Naria, annullati i 17 anni

Nqria, annullati i IT anni A Bari riformate in appello le condanne per la rivolta a Trani Nqria, annullati i IT anni L'ex operaio dell'Ansaldo assolto, con altri otto, per insufficienza di prove • Formula piena per due imputati, pene ridotte ai brigatisti più duri che parteciparono alla rivolta nel supercarcere - La Corte ha applicato l'indirizzo della nuova legge che concede attenuanti a chi compie un reato in casi particolari e agisce con umanità DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BARI — La Corte d'appello di Bari ha annullato la sentenza del tribunale di Trani che il 12 ottobre 1984 condannò a pene dure i trenta extraparlamentari accusati di aver partecipato alla rivolta nel supercarcere di Trani a fine dicembre 1980. Undici imputati sono stati assolti: due per non aver commesso il fatto (Giuseppe Giulia e Roberto Carcano erano stati assolti In primo grado per insufficienza di prove) e nove con formula dubitativa: tra questi Giuliano Naria e i due del gruppo «7 Aprile», cioè Giorgio TJber e Oreste Strano. Pene ridotte da 21 a 13 anni ai brigatisti ritenuti 1 duri della rivolta nel supercarcere di Trani. A tutti gli altri, che in primo grado erano stati condannati a 18 anni di reclusione, la pena è stata ridotta a 5 anni. Giuliano Naria, che era stato processato separatamente dagli altri imputati nel novembre 1984 a causa delle sue condizioni di salu- te, può quindi restare libero a Garlenda di Albenga, In provincia di Savona, dove andò ad abitare quando ottenne gli arresti domiciliari. Giuliano Naria, in prima istanza, era stato condannato a 17 anni e mezzo per la partecipazione alla rivolta nel supercarcere ed era stato assolto per insufficienza di prove da. altri reati minori. La Corte d'appello di Bari, modificando profondamente la sentenza di primo grado, ha praticamente accolto 11' nuovo Indirizzo del legislatore che, con la legge 1366, articolo 311 (comunque non ancora pubblicata), concede le attenuanti e modifica le pene nel confronti di chi agisce in particolari condizioni e 11 suo comportamento è giudicato umanitario. I detenuti che Insorsero nel supercarcere, infatti, sequestrarono alcuni agenti di custodia che furono appunto trattati «umanamente». L'aula della Corte d'appello di Bari ieri sera era gremita. C'erano tanti familiari degli imputati venuti per ascoltare la sentenza. C'era anche la madre di Giuliano Naria: lui non è stato presente al processo perché le condizioni di salute non gli hanno permesso di affrontare 11 lungo viaggio. Quando, dopo sette ore di camera di consiglio, 11 presidente Fortunato D'Aurla (lo stesso delle assoluzioni al processo d'appello bis per la strage di piazza Fontana) ha finito di leggere le conclusioni della Corte, la gente ha applaudito. Piangendo, la madre di Naria ha mormorato: «fono contenta, per mio figlio è finito l'incubo. E' un bravo ragazzo, ve lo assicuro». L'udienza di ieri, la nona (il processo Iniziò il giorno 6); s'era aperta con brevi repliche del procuratore generale Pietro Grasso (che nella sua requisitoria aveva chiesto la conferma delle pene, pur condividendo in parte le attenuanti generiche) e di uno dei difensori, il senatore Franco De Cataldo. jjm Prima di ritirarsi in camera di consiglio, la Corte d'appello aveva disposto l'invio alla Procura della Repubblica di Voghera di una denuncia present^'j nei giorni scorsi da due Imputati,. brigatisti Antonio Marini e Domenico GlgUo, contro agenti di custodia del carcere rii Voghera accusati di un «brutale pestaggio» alle detenute Maria Pia Vlanale e Giuseppina Delogu. Poi una gazzarra quando 11 presidente D'Aurla aveva chiesto ai detenuti se avessero altro da aggiungere a quanto avevano già dichiarato in aula. S'era alzato Oreste Strano per dire: «fono estraneo alla rivolta di Trani che secondo me è stata una tragica esperienza ricaduta su tutto il movimento del prigionieri». I br, gli irriducibili che avevano rifiutato di nominarsi un difensore, avevano protestato gridando: «Sci un infame. Ti sei dissociato da te stesso». Vito Cimmaiusti