Il generale puntava al bubbone catanese

Il generale puntava al bubbone €afanese I retroscena dell'attacco ai cavalieri del lavoro Il generale puntava al bubbone €afanese PALERMO — Una delle affermazioni più ricorrenti — scrivono i giudici di Palermo —, specie nell'immediatezza del suo assassinio, era che Dalla Chiesa «avesse una visione sorpassata e rudimentale del fenomeno mafioso». «Le sue conoscenze erano Invece aggiornale e la strategia che Intendeva attuare era adeguata. Egli infatti aveva ben presenti sia i legami della mafia con alcuni settori del potere politico e imprenditoriale, sta le dimensioni attuali delle organizzazioni mafiose operanti in Italia e all'estero. Ed era /ermamente convinto quindi che se t legami della mafia col potere politico e con certa imrpcnditorlalità non fossero stati recisi, qualunque tentativo di debellare la mafia sarebbe slato vano. Ed in questa direzione egli aveva già cominciato a lavorare'. Non è dato sapere da quale fonte Dalla Chiesa attingesse le sue conoscenze sulla mafia catancse, «rivelatesi sorprendentemente conformi alla realtà solo adesso, a conclusione della defatigante e complessa Istruttoria di questo procedimento. Certo è che allora, quando anche gli addetti ai lavori si ostinavano a ritenere che a Catania la mafia non esiste, quelle affermazioni risultavano dirompenti...». E' verosimile che Dalla Chiesa, se non fosse stato ucciso, avrebbe concentrato la sua attenzione proprio in quella direzione. E difatti, circa un mese dopo 11 suo Insediamento, il 2 giugno 1982. •richiedeva al prefetto di Catania in via del tutto riservata un profilo informativo sui titolari delle imprese Graci e Costanzo, sui loro prossimi congiunti e sulle loro attività economiclie-. Nella risposta il prefetto di Catania elencava le numerose Imprese dei due imprenditori catenesi ; riferiva del coinvolgimento di Oraci nella nota vicenda del finto sequestro di Sindona. Nessun accenno veniva fatto a Nitto Santapaola (il presunto killer di Dalla Chiesa), denunciato alcuni giorni prima per la cosiddetta .strage della circonvallazione di Palermo*: •Deve dedursi quindi che il prefetto di Palermo ne ignorasse i rapporti con Costanzo'. La sortita di Dalla Chiesa sugli imprenditori cAtanesi e sull'asse mafioso PalermoCatania quindi era tutt'altro che una mossa avventata: •Era invece il frutto di una scelta ponderata che mirava a smuovere le acque per fare emergere una realtà da lui ritenuta molto inquietante. La risposta dei Cavalieri del Lavoro catanesl non si fece attendere; Mario Rendo, in particolare, esternava la sua amarezza per essere stato sospettato Ingiustamente di collusioni con ambienti mafiosi. Inoltre il 13 agosto '82 il presidente della Regione siciliana, Mario DAcquisto, inviò a Dalla Chiesa una lettera con la quale chiedeva chiarimenti sulle affermazioni del prefetto in relazione ai rapporti tra gli imprenditori catanesl e la mafia palermitana'. L'episodio è stato riferito dal capo di gabinetto della prefettura di Palermo ai giudici istruttori: 'Al mio rientro dalle ferie il prefetto mi fece leggere la lettera dellonorevole DAcquisto; ini sembrò piuttosto seccato per tale inusitata richiesta e, nel convenire che bisognava rispondere, mi disse che occorreva scrivere in modo politicamente sfumato, che puntualizzasse però la diversità di attribuzioni del prefetto e del presidente della Regione... Era 11 V settembre dell'82. L'antivigilia dell'agguato di via Carimi. La netta posizione assunta da Dalla Chiesa nel confronti della questione catanese rendeva doveroso l'approfondimento dell'istruttoria circa l'esistenza di collusioni tra mafia catanese e mondo politico imprenditoriale, allo scopo di accertare se l'omicidio, voluto dalla maflp., fosse stato agevolato dalle resistenze locali alla sua attività antimafia o 'addirittura ispirato dai portatori di'questi interessi-da lui toccati e compressi Al Tiguardo-lHstrut torta è tuttora in corso di espletamento. Tuttavia già adesso si è in grado di poter affermare che alla luce delle risultanze finora emerse le affermazioni di Dalla Chiesa sembrano tutt'altro che destituite di fondamento...

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