«Un lingotto a me, una perla a te...» di Ruggero Conteduca

«eUn lingotto ci me, una perla a te...» Roma, interrotta dalla polizia la spartizione del bottino di venti miliardi «eUn lingotto ci me, una perla a te...» Arrestati sei pregiudicROMA — Li hanno presi con le mani nel sacco. Sacchi, pieni di diamanti, smeraldi, perle, lingotti d'oro e mazzette di valuta straniera ancora frusciante che la notte fra 11 9 e 11 10 novembre avevano trafugato dalle cassette di sicurezza dell'agenzia della Banca Commerciale di Porta Pia. LI hanno sorpresi ognuno accanto al suo mucchletto di preziosi, proprio mentre si dividevano 11 bottino stimato, complessivamente, attorno al venti miliardi. Quando la polizia ha sfondato la porta dell'appartanTento dove da quella notte avevano creduto di mettere al sicuro la refurtiva, nessuno di loro ha avuto 11 tempo di reagire. Nemmeno un gesto. Immobili, seduti ancora per terra in mezzo ad un autentico tesoro, si sono lasciati ammanettare ancora n bocca aperta per la sorpresa. Sono finiti cosi in galera Giancarlo Santini, 45 anni, Bruno DI Masella, 41, Enzo DI Brunetto, 47, Giannino Abelli, 38, Alessandro Bini, 35, e Giuseppe Cavallini, di 26. All'appello mancherebbe solo uno degli «uomini d'oro»: Paolo Bucciarelll, 31 anni, uno del due incensurati del gruppo, insieme alla guardia giurata Cavallini, risultato dalle primi indagini essere l'Intestatario dell'appartamento-covo usato dalla banca per nascondere 11 bottino. Abilissimi nel progettare e nell'esegulre 11 «colpo», 1 banditi si sono mostrati forse troppo precipitosi nella fase successiva, quella cioè della spartizione del bottino. E gli uomini del dottor Giorgio Manarl, capo del settore di polizia giudiziaria del primo distretto di polizia, che sin dal giorni immediatamente successivi al furto si erano messi sulle loro tracce, hanno avuto, alla fine, buon gioco. Vecchia conoscenza del dottor Manarl, Giannino Abelli, considerato 11 capo banda per la sua abilità e per una certa fama come «casset ■ taro» (cosi vengono chiamati nel gergo della «mala» gli specialisti in furti in cassetta di sicurezza) era stato messo sotto controllo sin dal pruno momento. Pedinato con discrezione, l'Abelll, nel giorni scorsi, si cati, compreso il capo degli «uomini d'oro» che a m HHk. M/ t,:*T*i ostra una parte della refurtiva taxi, altri con la propria vettura strategicamente parcheggiata in punti prestabiliti) l'Abelll si era recato più di una volta In queste due setti¬ vevano fatto il colpo allamane in un anonimo appartamentino di via Forte Tlburtlno, 120, un quartiere all'estrema periferia ovest di Roma. Incuriositi, gli agenti del primo distretto avevano deciso di tenere sotto sorveglianza quell'Indirizzo. E giovedì sera, verso mezzanotte, l'Abelll, 11 Di Masella ed altre tre persone, risultate tutte pregiudicate, erano state viste puntualmente salire in quell'appartamento. Il resto è stato facile, e 11 recupero dell'Intera refurtiva ancora più semplice. Qualcuno degli arrestati, in più, svanita ogni possibilità di salvezza, ha deciso di collaborare e dopo poche ore, all'alba di ieri, gli stessi agenti, dopo essersi recati nel pressi della Banca Commerciale di Porta Pia, hanno arrestato 11 metronotte Giuseppe Cavallini. Era lui «la talpa», l'uomo che per due mesi aveva consentito a Giannino Abelli di entrare nottetempo nei locali dell'agenzia e di prendere le impronte delle ■ serrature. Dopo il furto, infatti, la polizia non aveva trovato tracce di scasso: segno che 1 ladri erano entrati con chiavi false dopo aver neutralizzato con un sofisticato apparecchio a Impulsi elettronici 11 sistema a Comit di Porta Pia a di allarme che collegava 11 sistema di sicurezza dell'agenzia alla sala operativa della questura. L'Abelll aveva avuto tutto 11 tempo di studiare Insieme al complici percorsi e trappole che 11 personale della banca aveva disseminato dall'Ingresso al caveau. E aveva capito come evitarle. Da vero specialista, però, Giannino Abelli sapeva anche che la polizia si sarebbe scatenata e che avrebbe perquisito come prima misura 11 suo appartamento e quello dei suoi complici. Da qui, l'Idea di nascondere il grlsbi in via del Forte Tiburtino in casa di un Incensurato, che adesso viene attivamente ricercato. La refurtiva è ora negli uffici della questura di via San Vitale contenuta in enormi sacchi accatastati in un angolo. Quanti si presenteranno a reclamare i loro gioielli, le collane, 1 bracciali e le mazzette di valuta straniera? 'Ben pochi», dicono gli esperti. Quanti, infatti, nascondono nelle cassette di sicurezza oggetti dalla dubbia provenienza o banconote straniere illesamente detenute? E che ne sarà della refurtiva non reclamata da nessuno? Ruggero Conteduca Roma. Il questore Monarca mera più volte Incontrato con Bruno DI Masella e con gli altri arrestati. Ricorrendo a mille precauzioni (cambi di autobus, tratti percorsi in

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