Due pareggi, ma sorride solo il Milan di Bruno Bernardi

Py® pareggi, mm sorride salo il Milan Andata degli ottavi per le milanesi, aspettando il derby: Inter fermata in casa, rete rossonera in Belgio Py® pareggi, mm sorride salo il Milan Il Legia sfiora il colpaccio a S. Siro Lo sbarramento dei polacchi resiste ai nerazzurri privi di Rummenigge - lardelli in campo nel finale - Palo di Brady al 90' Inter O Logia O INTER Z 7 Bi INTER: Zenga 7; Bergami 6, Marangon 6; Baresi 6,5, Collovatl 6, Ferri 6; Cucchi 5,5, Mandorlini 6, Altobelli 6, Brady 6,5, Pellegrini 6 (82' Tardelli s.v.). LEGIA: KaZimierski 6,5; Kubicki 6,5, A. Sikorskl 6,5; Wdowczyk 6, Gawara 6, Buncol 6; Arceusz 6 (57' Araszkiewlcz 6), Buda 6,5, Karas 6 (66' W. Sikorskl 6), Dziekanowski 7, Kaczmarek 6,5. Arbitro; Prokop 6,5. Spettatori 33.965. Incasso L. 432.7I7.U00. DAL NOSTRO INVIATO MILANO — I «resti» dell'Inter hanno sofferto contro il Logia nell'andata per gli ottavi di finale di Coppa Uefa. D'altra parte non si possono regalare uomini come Rummenigge e Fanna, senza dimenticare Tardelli (in campo solo nel finale). Selvaggi e Marini, ad una squadra tosta come quella polacca. Con Altobelli, senza una spalla di peso, era difficile trovare il gol per via aerea. Il capitano era stretto fra due «torri», lo stopper Gawara e il libero A. Sikorskl, due giganteschi difensori. Pellegrini, dotato di «verve» e freschezza, non riusciva a scrollarsi di dosso Wdowczyk. Mancando del punti di riferimento, la manovra dell'Inter aveva ben pochi sbocchi. Brady, dopo un avvio quasi rabbioso, sui livelli della partita con la Juventus, calava di tono, riprendeva a giocare con il solito passo flemmatico, rallentando l'azione, un po' per colpa sua e un po' perché i compagni non si smarcavano a tempo. Rinunciando alla «zona», il Legia marcava a uomo, praticando un calcio realistico, molto simile a quello della Nazionale polacca. Soprattutto proteggeva molto bene le fasce laterali impedendo ai nerazzurri, in particolare a Marangon e a Mandorlini di effettuare dei cross efficaci. Corso aveva dato disposizioni di non sbilanciarsi troppo temendo il contropiede del Legia, affidato alla «stella» Dziekanowski che, a differenza di quanto era accaduto a Chorzow contro l'Italia, dove partiva da lontano, ieri agiva come prima punta, fiancheggiato eia Arceusz. Dziekanowski era preso in consegna da Bergomi, con' Ferri su Arceusz, Baresi su Buncol (regista e rifinitore), CKrcadnrdttGtalaspnmDa Cucchi su Buda e Brady su Kubicki. La gara viveva di rare fiammate e di pause, con cadute di ritmo: il Legia appariva molto abile ad «addormentare» il gioco, melinando di tanto in tanto, incurante dei fischi indispettiti del pubblico (34 mila spettatori). All'8' l'Inter aveva reclamato un rigore per una spinta di Gawara su Pellegrini. L'arbitro tedesco orientale Prokop aveva lasciato correre. Inutili le rimostranze di Pellegrini, al suo debutto europeo. Corso, pure lui esordiente in panchina sulla scena internazionale, di tanto in tanto modificava la marcatura su Dziekanowski: lo prendeva anche in consegna Collovati pspssstscdpdctzzrscn per consentire a Bergomi di sganciarsi e tentare la sorpresa. Ma il Legia era ben disposto e non faceva concessioni. Soltanto al 27' l'Inter costruiva la prima palla-gol. Altobelli, spostato sulla sinistra, scorgeva Cucchi smarcato all'altezza del dischetto del rigore e gli pennellava un preciso cross. Cucchi saltava di testa, ma colpiva male facendo impennare la sfera oltre la traversa. Al 40' una bella combinazione Altobelli-Brady propiziava un'occasione per Marangon, ma la palla capitava sul destro, il piede meno felice, e il tiro da buona posizione era telefonato sulle braccia di Kazimierki. Il tempo si chiudeva con un grosso brivido per Zenga (42'). Un bel cross dalla sinistra di Wdowczyk sorvolava tutta la difesa e raggiungeva Kaczmarek che, di piatto destro, alzava troppo la mira. La fisionomia della partita non cambiava in avvio di ripresa. Dopo una cannonata di Buncol a fil di traversa (49') e un tiro di Dziekanowski (il cui rendimento cresceva) parato, si infortunava Arceusz per un duro intervento di Ferri. Veniva sostituito da Araszkiewlcz (57'). Un attimo prima era stato ammonito Wdowczyk per un fallo su Mandorlini. L'Inter reagiva e mancava il gol due volte con Altobelli che di testa, servito • da Brady, spediva prima alto e poi sulle braccia del portiere (59' e 65'). Un minuto dopo altro cambio nel Legia: W. Sikorskl, fratello del libero, subentrava a Karas. Ed era il Legia a mancare il «matchball» prima con Kubicki e poi con Araszkiewlcz (68') che trovavano entrambi Zenga ben piazzato. La sagra degli errori continuava. Collovati sprecava una grossa palla-gol (73') incornando in tuffo a lato ad un passo dalla porta. Lo imitava Kaczmarek (80'), servito da Dziekanowski (sul quale stava da tempo Ferri) che graziava Zenga, uscitogli coraggiosamente incontro A11'82', dopo un mese di as, senza, faceva il suo rientro Tardelli ol posto di Pellegri ni. Il tempo per prendersi un'ammonizione per fallo su Wdowczyk che s'infortunava e usciva dal campo trasportato a braccia da medico e massaggiatore. Cartellino giallo anche per W. Sikorski. Proprio allo scadere, su punizione, Brady colpiva in pieno il montante. Sarebbe stato un gol molto importante, ma lo 0-0 resta comunque un risultato utile. Tutto sommato lo 0-0 non è un risultato disprezzabile per l'Inter che ha avuto le sue occasioni, ma ha corso anche dei grossi rischi. Tutto viene rinviato all'I 1 dicembre nel gelo di Varsavia, dove 1 nerazzurri, probabilmente al completo, tenteranno l'ultimo assalto. Bruno Bernardi Milano. Gran tuffo di Cucchi (è il primo tempo), ma il giovane interista sciupa l'occasione di segnare un prezioso gol COPPA UEFA

Luoghi citati: Belgio, Gawara, Italia, Milano, Varsavia