Al Sinodo il timore di una «superconcentrazione dell'autorità»
Scontro sul potere dei vescovi Al Sinodo il timore di una «superconcentrazione dell'autorità» Scontro sul potere dei vescovi Contìnua il dibattito in assemblea - Emergono i problemi delle Chiese locali - Denunciati i limiti dell'autonomia delle diocesi - Un appello del patriarca maronita per l'avanzata dell'islamismo: «In Libano il cristianesimo è in pericolo come mai in tredici secoli» - Difficoltà per le comunicazioni sociali CITTA' DEL VATICANO — Messaggi, appelli accorati o drammatici, rivendicazioni, denunce, e, in qualche caso, silenzi e omissioni piene di significato: al Sinodo straordinario sul Concilio Vaticano II parlano i vescovi. In assemblea plenaria. I loro Interventi fanno vivere a tratti l'atmosfera e 1 problemi specifici dei Paesi d'origine: a tratti si librano su temi di portata planetaria. E' il momento massimo di liberta del Sinodo, un accavallarsi tumultuoso di argomenti, apparentemente disparati, In cui però si Incomincia a Intravedere la trama di alcuni problemi e temi più centrali. Ancora per qualche giorno (almeno fino a giovedì) il Sinodo resterà In mano all'assemblea; poi una nuova relazione identificherà alcuni argomenti, da trattare nel chiuso dei «circuii minores», 1 gruppi linguistici o geografici, e la piena delle emozioni e delle esigenze espresse da vescovi e cardinali troverà argini solidi In cui Incanalarsi, verso le conclusioni da affidare alla mente del Papa, L'arco dei, problemi del mondo cattolico è amplissimo; e forse un Sinodo serve anche a questo, a dimostrare la gamma di situazioni difficili. Interne od esterne, in cui la Chiesa si dibatte. Cosi si può discutere con passione di liturgia, e sentire, subito dopo, il patriarca maronita Pierre Khoraiche denunciare la possibile scomparsa del cristianesimo dal Libano, soffocato da «un movimento irreversibile-, che spinge per un predominio teocratico islamico nella regione, e con il quale «sarà incompatibile la presema cristiana: un pericolo così grave come mai da tredici secoli si era visto: Di liturgia parla anche il card. Trlnh Van-Can, arcivescovo di Hanoi. Si diffonde solo su quell'argomento; ma è difficile credere che 11 silenzio sulla i situazione dell» Chiesa noi suo Paese non sia dettato dalla prudenza. Ancora persecuzioni: ne accenna 11 card. Gantin, capo della Congregazione del vescovi, e le denuncia, attaccando la politica di Mosca, 11 card. Ivan Lubachivsky, arcivescovo maggiore di Lvov degli ucraini. Il porporato vive a Roma; e afferma che 'nonostante la solenne dichiarazione del Vaticano II sulla libertà religiosa, la Chiesa cattolica in Ucraina è fuori legge, e duramente perseguitata dal governo sovietico: chiediamo una prova di solidarietà-. Ogni padre sinodale (ieri ne erano presenti In aula 161) ha otto minuti precisi per 11 suo intervento, I lavori sono segreti; e 1 briefing di Informazione affollatissimi. Quello in lingua italiana si tiene in una sala dominata dalla statua in bronzo a grandezza naturale di un Cristo crocifisso a un'antenna televisiva. Un simbolismo avvalorato dall'intervento di mons. John Foley, presidente della Commissione pontificia per le comunicazioni sociali. mLa Chiesa — ha detto mons. Foley In assemblea — è rimasta indietro nell'uso della radio e della televisione. Molte pubblicasìoni .cattoliche mettono in evidenza più il dissenso che il dogma, mentre alcuni portavoce ecclesiali dimostrano segretezza non necessaria, spirito difensivo e paura della verità: Quindi la Chiesa a ogni livello deve aprirsi, spiegando «fede, attività e culto mediante comunicati stampa e contatti personali: Purtroppo non è possibile, al Sinodo, disporre del testi integrali degli interventi. Sin da questi primi giorni, molti interventi toccano un nodo Irrisolto: quello del potere del Papa e del vescovi nella guida della Chiesa, l'equilibrio fra il centro e la periferia. Alcuni alzano difese preventive, e si schierano a protezione del Papa. Cosi 11 cardinale brasiliano Araujo Sales, con fama di •conserva¬ tore», che sottolinea •l'importanza del primato di Pietro» ed esorta 11 collegio episcopale «a difenderlo nella persona del Papa: Oli fanno eco mons. Quarraclno, presidente del Celam (Conferenza episcopale latino-americana) e 11 cardinale di Colonia, Hoeffner. Altri non danno l'impressione di voler demolire l'autorità pontificia, ma chiedono più spazi per le Conferenze episcopali e 1 vescovi. Il più esplicito (ne parlano però prelati statunitensi, scandinavi, sudafricani e anche italiani, oltre al cardinale di Lima, Landazurl) è mons. Samuel Carter, arcivescovo di Kingston (Qiamatca), Chiede una decentralizzazione nel governo della Chiesa e più potéri per 1 vescovi e le conferenze episcopali. Teme la •superconcentrazione dell'autorità». E accusa: «Vi sono troppe decisioni ancora prese da Roma piuttosto che nel¬ l'autonomia delle diocesi: Ma la proposta più radicale è di mons. Maxim Hermaniuk, metropolita di Wlnnipeg degli ucraini. L'idea è quella di creare un Sinodo permanente del vescovi. In parte eletti dai «padri sinodali» e In parte nominati dal Papa. Questo corpo «potrebbe avere il potere legislativo di decidere con ti Santo Padre e sotto la sua autorità tutti i problemi della vita della Chiesa ora decisi dal Papa e dalla Curia romana: La carica al Sinodo permanente durerebbe sei anni. Alla Curia resterebbe 11 potere esecutivo. Mons. Hubert, del Canada, propone che il Sinodo In corso Identifichi 1 problemi, sia la prima tappa di un processo che dovrebbe chiudersi con un altro Sinodo. Oggi e domani prosegue l'assemblea generale; poi si Inizia 11 lavoro del gruppi. Marco Tosattl
Persone citate: Araujo, Foley, Gantin, Ivan Lubachivsky, John Foley, Lvov, Maxim Hermaniuk, Sales, Samuel Carter
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