Maestri al vento transalpino

Maestri al vento transalpino Maestri al vento transalpino In mostra a Torino i protagonisti d'una fiorente stagione artistica del Piemonte tra '400 e '500 - Aste e attribuzioni sbagliate TORINO — Un nucleo ampio e nobile di tavole piemontesi fra XV e XVI Secolo è presentato finti al 7 dicembre dalla galleria «Antichi Maestri Pittori». C'è l'intatto polittico d'un anonimo maestro del secondo '400 che, attivo sul due versanti delle Alpi Marittime, fu vicino al piemontese-nizzardo Olovanni Canaveslo (un'opera che la Galleria Sabauda sta per acquistare). E si giunge fino al Pianto sul Cristo morto di Gerolamo Qiovenone. Erano quasi cinquantanni che non si vedeva una cosi ricca esposizione di quell'antica pittura: dopo la memorabile rassegna del «Ootico e Rinascimento in Piemonte» organizzata da Vittorio Viale nel '39, c'era stato solo l'Intermezzo di qualche bella occasione come le mostre dei restauri alla Sabauda nel '68 e nel '71. In questi cinquant'annl, gli studi (e dunque la coscienza e conoscenza storica) dello Stesso Viale, della Gabrielli, della Brlzio, di Malie, di Testori per 11 grande Spanzotti, Infine 1 finissimi scavi, diramazioni, Intrecci di Giovanni Romano hanno arricchito, nutrito, focalizzato quel panorama del 1939, con paralleli bellissimi recuperi al patrimonio privato e pubblico, soprattutto del Museo Civico di Palazzo Madama. Ne è risultata una definitiva uscita della pittura piemontese, dopo Jaquerio e fino al vertice di Gaudenzio Ferrari, da un tradizionale e superficiale giudizio di «minorità» provinciale per attingere al livello ricco e complesso (soprattutto denso e di umane sensibilità e di squisitezze linguistiche) di snodo fra Lombardia, Mediterraneo, culture transalpine e primi pronunciamenti di eterodossia padana rispetto agli aurei centri del primo'500. Tale carattere di snodo — tanto più in una tipica area di «confine culturale» da cui discende una ricca, singolare fusione di ascendenze gotiche e di severo naturalismo padano — si abbina nella fiorente stagione fra '400 e '500 all'emergere di un'unita di forme e visione, pur nelle varietà individuali e nell'intreccio delle situazioni locali, Ciò avviene grazie a una serie di personalità, notevoli, trascorrenti da Casale ad Asti a Torino, da Vercelli a Ivrea: l'alto capostipite Giovanni Martino Spanzotti, approdato giovanilmente a Casale dall'originaria Varese, Gandolf ino da Roreto In quel di Bra, Macrino d'Alba, Defendente Ferrari da Chivasso; fino alla congiuntura fra Varallo e Vercelli di Gaudenzio e dei Giovenono. E' un'unità nelle diverse individualità, di cui le opere esposte, alcune felicemente recuperate dalle aste internazionali, altre riemerse dal collezionismo otto-novecentesco piemontese e lombardo, danno splendidi esempi, su cu' si è esercitata l'acribia della più recente filologia, sui sottili trapassi da Spanzotti a Defendente, da Macrino a Gandolf ino e viceversa. Una nobilissima parentela, altrettanto formale quanto di Intima espressione spirituale, lega la stupenda tavoletta della Pietà, per cui sarà ancora da sciogliere 11 nodo fra 11 tardo Spanzotti — vale il raffronto con la Pietà di Sommariva Perno — e il giovane Defendente, suo allievo fra Casale e Chivasso, e 11 più «morbido» e «pietoso» Cristo di Passione; proposto a un'asta di Sotheby 11 3 luglio scorso come seguace di Spanzotti, ma certamente opera di Defendente Ferrari: uno y s. Garcia Marquez super-edizione per i superstiti della Colombia BOGOTA' — Una lussuosa edizione numerata e autografata dell'ultimo romanzo del Premio Nobel Gabriel Garcia Marquez sarà messa in vendita nelle prossime settimane per raccogliere fondi destinati ai sinistrati della tragedia del Nevado del Ruiz. L'edizione speciale In mille esemplari del romanzo intitolato L'amore ai tempi del colera, sarà venduta attraverso una sottoscrizione, sguardo sull'entità e l'indubbia gravosità del commercio d'arte antica in Italia alla luce del sole può essere offerto dall'annotazione che quest'ultimo dipinto «battuto» a Londra per 15.000 sterline (38/40 milioni), assume in arrivo a Torino in regolare importazione l'entità economica di 55 milioni di lire. Problemi altrettanto affascinanti e complessi, che Implicano anche la ricostruzione di polittici smembrati e dispersi, sono sollevati da altre due tavole. Un Giovanni Battista inginocchiato su fondo oro, proposto in maggio da Sotheby a Firenze come Macrino d'Alba, è invece splendido esemplo della prima attività di Gandolf Ino da Roreto, con tutta la sua asciuttezza di ascendenza lombarda. , Di una fase più evolutiva sono documento i Santi Stefano e Antonio da Padova, anch'essi originariamente attribuiti a Macrino: si tratta In realtà della tavola laterale destra di un trittico, di cui la tavola laterale sinistra, con i Santi Francesco e Giovanni Battista, è passata dalla collezione Lazzaroni di Roma al mercato milanese negli Anni 60 con l'errata attribuzione al pavese-genovese Pier Francesco Sacchi, mentre la tavola centrale con l'Assunta, firmata da Oandolfino, era nella collezione romana Sangiorgl. In mostra, 11 «vero» Macrino d'Alba è presente con le mezze figure dell'/ncontro fra Gioacchino e Anna, Inventariato nell'800 in collezione, Bonomi-Cereda di Milano come Bergognone, variante di una tavola del polittico flr-' mato dell'Istituto Stadel di Francoforte sul Meno. Il restauro ha rivelato 11 respiro spaziale e 11 minuzioso naturalismo dello sfondo, affine a quello del San Francesco sttgmatlzzato della Galleria Sabauda. Per quanto riguarda Defendente Ferrari, sicuri termini di confronto delle sua piena maturità di raffinato «reazionario» nei primi decenni del '500 sono offerti dalle due preziose tavolette di predella con Storie di Maria e dalla grande Flagellazione, le une e l'altra, oggi di collezioni private torinesi, già presentate nella seconda e terza edizione della Mostra dell'Antiquariato di Torino. , A dimostrazione della multiforme varietà delle culture piemontesi, che intreccia e Intrica linguaggi e tempi culturali fra tradizione e modernità, l'ultima bizzarra presenza è quella della grande tela dell'intinta Cena, 11 cui contorto espressionismo, quasi riversante in accenti «caricati» di grottesco nordico, e la popolarità delle sacre rappresentazioni si esprimo-' no in una sorta di alpigiano patols visuale, fra Aosta e l'Ossola: raro esemplo di vera e propria cultura subalterna, ma anche alternativa. Marco Rosei