Napoléon, scandalo da mezzanotte alle 2 di Ugo Buzzolan
Napoléon, scandalo da mezzanotte alle 2 Il celebre film di Gance nascosto dalla tv Napoléon, scandalo da mezzanotte alle 2 C'è da rallegrarsi per l'iniziativa dt Raldue di stasera: portare sul video uno dei più famosi, leggendari film degli Anni 20, Napoléon di Abel Gance. C'è da ralle-' grarsi, e subito dopo c'è da arrabbiarsi. Perché? Stasera la prima parte si inizia, se va bene, a mezzanotte. Domani è peggio: inizio dieci minuti dopo mezzanotte in quanto bisogna fare spazio ad un programma dedicato a Romina Power e Al Bar.r> *»—' "a, stasera ver-' ~. . a C - - escludendo e. Raldue, dove operano ai. intenditori di cinema come Fava e Pintus, si sia sottovalutata l'importanza di un simile avvenimento telecinematografico — appaiono imprescindibili alcune non liete considerazioni: 1) il Napoléon, per cui si sono accesi l'entusiasmo e la curiosità del pubblico di tutto il mondo, viene adoperato come tappabuchi per la notte; 2) è confermata e ribadita l'assurda avversione della Rai nei confronti del cinema muto (ed è un'avversione che pare dettata dal terrore di una «turbativa» degli indici di ascolto); 3) si tratta di una programmazione elitaria, snobistica, direi al limite antidemocratica perché esclude la massa e in ogni caso obbliga i cinefili a fare le ore piccole e a presentarsi all'indomani assonnati e barcollanti sul lavoro quasi reduci da un'orgia. Ma veniamo al film di Abel Gance per ricordarne le caratteristiche, le qualità, il travagliato iter. Abel Gance — morto novantaduenne a Parigi nel novembre 1981 — era quello che si dice un artista proteiforme, uno spirito perennemente inquieto, uno spericolato ed esuberante genio innovatore. Nel '25 decide di realizzare il più sbalorditivo kolossal che mente umana (e tasca di produttore) possa concepire: una biografia di Napoleone in sei grandi parti da proiettare su tre giganteschi schermi f.pollvlsio-' ne»). La prima parte è conclusa nel '27, viene proiettata all'Opera di Parigi ed è un ■ trionfo; ma poi mancano i fondi e la ciclopica impresa si arresta; sopravviene il sonoro ed è la fine. Questo primo e unico film — giovinezza di Napoleone e guerra in Italia — subisce vicissitudini e mutilazioni; solo in anni recenti lo studioso Kevin Brownlow lo ricostituisce nella sua autenticità, e l'intraprendente Francis Ford Coppola lo riiancia in America sul piano internazionale (ma gli aggiunge la musica di suo padre Carmine al posto del commento originale firmato da Arthur Honegger...). E' facile immaginare che questa sontuosa edizione destinata ai maxischermi non possa spiccare al meglio nel rettangolo del video. Tuttavia — al di là di una certa evidente megalomania e di un taglio storico più melodrammatico che rigoroso —potremo sempre ammirare la fervida potenza creativa di Abel Gance, lo straordinario senso dello spettacolo, la capacità di raccontare per immapini, l'eccezionale mobilita delle macchine da presa, l'avveniristico montaggio, l'uso delle sovra impressioni, tutto un sistema incredibile per ' loca. Fra gli interpreti, il protagonista Albert Dieudonné che non farà carriera in cinema e diventerà romanziere di successo; il celebre poeta surrealista e uomo di teatro Antonln Artaud nel ruolo di Marat; lo stesso Abel Gance come Saint-Just; e Annabella che è Violine, l'innamorata di Napoleone, Annabella che debuttava sedicenne e che qualche anno dopo René Ctair ne «n milione» avrebbe consacrato diva gentile, tutta teneramente parigina. Ugo Buzzolan
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