Clan di sardi rapì la marchesa

Clan di sardi rapì la marchesa Chiusa la prima fase dell'inchiesta: ora si cerca il capobanda Clan di sardi rapì la marchesa Sette ordini di cattura, uno contro un imprenditore agricolo del Trasimeno (sul lago la centrale del gruppo) - Il basista è un fattore di casa Guglielmi - Qualcuno ha parlato dopo il fermo a Livorno di 3 persone cariche d'armi DALLA REDAZIONE ROMANA CIVITAVECCHIA — Sette ordini di cattura per sequestro di persona, porto abusivo di armi e altri reati minori: le indagini sul rapimento della marchesa Isabella Guglielmi sono approdate a una svolta importante, e hanno fatto finire in galera un gruppo di sardi ritenuti responsabili del sequeetro, gli organizzatori, 1 carcerieri, i basisti. Fra di loro, alcuni insospettabili: uno è un grosso imprenditore agricolo, titolare di un'azienda al bordi del Lago Trasimeno. La marchesa fu rapita 11 27 giugno scorso. Il rilascio avvenne il 29 ottobre. Il filo che ha portato all'individuazione degli organizzatori del sequestro, ha seguito inizialmente diverse direzioni. -Abbiamo indagato negli ambienti ippici, dove Isabella Guglielmi era molto nota — dicono gli inquirenti. — Abbiamo tenuto sotto controllo i sardi che lavorano e vivono nella sona, i pastori, quanti dalla pastorizia sono passati alle attività agricole, quanti sono diventati imprenditori di tutto rispetto. Questa è una comunità in cui le cose che riguardano gli uni sono note agli altri, dove anche chi non è coinvolto in una qualche storia ne è al corrente'. SI parla anche di intercettazioni telefoniche, di controlli e pedinamenti personali. Sembra che 'qualcuno? abbia parlato, non un pentito ma uno che sapeva e non ha voluto proteggere col suo silenzio i malfattori. Il 28 ottobre, giorno precedente 11 rilascio della marchesa Guglielmi, furono fermate a Livorno tre persone. Erano cariche di armi. Uno di loro era imparentato con Ananio Manca, di 37 anni, originario di Orgosolo (il quale poi è risultato che vive, come gli altri sei sardi arrestati, intorno al Lago Trasimeno). Uno del mfedelU della famiglia Guglielmi era un sardo — anche lui adesso arrestato — Giovanni Pira, di 41 anni. di Bittl. Da dieci anni viveva nella tenuta del Guglielmi, a Montalto di Castro. Conosceva tutto ciò che 1 marchesi erano soliti fare, 1 loro spostamenti, la consistenza del loro patrimonio. Lui nega ogni addebito. Ma i giudici sospettano che sia stato in pratica il basista. Tutti i sette sardi accusati del rapimento si trovavano già in carcere, fermati nel giorni successivi al sequestro. I magistrati — sia il dott. Lolacono, procuratore della Repubblica di Civitavecchia, che ha coordinato le indagini durante la delicatissima fase del sequestro fino al rilascio dell'ostaggio incolume, sia 11 suo sostituto dott. Larosa che ha firmato gli ordini di cattu¬ ra — sono laconici. Appare chiaro che 1 provvedimenti presi non chiudono le indagini. Non è ancora stato definito il completò assetto della banda del sequestratori. Non sarebbero stati identificati né 11 capo vero e proprio dell'organizzazione né il luogo In cui la marchesa è stata tenuta prigioniera.. I sette imputati sono Dionigi Sanno, di 38 anni, di Orane (Nuoro), Giovanni Sanna, di 40 anni, anche lui di Orune ma non parente di Dionigi, Ananio Manca, i fratelli Giampietro e Franco Pala di 32 e 28 anni, di Mogoro (Oristano), Filippo Monni, di 27 anni, di Nuoro, e Giovanni Pira, 11 presunto basista.