Reagan precisa di Paolo Galimberti
Reqgan precisa Reqgan precisa (Seguo dalla 1* pagina) tati sperati, noi ci slederemo a un tavolo con 1 sovietici e discuteremo con loro tutto il tempo necessario per studiare che cosa fare di fronte a questo eventuale sviluppo delle tecnologie militari. Ricordando quanto Reagan aveva già detto agli alleati nell'incontro a sei di New York In ottobre, convocato proprio per preparare il vertice di Ginevra, Craxl ha precisato che 11 presidente americano è disposto a mettere a disposizione di tutti — degli alleati europei, ma anche del sovietici — 1 risultati della ricerca perché «sembra esservi un accordo secondo il quale nessuno cerca una superiorità sull'altro tale da sconvolgere l'attuale equilibrio». Un altro risultato del vertice ginevrino per 11 quale Craxl e Andreotti hanno espresso una specifica e particolare soddisfazione e 11 riferimento, nel comunicato congiunto russo-americano, all'accordo dell'8 gennaio tra Shultz e Oromyko (a quel tempo ancora ministro degli Esteri) quale base per 11 negoziato nucleare. La soddisfazione è motivata dal fatto che In quell'accordo era stabilita una correlazione tra i cosiddetti «tre tavoli» del negoziato: 1 missili balistici, le armi spaziali e 1 missili a medio raggio, cioè quegli «euromissili» installati anche in territorio italiano. La sessione straordinaria dell'Assemblea atlantica, convocata a poche ore dalla conclusione di Ginevra nello spirito di continua consultazione tra alleati al quale Reagan si è Impegnato con gli europei, si è chiusa dunque in un clima di misurata euforia. Tanto che Reagan ha concluso 11 suo intervento con un aneddoto (ma non è chiaro se lo ha raccontato anche a Oorbaciov). Un americano e un russo vantano reciprocamente la superiorlotà del loro sistemi politici. Dice l'americano: «Io posso andare alla Casa Bianca, battere i pugni sul tavolo e dire: Reagan ha torto». «Se è per quello, anch'io — ribatte il sovietico — posso andare al Cremlino, entrare nello studio di Gorbaciov, battere i pugni sul tavolo e urlare: Reagan ha torto marcio». Paolo Galimberti
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