Nell'arcipelago italiano dei profughi

Nell'arcipelago italiano dei profughi Più di 400 mila gli stranieri autorizzati a risiedere, un milione i clandestini Nell'arcipelago italiano dei profughi Il sottosegretario Costa: «Bisogna disciplinare la figura del cittadino estero in Italia» DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Siamo tra le 98 nazioni che nel '54 hanno aderito alla Convenzione di Ginevra. Ospitiamo i profughi che per motivi politici, religiosi o etnici sono costretti ad abbandonare il loro Paese. Nel firmare l'accordo abbiamo posto un limite geografico: riconosciamo lo «status» di rifugiato solo a chi proviene da nazioni europee. Per loro oltre all'asilo nel campo •prof Ughi, c'è l'eventuale inse^ rimento, nel tessuto sociale. Pero se decidono di andarsene, ponti d'oro. Al rifugiati di altri continenti, pur rientrando nelle categorie previste dalla Convenzione, non diamo protezione giuridica. Slamo allineati con 11 Brasile, Madaga¬ scar, Paraguay, Turchia, Malta e Principato di Monaco. Fino a qualche anno fa c'era anche la Francia, poi si è aggiornata alla nuova realtà. Nell'82, il ministro degli Esteri Colombo aveva dichiarato a Poul Hartllng, Alto Commissario delle Nazioni Unite per 1 rifugiati, l'intenzione del nostro governo di modificare la sua posizione perché discriminante rispetto agli esuli extraeuropel. Sembrava cosa fatta, ma è Successo niente. In assenza del riconoscimento di rifugiato da parte delle autorità italiane, una piccola percentuale di esuli è protetta dall'Alto Commissariato (Acnur). Il nostro limite geografico è superato. Basti osservare le vicende africane e medio orientali, dove lotte Interne e aggressioni esterne coinvolgono una enorme massa di persone. Tra 11 1971 e il 1984 la commissione paritetica di eleggibilità (membri del nostro governo e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite) ha esaminato 25.253 domande e concesso lo «status» di rifugiato a 8762 stranieri riparati in Italia: 4795 europei ed eccezionalmente 3782 extraeuropei (602 cileni, dopo il golpe di Pinochet, 3146 indocinesi, in parte raccòlti Ih mare dalle nostre navi ed in parte fatti arrivare tramite la Carltas, 35 afgani bloccati a Fiumicino dall'invasione sovietica e 4 brasiliani). Secondo l'Acnur, 11 movimento di rifugiati nel nostro Paese, dalla firma della Convenzione ad oggi, avrebbe toccato le 15.100 unità. Abbiamo un costante flusso di «pellegrini» polacchi che vengono a trovare il Papa e poi chiedono asilo politico alle autorità italiane. I più iniziano subito le pratiche per emigrare In America, Canada, Australia e Nuova Zelanda.. Ma per ottenere 1 documenti necessari occorrono mesi e anche anni e nel frattempo 11 ospitiamo noi. Sono In continuo aumento tanto da creare problemi finanziari ai servizi che ne devono avere cura. Quanti sono gli stranieri legalmente autorizzati a risiedere in Italia? La cifra del ministero degli Interni aggiornata alla fine dell'84, dice 433.923.1 clandestini secondo il Censis, sindacati, vicariati ecc. sarebbero circa un milione e in maggioranza extraeuropei. Sfuggono ad ogni controllo perché costretti. Se non dimostrano di potersi mantenere con propri mezzi, non possono ottenere il permesso di soggiorno e quindi rischiano di essere accompagnati alla frontiera con il foglio di via obbligatorio. La circolare del ministero del Lavoro (marzo 1982) stabilisce che lo straniero che si trovava in Italia al 31 dicem¬ bre 1981, può regolarizzare la posizione lavorativa se in grado di presentare un passaporto valido, un'offerta di lavoro e 11 biglietto di ritorno al Paese di origine. I rifugiati non europei, non potendo esibire un passaporto valido e non potendo, per ovvie ragioni di sicurezza, rivolgersi alla propria ambasciata, non possono beneficiare di questa normativa. Sono quindi costretti a nascondersi e per sopravvivere accettare il «lavoro nero», cioè sfruttaménto fisico ed economico. Oppure sbarcare il lunario con sistemi che portano alla galera. Ma le stesse difficoltà le hanno anche i rifugiati riconosciuti solo dall'Acnur (In maggioranza iraniani ed etiopici) che offre loro assistenza legale e un modesto aiuto economico; l'Italia il permesso di soggiorno, ma non di lavoro. Il liberale Raffaele Costa ha detto che esistono una serie di proposte di legge, formulate da alcuni partiti e riunite in un unico testo, sul lavoro degli extra comunitari che sarà esaminato a partire dalla prossima settimana In sede legislativa. Costa ha aggiunto che i liberali si batteranno per «aprirete frontiere a tutti gli esuli politici e nel contempo disciplinare meglio la figura dello straniero in Italia: Slamo una nazione generosa, abbiamo superato gli Stati Uniti nei finanziamenti all'U- nlcef Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Pinochet, Poul Hartllng, Raffaele Costa, Ughi