Durissima censura russa sullo scudo Usa Mosca tace sul capitolo «diritti umani » di Fabio Galvano

Durissima censura russa sullo scudo Usa Mosca tace sul capitolo «diritti umani » Mosca definisce le armi spaziali una menzogna strategica del Pentagono Durissima censura russa sullo scudo Usa Mosca tace sul capitolo «diritti umani » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — «Menzogna strategica del Pentagono», le armi spaziali americane rifulgono come obiettivo primario del Cremlino nella rincorsa finale al vertice di Olnevra. Ieri la Pravda, Illustrando la priorità che quel tema dovrà avere nelle otto ore di colloqui fra Reagan e Oorbaciov, le ha denunciate come strumento delle pretese «imperialistiche» di Washington. Il pessimismo domina quindi, in modo sempre più esplicito, lo scenarlo proposto dal mass-media della Piazza Rossa; esso rappresenta forse l'Intenzione sovietica di mostrare un approccio rigido e inflessibile all'incontro di Olnevra, quasi a voler qualificare la disponibilità espressa da Oorbaciov a Incontrare la controparte «a metà strada». Mosca tace, al contrarlo, e non conferma le notizie diffusosi a Washington, su quello che potrebbe rivelarsi un minimo risultato positivo del summit, cioè 11 presunto consenso sovietico a lasciar emi¬ grare alcuni coniugi di cittadini americani. DI fatto, su questa vicenda che abbraccia 11 capitolo del diritti umani, neppure gli Interessati possono per ora confermare la notizia di fonte americana: «Non mj e stato detto nulla e dopo undici anni di sgradevoli esperienze attendo una conferma prima di pronunciarmi», ha dichiarato Ieri a Mosca Irina Maclellan, una delle dieci persone che sarebbero coinvolte in questo «gesto di buona volontà» del Cremlino. La Maclellan, professoressa d'Inglese, ha 47 anni; 11 marito, Woodford Maclellan, ne ha 61 ed è professore di russo all'università della Virginia. SI conobbero nel Caucaso, nel 1972, durante un viaggio del professore: si videro l'ultima volta nell'agosto 1974. «Tutti ne parlano, ma le autorità non hanno ancora fatto nulla», ha osservato Sergej Petrov, uno degli altri presunti protagonisti della vicenda. «Purtroppo sembra soltanto un tentativo di ridurre le tensioni prima del vertice», ha commentato un terzo, MatveJ Finkel. Nelle analisi di ambienti diplomatici occidentali l'articolo della Pravda è giudicato, a due giorni dal summit, come una delle più aspre censure sovietiche al preparativi americani in vista del colloqui ginevrini. «Oli Stati Uniti non spenderebbero miliardi di dollari e non sprecherebbero vaste risorse intellettuali — afferma 11 giornale del pcus — per preparare le guerre stellari unicamente al fine di liberare il mondo dalle armi nucleari e di rafforzare la stabilità strategica. Le guerre stellati sono sempre guerre, e sono preparate dagli Stati Uniti al fine di conseguire le loro pretese imperialistiche sulla terra». Lo «scudo», osserva di rincalzo 11 quotidiano Selskaja Zhlzn, «rappresenta un tentativo per assicurare una permanente superiorità tecnologica dell'Occidente sul Paesi socialisti (...) e anche degli stati Uniti sul loro alleati». Fabio Galvano

Persone citate: Finkel, Irina Maclellan, Sergej Petrov, Woodford Maclellan

Luoghi citati: Mosca, Stati Uniti, Virginia, Washington