I crimini nel mondo dei cavalli di Angelo Conti

I crimini nel mondo dei cavalli In Italia l'ippica tormentata da uccisioni, ricatti e scommesse clandestine I crimini nel mondo dei cavalli Cosa c'è dietro la strage dei ventisei purosangue di Pisa - «Lasciamo stare le ipotesi fantastiche, 14 mila corse in Italia si svolgono regolarmente» dice il presidente dell'Unire, Picchi - Ad Agnano, paradossalmente, la camorra, che controlla le corse da sette anni, impedisce di truccare i risultati - Le puntate illegali a Palermo : DAL NOSTRO INVIATO , ROMA — Cosa c'è dietro 1 ventlsei purosangue morti a Pisa, avvelenati da un «maniaco» o da un killer prezzo-! lato, per motivi che magistratura e carabinieri stanno faticosamente ricostruendo in queste ore? Sono sintomo di una salute di nuovo malferma per l'Ippica di casa nostra o rappresentano un isolato episodio di follia? Anche se il presidente dell'Unire (l'ente che sovraintende alle corse In Italia) Raffaello Picchi invita «a lasciar perdere ipotesi da filmo mettenedo sull'altro piatto della bilancia «le 14.000 corse che si svolgono regolarmente su 36 ippodromi ogni anno», è pur vero che l'ambiente delle corse non è popolato soltanto da stinchi di santo. Lo dimostrano le cronache degli ultimi anni che registrano, fra tanti episodi minori, anche sette arresti nel 1980 a Palermo (fra cui tre driver del trotto) per associazione a delinquere e truffa al danni degli scommettitori dopo una oscura storia di doping; sempre per associazione a delinquere in galera finiscono, pochi mesi dopo, anche cinque fantini ed un driver, tutti milanesi. Nella primavera dell'82 ci scappa persino 11 morto: Antonio Esposito, guidatore napoletano di 54 anni, vincitore di due trofei intercontinentali consecutivi, viene assassinato dai killer (tutt'ora sconosciuti) nei pressi dell'ippodromo clandestino di Paestum. Restano ignote persino le cause: uno sgarro durante una corsa od un bidone nella compravendita di un trottatore? Più rare le «vendette trasversali» attuate sul cavalli per colpire gli uomini: la casistica italiana annovera 11 rapimento di Carnauba (una purosangue del petroliere texano Nelson Bunker Hunt) e del trottatore Wayne Eden ( dell'industriale milanese Piero Giudici), entrambi liberati dopo il pagamento di riscatti modesti (300 milioni la femmina, circa cento 11 maschio). Più cruento fu l'attentato a Maltasar (secondo arrivato nel derby 1977, mal più recuperato alle corse dopo un'Iniezione di liquido corrosivo in un garretto), compiuto nelle scuderie torinesi di Antonio Pedrazzani. Altri azzoppamenti, ma di minor gravita, avvengono a Roma fra il '78 e l'80 nelle scuderie di Lizzi e del tedesco Kruger. All'estero va innanzitutto registrato il clamoroso rapimento di Shergar, uno stallone dell'Aga Khan vincitore dei derby d'Inghilterra ed Irlanda assicurato per 24 miliardi, sparito due anni fa dai prati di un allevamento irlandese (forse ucciso dall'Ira che non riuscì a portare a termine la trattativa per ottenere un pingue riscatto, forse esportato clandestinamente ed impiegato come riproduttore. Uccisioni di cavalli sono relativamente più frequenti in America: un centro di allevamento di «quarter horse» (di taglia piccola, impiegati in corse sulla distanza di due «furlongs», circa 400 metri) nell'Oregon fu incendiato dolosamente nell'82 con la morte di SO animali mentre fece molto scalpore due anni fa l'uccisione di Fast Baby, un purosangue colpito con una fucilata da uno spetattore ( sfuggito alla polizia) mentre lottava lungo la retta d'arrivo di un piccolo ippodromo della California meridionale. In Italia l'ippica, caso Pisa a parte, sembra vivere un periodo di relativa tranquillità, anche se non mancano legami anche stretti con il mondo della malavita. Se Vinovo, gli ippodromi milanesi, toscani e romagnoli nonché quelli della costa adriatica svolgono attività, sostanzialmente regolare ed 1 due impianti romani hanno tratto benefici da passate energiche azioni di polizia, per Napoli, Aversa e Palermo 11 discorso è diverso. Agnano è da almeno sette anni un feudo della Nuova famiglia del Nuvoletta. Qui la camorra è potente: gestisce l'attività di scuderie ed allevamenti, compra e vende puledri, fattrici e stalloni. Non ha cessato la sua crescita neppure dopo l'arresto di Aniello Nuvoletta, il capo carismatico della organizzazione, a cui è seguito un anno fa l'assassinio di Salvatore Normale, l'amministratore dell'allevamento Vallesana (la sigla ippica della famiglia Nuvoletta) ed il sequestro attuato in ossequio alla legge antimafia dei pascoli e delle scuderie realizzati nel Casertano.. «E' soltanto successo — spiega Francesco Voltaggio, segretario dell'Unione Proprietari Trotto — che sia au¬ mentato il numero delle donne intestatarie di scuderia. Una volta rarissime stanno diventante la maggioranza: spesso una manovra per sfuggire al fisco, non di rado è anche il modo per presentare un certificato penale immacolato, necessario per far correre i propri cavalli: Puledri allevati dai Nuvoletta a Marano corrono anche sotto colori toscani, fra di essi Ellano, il primo tre anni italiano ad essere sceso sotto l'I.15, forse li miglior cavallo indigeno attualmente In attività. Si è comunque concordi nel ritenere che la presenza della camorra ad Agnano non porti Irregolarità, nelle corse: aAnzl accade esattamente il contrario: le famiglie camorristiche — spiegano 1 carabinieri del gruppo di Napoli — vedono nelle corse soprattutto uno svago. Fanno come Lucky Luciano che andava all'Ippodromo per rilassarsi, magari dopo aver compiuto un omicidio. C'è chi usa la sua presenza ad Agnano addirittura come un alibi. La morte di Antonio Esposito probabilmente è stata solo un'eccezione, forse l'iniziativa dt un pesce piccolo che magari ha già pagato per questo*. A Napoli risulta in netta diminuzione 11 gioco clandestino: l'opera iniziata dalla Trenno (la società milanese che gestisce l'impianto di Agnano) ha trovato tacitamente d'accordo proprio gli esponenti della Nuova Famiglia che l'hanno persino appoggiata. Diversa la situazione ad Aversa e soprattuto a Palermo dove invece il gioco irregolare rappresenta 11 «pane per tanta gente: In Questura lo confermano aggiungendo che «crii allibratori clandestini sono degli sbandati che sino a quando raccolgono puntate almeno non commettono delitti: Alla Favorita, secondo l'Unione Proprietari «si scommette un miliardo per ogni convegno dt corse ma solo 250-300 mi/ioni percorrono t canali ufficiali: Diffusissima anche l'accettazione di puntate illegali lontano dall'ippodromo. In piazza Brigata Verona (dove c'è la più frequen¬ tata agenzia ippica siciliana con un movimento di oltre S miliardi e mezzo l'anno) si muovono anche schiere di clandestini: accettano indifferentemente gioco sul cavalli o sulle partite. Ieri veniva offerta a 10 contro 1 la vittoria del Palermo a Catanzaro abbinata al successo di Babe Kosmos nel Gran Premio delle Nazioni di Milano. Contro di loro le forze dell'ordine sono Impotenti: la pena massima, dopo una denuncia a piede Ubero, è la multa di un milione. Quasi sempre si preferisce chiudere un occhio. Poco rischiano anche fantini e driver, in caso di malefatte. Il «non aver montato a fondo un cavallo' (che sta a significare scarsa volontà di vincere) è spesso punito con una sospensione di poche giornate. Anche fra 1 giudici sportivi pare esserci qualche volta 11 desiderio di non andare troppo a fondo nel procedimenti disciplinari: lo lascia supporre una deposizione del trainer Plstoletti che, posto l'anno scorso sotto processo per aver usato uno stimolatore elettrico nell'addestramento dei cavalli, raccontò l'anno scorso In commissione disciplinare di avere ricevuto «pesanti minacce ed tntimldaetonU in occasione di alcune corse. Nessuno pensò allora di aprire un'inchiesta, che forse avrebbe evitato la morte di ventisei cavalli. Angelo Conti