«Il giudice Tribisonna accettò le ricompense» di Claudio Giacchino

«Il giudice Tribisonna accettò le ricompense » Depositata la sentenza di Milano mentre si preannuncia un'udienza calda a Torino «Il giudice Tribisonna accettò le ricompense » I^e motivazioni della condanna - Perché fu a •Antonio Tribisonna asservì il proprio comportamento in cambio di regali del clan dei catanesl. Tra l doni, una collezione di sterline d'oro. Le monete gli furono gettate, avvolte in un pacco, nella sua auto». «Franco Viola Carpinteri non è responsabile di nulla: è stata la vittima di un uomo falso, doppiogiochista, abile nel vantare tra la malavita inesistenti entrature a Palazzo di Giustizia'. Cosi 1 magistrati di Milano, che il mese scorso hanno processato gli ex giudici a latere delle tangenti, spiegano perché hanno condannato' Antonio Tribisonna ad un anno e 8 mesi di carcere per corruzione e millantato credito e perché. Invece, Franca Viola Carpinteri è stata mandata assolta con formula piena dall'accusa di interesse privato. Le motivazioni della sentenza sono state depositate Ieri. Su Tribisonna, Imputato di aver Illecitamente assolto nell'autunno 1982 uno spacciatore d'eroina, 11 presidente della quinta sezione del tribunale di Milano, Manlio Minale, ed 1 giudici togati Nicola Cerrato e Paolo Carfi hanno scritto: 'Agevole valutare la sua posizione. Le sterline sono circostanza irrefutabile, il momento finale di un interessamento assunto dal magistrato nella consapevolezza di una ricompensa». A mettere nel guai Tribisonna furono 1 racconti dello spacciatore Giuseppe Muzio Il dott. Antonio Tribisonna («Peppino 'o bandltu..) e del ristoratore Pasquale Casella, attualmente detenuto e già condannato per bancarotta. Il primo disse: «Fui asfolto da Tribisonna, lui era stato ammorbidito dalla mia banda attraverso il pittore Pasquale Pilla (pur egli già esperto di prigione, ndr)». Il secondo rivelò: «Le sterline furono date da Pilla, lui le buttò nell'auto del giudice. Me lo confidò proprio Tribisonna, mio vecchio amico oltre che compaesano». Secondo il tribunale, Muzio e Casella sono sinceri. Su quest'ultimo, a pagina 27 della sentenza, si legge: «Le sue parole sono del tutto accéttabili, logiche; del resto, furono ammesse sostanzialmente dallo stesso Tribisonna in istruttoria, sebbene con giustificazioni inverosimili e contorte. Nessun dubbio che la consegna delle monete sia assolta la Carpititeli stata fatta da Pilla». L'ex giudice a latere delle tangenti era accusato di aver lasciato credere al solito Casella che si sarebbe Interessato per fare ottenere la libertà provvisoria ad un pregiudicato. Interessamento mai avvenuto, ma ugualmente ricompensato. E' scritto nelle motivazione della sentenza: -Tribisonna millantò credito con Casella in modo da far sorgere in lui la ragionevole presunzione di \poter influenzare un magistrato». Limpido, nella sentenza, il ritratto della dottoressa Carpinteri; fosco quello di Pasquale Cananzi, antiquario ucciso dalla mafia nel 1883. La Carpinteri fini a giudizio per 1 racconti di Muzio: «Oltre a Tribisonna, nel collegio giudicante che mi assolse c'era pure lei, Cananzi era suo amico, mi assicurò che era stata "sensibilizzata"». Versione totalmente respinta dal magistrati milanesi. «£' vero che l'antiquario e il giudice si conoscevano, ma fu una conoscenza non profonda, non equivoca e senza particolari zone d'ombra». Contro la Carpinteri, li pm Muccl usò anche il verdetto d'assoluzione di Muzio: «Un verdetto ingiusto, di cui mi vergogno». E' stato cosi commentato dal tribunale: «£' indizio assai labile. Bisogna valutare quella sentenza con una cautela che si faccia carico della discrezionalità e del libero convincimento del giudice». Claudio Giacchino

Luoghi citati: Milano, Torino