Prevedono troppe sciagure e perciò nessuno li ascolta

Prevedono troppe sciagure e perciò nessuno li ascolti Un'equipe in lotta contro dissesto geologico e inquinamento Prevedono troppe sciagure e perciò nessuno li ascolti I docenti del Dipartimento georisorse e territorio: «Ci interpellano solo dopo le calamità» , A loro hanno affidato l'incarico di accertare cause e responsabilità della tragedia di Tèsero, in Val di Flemme. Dal loro studi dipenderanno la salvaguardia e l'integrità del Duomo di Orvieto, In precarie condizioni statiche per l'instabilità del terreno su cui sorge. Se la costruenda centrale elettronucleare nel Vercellese offrirà le massime garanzie di sicurezza, sarà grazie al loro lavoro, commissionato dalla Regione. Sono tre qualificanti ricerche di un lungo elenco che testimonia come l'ovattato mondo accademico-scientifico possa produrre effetti benefici all'esterno quando gli interlocutori si conoscono e 'desiderano collaborare. '«Loro» sono la trentina di do¬ centi e altrettanti tecnici, amministrativi, ricercatori che costituiscono l'organico del Dipartimento Georlsorse e Territorio del Politecnico. L'equipe, diretta dal prof. Giulio Gecchele, ha 11 «torto» di lavorare bene e senza clamore, oltre che di gridare al vento messaggi di questo tipo: è inutile piangere dopo le periodiche sciagure (frane, Inquinamenti, alluvioni) se non si fa prevenzione. •Qualcuno ci chiama disastrologi — osserva ring. Massimo Civita, ordinarlo di Geologia applicata —. In realta, spesso gli enti pubblici ci interpellano soltanto dopo le cosiddette calamiti naturali; le nostre previsioni, i nostri studi idrogeologici rischiano di finire dimenticati in qual¬ che cassetto*. Cita ad esemplo la mappa, prototipo a livello mondiale, che fornisce una fotografia caleidoscopica di una parte del Friuli esaminato nelle sue varie caratteristiche (franosltà, Idrogeologia, uso del territorio) dopo il terremoto del '76. E ricorda un altro lavoro sul sottosuolo di Torino, ordinato dopo uno scoppio di gas in una villetta di Venarla. I docenti del Politecnico (Civita e Bottino) hanno raccolto un enorme numero di dati, elaborando una 'Carta del rischio di deterioramento della rete di distribuzione del gas». Il lavoro, nonostante le promesse del Comune, non è mal stato pubblicato e diffuso. Miglior sorte è toccata a un'altra pregevole ricerca che porta la firma del prof, Antonio DI Molfetta (Dipartimento di georlsorse) e del prof. Giancarlo Bortolami (Università). E' la più completa mappa di pozzi ldropotabl11, discariche, cave e 'pozzi perdenti* nella provincia di Torino. Gli studiosi hanno lanciato un allarme: attenzione, hanno detto, le risorse Idriche del sottosuolo diventano sempre meno potabili per inquinamento; attenzione anche alle discariche di rifiuti, non ha senso chiuderle tutte, per principio; Conclusioni «tecniche», queste, che dovrebbero costituire 11 punto di partenza delle scelte del pubblici amministratori. Nel caso delle discariche, i messaggi e gli allarmi lanciati dal ricercatori conti-' nuano a rimanere inascoltati. Il plano dei siti predisposto dalla Regione (14 aree in Piemonte ritenute idonee a ospitare 1 vari rifiuti) rimane soltanto sulla carta. «Ma nonostante difficoltà e incomprensioni — dice il prof. Gecchele — il Dipartimento continua a produrre studi e ricerche che mette a disposizione dellintera comunità. La salvaguardia del-, l'ambiente e l'utilizzo delle ri-. sorse ci sta a cuore come clt-' tadlni prima che come studiosi. Ci permettiamo di insistere su un punto: investire oggi in ricerche sul nostro suolo e sottosuolo significa prevenire calamità, risparmiare in costi e sfruttare risorse soltanto in parte finora utilizzate. Qualcuno ci ascolterà?*. Guido J. Paglia .

Persone citate: Antonio Di Molfetta, Bottino, Civita, Gecchele, Giancarlo Bortolami, Giulio Gecchele, Massimo Civita

Luoghi citati: Friuli, Piemonte, Torino