'avamposto del disboscamento, mentre passano lungo li sottile confine che separa la foresta dalla massicciata il piccolo Tommle sparisce, ghermito da un'ombra, non si trova più. Il padre sa che è stato rapito da una tribù di lndios, sa che è vivo e non si rassegna. Dieci anni dopo mette iiv sleme una spedizione, s'inol tra lungo 11 fiume nella fore sta, raccoglie Informazioni, segnali e tracce. Ma chi è il capo del selvaggi che l'aggre dlscono? Chi è il giovane biondo che gli scocca una freccia? E' Tommle, un gene roso selvaggio ormai, che può confessare la, sua nuova pa trla, la sua nuova famiglia, 11 nuovo padre saggio, che lo aveva rapito solo perché aveva visto sul suo volto un antlcfno di infelicità. Vediamo anche noi con gli occhi di Tommle il suo apprendistato nella vita naturale, nella magia che è concessa agli eletti, vediamo le nozze del giovane bianco con una bellissima ragazza della tribù. Che cosa fareste se foste 11 padre davanti a una slmile rivelazione? Vorreste portare 11 ragazzo con voi, nel putrido delle città, o lasciarlo al suo mondo di magica naturalità? La scelta In favore della foresta sembra difficile ma inevitabile, perché slamo nel romanzesco ecologico. Però attenti, la parabola è tutt'altro che finita. Attaccato dagli in dios malvagi che sono diventati schiavi della teppaglia bianca, Tommle sta per soccombere con la sua tribù, le donne sono state rapite per 1 bordelli. Forse riuscirà a vincere se si rivolgerà al suo prl mo padre, ingegnere nella città... Vedrete, da questo punto in avanti, come sappia scale narsi l'esoterismo ecologico di Boorman; l'apocalisse finale non sarà frutto della tecnica, ma della stessa forza che porta gli stregoni tra le aquile. Fate 1 nomi tutelari che volete, Tolklen, Castaneda o altri, ma è proprio Boorman, che qui spende le sue risorse di immaginazione punitiva, i suol «santini» selvaggi (C'è stata qualche obiezione per le selvagge, belle come ballerine. Ma, appunto, siamo nel paradiso sognato. Con le brutte, che paradiso sareb be?>- Stefano Reggiani Che strano selvaggio, è biondo ed abita nel paradiso perduto LA FORESTA DI SMERALDO di John Boorman con Power Boothe, Charley Boorman, Meg Foster, Produzione americana a colori. Avventuroso. Da vedere. Cinema Nazionale di Torino. Cinema Reale e Rovai di Roma. Arriva 11 selvaggio buono, anzi 11 selvaggio «bianco», simbolo di rimorso e riconciliazione; forse per un momento sarà sconfitta l'avidità coatta che ci ha fatto dimenticare gli equilibri della natura. Al recente festival di Cannes fummo tra 1 pochi a parlare decisamente bene de La foresta di smeraldo; la maggioranza temeva o soffriva, dietro la celebrazione ecologica, un sentore troppo forte di falso e di romanzesco. Ma in questo caso proprio il Falso e il Romanzesco e l'Esoterico rappresentano l'autenticità del film, la sua necessità spettacolare: la risposta in chiave di racconto avventu roso e popolare alla nostra voglia vera o fittizia di libertà della natura. Lo straordinario è che questo poema dell'Ingenuità prlmltiva nasce da un fatto vero (all'origine anche di un bel film televisivo recentemente trasmesso dalla Rai) e che dunque possibilità e fantasia si mescolano per dire come certi «fatti veri» corrispondano a nostre pulsioni profonde. Qui siamo nell'Amazzonìa, dove la nuova strada che attraversa la foresta distrugge antichi recessi, il regno per secoli incontaminato dell'Uomo del boschi, con la sua cultura. 1 suol riti, soprattutto la sua saggezza, l'elemento lm-
Persone citate: Boorman, Castaneda, Charley Boorman, John Boorman, Meg Foster, Power Boothe, Stefano Reggiani
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