Cannoni, affari e preghiere sul Lemano di Alfredo Venturi

Cannoni, affari e preghiere sul Lemano Cannoni, affari e preghiere sul Lemano ,pgvinista DAL NOSTRO INVIATO GINEVRA — Gli imperatori d'Oriente e d'Occidente avranno le spaile ben coperte, nei giorni cruciali del loro vertice ginevrino. E' da una città in assetto di guerra che Reagan e Oorbaciov dovrebbero indicare al mondo la via della pace. «Non crediate che questa sia una messa In scena», dice il tenente colonnello Duchosal. Responsabile della sicurezza all'aeroporto di Cointrtn, l'ufficiale mostra attorno alle piste l granatieri corazzati che vigilano dalle torrette del loro M113, le ■ postazioni da cui spuntano le canne delle mitragliatrici, l fanti del Decimo reggimento venuti dal cantone d'Argovla, impettiti nel gelo con i loro fucili d'assalto. Armi cariche, si precisa, e la facoltà di sparare senea tanti complimenti, dopo una sola intimazione. E poi, nei boschi attorno alla villa di Saussure e alla villa Fleur d'Eau di Versoix. nei giardini che dominano la sede della missione sovietica, una ventina di pezzi d'artiglieria contraerea. SI tratta dei punti caldi di questo vertice: a Saussure alloggia da ieri sera Reagan, a Versoix e alla missione russa, che da domani ospiterà Oorbaciov, si svolgeranno gli incontri di martedì e mercoledì Un attacco terroristico dal cielo sarebbe accolto dai mille colpi al minuto degli Oerllkon da venti millimetri. Né è possibile attaccare il vertice dal lago, perché l'esercito è pronto a sparare su ogni imbarcazione che si avventuri in una striscia, prospiciente i luoghi del vertice, interdetta alla navigazione. Sulla sicurezza di Reagan e Oorbaciov, sulle loro notti e sui loro giorni, sugli spostamenti e sugli incontri, vigilano duemila soldati e 1500 poliziotti svizzeri. Per non parlare dei due servizi segreti, da ^giorni in stato di massima ^allerta. ! Oli aspetti più significativi del piano di sicurezza, del resto, li conoscono soltanto gli ufficiali svizzeri che lo hanno organizzato. Il tenente colonnello Duchosal non può illustrare t suoi marchingegni segreti. «Non vorrete che 10 spieghiamo per filo e per segno al terroristi, quello che abbiamo escogitato per rendergli la vita impossibile». Vita impossibile per i terroristi, ma non soltanto per loro. I ginevrini vengono invitati a aver pazienza: ci sono strade intere chiuse al traffico, come quella parte dell'Avenue de la Paix, che lambisce la missione sovietica. Anche alcuni valichi con la Francia sono stati chiusi. 11 risultato è una circolazione automobilistica piii difficile del solito. Naturalmente i ginevrini, quelli almeno che hanno la possibilità anagrafica di fare il confronto, ricordano un al¬ tro vertice. Era il 1955, l'incontro del Quattro Grandi, e un paio di gendarmi bastava per far la guardia alla villa Fleur d'Eau. dove Elsenhower riceveva Bulganin, Eden e Faure. Adesso i Grandi si sono ridotti a due, ma in compenso si sono moltiplicati i rischi. Si sono moltiplicati, per la citta, anche i profitti. Il vertice non è soltanto un evento storico, è anche un affare. Gli alberghi di Ginevra sono stracolmi, e cosi gli alberghi della regione circostante. Prenotare il tavolo al Ristorante è più arduo del soluto. Soltanto i giornalisti sono circa 4 mila. E poi ci sono i pacifisti, e t portatori delle più varie istanze, dall'Afghanistan al Medio Oriente, dai polacchi agli ebrei sovietici: decine di gruppi che hanno scelto la scena del vertice, cosi bene illuminata dai riflettori della stampa internazionale, per i loro cortei e le loro manifestazioni. Non è ben chiaro se in omaggio alla storia o agli affari, Ginevra per l'occasione si è vestito a festa. C'è una profusione di bandiere e di fiori, e il gigantesco zampillo che proletta a più di cento metri l'acqua del lago, normalmente chiuso in questa stagione, è stato riattivato. Si vendono adesivi e magliette con le facce dei due antagonisti, e scritte che vanno dall'auspicio ('«Ginevra per la pace •). al sarcasmo (mia. beffa di Ginevra»;, fino alla beneaugurante fusione linguistica dei due fatidici nomi: Reatchev, Oorbagan. Un giornale li ritrae, teneramente vicini in un disegno molto affettuoso, sotto un ■unico ombrello che li ripara, appunto, dal grande zampillo del lago. Indaffaratissime le poste elvetiche, alle prese con valanghe il cartoline che arrivano da mezzo mondo a Ginevra, per iniziativa di un'organizzazione pacifista, con la perentoria sollecitazione che quei due non si perdano in chiacchiere e combinino qualcosa di serio. Simile il tenore di un appello, con 300 mila firme di giovani di cento Paesi, che in questi giorni è stato recapitato alle due missioni diplomatiche: vi si chiede che i due lancino da Ginevra una grande dichiarazione di pace. n vertice fa scoprire poi, alla città di Calvino, le virtù dell'ecumenismo. Nella cattedrale calvinista questa mattina pregheranno insieme un pastore protestante, un prete cattolico, un monsi-: gnore. ortodosso, un teologo musulmano, un sacerdote scintoista, un gran rabbino israelita e uno swaml induista. Una benedizione davvero eterogenea, per i due imperatori del mondo alle prese con i loro colossali problemi. Alfredo Venturi

Persone citate: Calvino, Cannoni, Reagan

Luoghi citati: Afghanistan, Francia, Ginevra, Medio Oriente