Con cento milioni ci si può rovinare
Con cento milioni ci si può rovinare Con cento milioni ci si può rovinare C'è ancora qualcosa che può stupire, allora, in questo nostro mondo calcistico.' La triste vicenda che coinvolge in prima persona Dino Viola e di riflesso la Roma aggiunge un tassello in più ad un mosaico già pieno di brutture. Un elenco che comincia in tempi lontani — il caso Allemanda dal contorni per altro ancora incerti, 11 mistero del doping del Bologna e altri — e che aveva offerto, in anni vicini un clamoroso «caso nazionale» con la aggrovigliata vicenda delle scommesse, un pericolo sempre esistente da quando esiste il «totonero». Non perché vi fossero coinvolti 1 calciatori, ma la sorpresa allora fu relativa. I giocatori sono tanti, diciotto per squadra, nella massa è più facile si nascondano personaggi deboli, influenzabili. Ma 1 grandi presidenti sono pochi (36 le squadre professionistiche). Soprattutto sono la guida, dovrebbero essere l'esempio sul plano della moralità. Dino Viola, da sempre piuttosto imprevedibile nel suoi dribbling dirigenziali (la vicenda Falcao, 11 caso Cerezo, l'assunzione di Erlksson), l'abbiamo sempre considerato un personaggio tortuoso, amante di equilibrismi sul filo delle regole. Ma anche un uomo che teneva a dare della sua Roma una immagine di società magari sin troppo d'avanguardia nelle Iniziative, ma pulita. La denuncia dell'Ufficio inchieste annichilisce. Possiamo arrivare a credere che i presidenti pagherebbero di tasca loro (si fa per dire, ,i soldi si possono prendere dalle casse sociali) per vincere una gara che conta, ma pare incredibile che Viola sia entrato — lo ha ammesso, anche se ora cerca di sostenere il «fin di bene» — in un accordo con personaggi persino misteriosi come 11 signor «C, Ci.». Ed abbia ceduto, so¬ gnando la finale di Coppa Campioni, al miraggio dell'intervento presso Vautrot di un «Paolo arbitro», alle raccomandazioni di un «personaggio influente». La Corte federale potrebbe arrivare solo ad una squalifica a tempo per Viola, anziché radiarlo, la «giudicante» ad una semplice multa alla Roma (ma poi che c'entra la società come tale, di fronte ai misfatti di un singolo?), incerta è la posizione dell'Uefa (la Federcalcio non è tenuta alla tramlsslone degli atti, ma la Federazione europea legge i giornali...), ma sul plano morale la condanna al presidente glallorosso è già scritta, e non vale in proposito la possibilità di prescrizione (sono già passate due stagioni calcistiche, da allora). Con quale faccia frequenteranno ancora il calcio il giovane Riccardo Viola, Spartaco ' Landini, Nardino Previdi, l'arbitro Bergamo che ha aspettato tanto per raccontare? E Dino Viola padrone della Roma come la guiderà, durante la squalifica? Probabilmente il movimento di miliardi (che sono cento milioni consegnati a mestatori, sperando andassero ad un arbitro?) attorno al pallone coprirà tutto, col tempo. E' già successo. Ma sono proprio 1 miliardi, troppi, la chiave di lettura di scandali come questo. Battere 11 Dundee voleva dire arrivare alla finale, ad una nuova Coppa campioni, ad altri' grossi incassi (di miliardi, appunto). Di fronte al denaro c'è chi può perdere la testa, rischiare la reputazione. Vautrot è considerato fuori da questa storia. Arbitrò bene, annullò due reti alla Roma, 11 rigore del necessario 3-0 per 1 glallorossi fu Ineccepibile. La sua partecipazione al «giallo» sarebbe stata troppo, la fine del calcio. Bruno Perucca
Persone citate: Bruno Perucca, Cerezo, Dino Viola, Dundee, Falcao, Riccardo Viola, Vautrot
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