Zampini solleva altro polverone

Zampini solleva altro polverone Il faccendiere non perde occasione per lanciare accuse vaghe e insinuare dubbi Zampini solleva altro polverone «Ho dato al giudice la ricevuta di parecchi milioni consegnati da alcuni industriali a un uomo politico per la campagna elettorale» - E chiama in causa il pri - Secca smentita del vicesegretario nazionale pri, La Malfa - Interrogati Zattoni e Artusi (de) e Quagliotti (pei) Dopo gli scontri e le polemiche tra difesa e accusa sulle intercettazioni telefoniche e le querele di falso, pareva che li processo delle tangenti dovesse vivere un'udienza tranquilla. In programma, gli interrogatori di Zampini, dell'esponente de Zattoni, dell'ex segretario de Artusi e dell'ex capogruppo pel in Comune Quagliotti. Senza novità le deposizióni di questi ultimi tre imputati. Caratterizzata da una divagazione, quella di Zampini. Nonostante già nel giorni scorsi il giudice a latere Cartesio l'avesse ammonito a non esprimere in aula giudizi personali, il faccendiere ha lasciato cadere, apparentemente a caso e all'improvviso, frasi che nessuna attinenza avevano con quanto si discuteva. Parole o forse messaggi, dai significati e dalle ispirazioni nebulosi. L'unica cosa chiara: ancora una volta raccusato-accusatore ha tentato, con la solita tecnica, di sollevare il polverone delle insinuazioni e del dubbi. Parlando di Enzo Biffi Gentili, ha raccontato: «Lui aveva col denaro uno strano rapporto, rideva, non vi accennava mal-. E poi: 'Biffi non è come altri politici di partiti dalie mani pulite che Invece t soldi li hanno presi, eccome. C'è un documento, gravissimo, consegnato at magistrati giorni fa». Fuori dall'aula Zampini ha chiarito ai cronisti 11 suo divagare: «fi 4 novembre fui interrogato dal sostituto procu- rotore Fassio per le querele presentate contro di me da Dondona e Paganelli. Per dimostrare che non accuso a vanvera, ho mostrato un cartoncino al giudice che l'ha sequestrato. Sopra c'è la firma autentica di un alto esponente di un partito che non è né la de, ni il psi né il pel. E' la ricevuta diti finanziamento di diversi milioni dato da un gruppo di industriali del Nord Italia per una campagna elettorale degli Anni Settanta». «Che partito è? n pll forse?». Zampini ha risposto con una risata. «E' il prl, allora?». Un sorriso e un assenso col capo, poi negato: 'Avete male interpretato, non ho fatto nessun sì con la testa, insomma, sono vincolato al segreto istruttorio, non posso raccontare di più, almeno oggi. Quel cartoncino m'è arrivato per posta dà un anonimo, prima che cominciasse il processo». Un cronista è tornato alla carica, ha scritto quattro nomi di onorevoli del partito repubblicano: «La firma autografa sul cartoncino appartiene ad uno di questi politici?» Il faccendiere ha nicchiato e infine risposto: «Afa si». Sorpresi e seccati, 1 difen¬ sori di Zampini prof. Plsapla e avv. Acca tino hanno preso le distanze dalla sortita del cliente: «Non ne sappiamo assolutamente nulla, è una sua iniziativa personale». Il dott. Fassio ha solo ammesso di aver sequestrato cautelatlvamente il cartoncino. Anche se ci fosse stata una violazione della legge sili finanziamento del partiti, come ha insinuato Zampini, il reato sarebbe ormai caduto in prescrizione. Sul racconti del faccendie re abbiamo sentito l'on. Giorgio La Malfa, vicesegretario nazionale del prl. Ha dichia¬ rato: «Se il signor Zampini ha dei documenti, li produca. Non abbiamo mai avuto rapporti con questo personaggio, che ha commesso con altri i ' suoi affari e i suoi reati. Valuteremo la questione in sede [ legale; mi sembra però che gli ' stessi difensori di Zampini la considerino una boutade». H resto dell'udienza è stato un monotono elenco di cose . dette e ridette. Per un'ora Zampini ha ripetuto la storia della tentata vendita al Co-' mime dello stabile di via Tommaso Grossi 15: un affa-. re che, come gli albi, non; andò mal In porto. Il faccendiere ha ricordato gli accordi con l'ex assessore Sclcolone e Artusi. Liberto Zattoni ha confermato («Diedi i soldi ad Artusi in due tranches, prima nel' suo ufficio atta sede della de poi all'Hotel Ambasciatori») ma ha negato di aver avuto da Zampini oltre 700 milioni da distribuire a partiti e poli-1 tic! («i/o fatto da mediatore per via Tommaso Grossi e ho ' preso il giusto: 100 milioni da. Zampini e 12 milioni dal Consorzio agrario proprietario ' dell'immobile»). Claudio Artusi ha respiri*i ' le accuse («Mai avuto denu. o,} da Zattoni. Non ho agevolato Zampini nel suoi affari») come Giancarlo Quagliotti («Non sapevo nulla di quello stabile. E' vero che mi arrivò un televisore a casa ma ho saputo solo dopo che l'aveva mandato Zampini»). Claudio Giacchino Nino Pietroptnto Prìina de) colpo a sorpresa, Zampini ha ricordato tempi e modalità dell'affare di via Tommaso Grossi

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