Milano, s'è iniziato il processo alla mafia dei colletti bianchi di Susanna Marzolla

Milano, s'è iniziato il processo alla mafia dei colletti bianchi In aula solo sei detenuti arrestati nel blitz di San Valentino Milano, s'è iniziato il processo alla mafia dei colletti bianchi MILANO — In una piccola aula strapiena di avvocati, alcuni molto noti, si è aperto ieri il processo alla «mafia dei colletti bianchi», nella prima udienza rimasto però fermo alle istanze preliminari. Il processo è frutto di un'Inchiesta incominciata con le decine di arresti avvenuti il 14 febbraio del 1983 (per la data, l'operazione è rimasta alle cronache come «blitz di San Valentino»), via via arricchitasi di altri elementi, come le dichiarazioni di Tommaso Buscetta. Dei 37 imputati, ieri, c'erano solo sei detenuti e pochi altri a piede libero. Mancava, ovviamente, uno dei principali accusati e cioè Antonio Virgilio, noto imprenditore e proprietario alberghiero, fuggito nel marzo del 1984 approfittando del ricovero in clinica per problemi cardiaci; dopo l'evasione di lui si sono perse le tracce. Mancava anche Luigi Monti, suo socio In numerosi affari, ricoverato in ospedale dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari. Assente anche Alfredo Bono, considerato un capo mafioso di primo plano; ha fatto pervenlree al tribunale una rinuncia a comparire In aula. In compenso, nella gabbia degli Imputati c'era il fratello Giuseppe, considerato un «boss» ancora più potente. Dietro le sbarre, in maglione a giacchetta, aveva un aspetto diverso dalle immagini riportate per anni dalle cronache: con Antonia Albino, festeggiando nei saloni dell'hotel Pierre di New York. Alla cerimonia c'era tutto 11 «gotha» della mafia e di Cosa Nostra e gli sposi si erano fatti ritrarre con tutti 1 loro amici. Foto-ricordo che avevano alutato gli inquirenti a stendere un organigramma del crimine: adesso molti di quelli che erano alla festa si ritrovano nei tribunali, in Italia o negli Usa. I reati oggetto del processo aperto Ieri vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso alla violazio¬ ne delle norme valutarle, al falso, al contrabbando. L'elenco degli imputati vede associati personaggi «insospettabili», come appunto Monti e Virgilio oppure Carmelo Gaeta, ex amministratore della Borgosesia, e professionisti specializzati in affari poco puliti, come 11 commercialista Ernesto Agostini; personaggi del mondo dello spettacolo, come Carmelo Quattrone,' impresario di Walter Chiari (ieri in-aula a piede libero) e mafiosi p!uriricercati come Ugo Martello, che era latitante fin dal 1956, anche lui presente all'apertura del processo. Tutti costoro, a vari livelli avrebbero fatto parte di un'organizzazione — capeg¬ giata secondo l'accusa da Monti, Virgilio, Alfredo Bono, Ugo Martello e Vittorio Mangano — che «aveva come scopo la commissione di una serie indeterminata di delitti», nonché 11 controllo di diverse attività economiche. Le società attraverso cui operava erano «fantasma», una semplice copertura per l'utilizzo di denaro «sporco», ma i soldi reinvestiti erano reali. Tanto reali che, quando ih base, alla legge Rognoni La Torre, nel luglio dello scorso anno, vennero sequestrati 1 beni di Monti e Virgilio tra alberghi, case, terreni, società commerciali, auto e cavalli da corsa, 11 patrimonio era quasi di trecento miliardi. Susanna Marzolla

Luoghi citati: Italia, Milano, New York, Usa