Ora dal pulpito predica un laico di Luciano Curino

Ora dal pulpito predica un Meo COME CAMBIA LA CHIESA IN ITALIA: RITORNANO I DIACONI Ora dal pulpito predica un Meo «Non siamo preti di serie B, è una vocazione distinta» - Sono operai, professionisti, pensionati, dirigenti industriali, quasi tutti sposati e con figli • «Forse per questo la gente li sente in certi casi più vicini del sacerdote» - Per l'ordinazione, è necessario l'assenso della moglie: «e' un momento commovente» - Sposano, battezzano, assistono i fedeli, dividendo la giornata tra il lavoro e la chiesa TORINO — Tengono soprattutto a precisare di non essere del *preti di serie B» e di non essere ordinati per supplire in qualche modo alla progressiva carenza di sacerdoti. Sono i diaconi: il termine, in greco significa «servi», indica Quelli che si assumono un servigio nella Chiesa. Quasi tutti sposati e con figli, operai e professlo-\ nìsti, pensionati e dirigenti'' industrali. Salgono sul pul-\ plto a predicare, benedicono e dipendono dal vescovo. Dopo quasi mille anni, ti diaconato permanente e stato resuscitato dal Concilio- Vaticano II. Si è sviluppato a ^macchia di leopardo» in tutto il mondo e, mentre il nùmero del sacerdoti diminuisce, aumenta quello del .diaconi. E' una nuova realtà della Chiesa e per avere dati precisi si va a Reggio Emilia da don Alberto Altana, che meglio conosce la situazione nazionale e tiene collegamenti internazionali. Dice die la diocesi di Colonia è stata la prima a partire con il diaconato, subito seguita da quelle americane. Ora negli Stati Uniti t diaconi sono più di settemila, un migliato nella Oermania Federale. In Italia sono 450: i primi a Napoli nel giugno 1975 e a Torino nel settembre dello stesso anno. «E' una vocazione come quella del sacerdote, tra le vocazioni è quella più diffusa». Oggi Napoli ha 72 diaconi e Torino 70. Seguono Reggio Emilia con 25 e Bologna con 28. Dice don Altana: «In questo momento 11 Veneto è la, ■regione con 11 fermento maggiore. Anche se partite dopo, tutte le diocesi si stanno muovendo vivacemente. Alcune hanno già i primi diaconi: Udine, Verona, Vicenza, Treviso. Le altre si stanno preparando. C'è un movimento notevole, un interesse grosso». E la Lombardia? «L'unica diocesi con un numero consistente di diaconi è quella di Brescia: una decina. Milano ha una. commissione di studio per. partire. Il cardinale Martini è favorevole, ma intende fare le cose dopo approfondimento». Ascoltiamo il primo diacono sardo: Clemente Onali, 54 anni, sposato e con tre figlie. Operaio in pensione: ha lavorato alla Fiat sezione presse. E' stato ordinato diacono nel 1979, appartiene alla diocesi torinese che due anni fa lo ha ^imprestato» a quella di Oristano, ed opera a Marrubio, cinquemila abitanti «Ho fatto 11 diacono al Papa quando è venuto in Sardegna, ho partecipato alla concelebrazlone della Messa». Ma non è questo il ricordo più bello: è la cerimonia dell'ordinazione. «C'erano diversi compagni di lavoro, che avevano opinioni diverse dalle mie, sapevo che stavano sull'altra sponda. Qualcuno mal entrato in una chiesa, senza idea di come ci si comportasse in chiesa. Quando il ve scovo nell'omelia diceva qualcosa che gli piaceva, applaudivano come a un comizio, gridavano: bravo. 61 possono capire, io ero un operalo come loro, avevo gli stessi problemi: la famiglia, l'affitto, le figlicene studiavano, di più mi prendevo questo ' Impegnò" 'Dòpo' la mia ordinazione alcuni sono venuti a dirmi: "Sai, non lo avremmo mal pensato, ma domenica abbiamo pregato per te". Gente che credevo tanto lontana era più vicina di altri che pensavo vicini». Ha operato alla parrocchia [San Bernardo di Rivoli, poi \il trasferimento in Sardegna. «E' stato bello due anni fa quando ho benedetto le nozze di mia figlia e qualche mese fa quando ho battezzato il nipotino. Matrimonio, battesimo: noi diaconi pos¬ siamo fare tutto in famiglia». Diocesi pilota del diaconato in Italia è quella torinese. A Pianezza, fucina di diaconi, sentiamo don Giovanni Pignata, delegato arcivescovile per il diaconato permanente. Dice: «Chiunque può' diventare diacono. Età minima per 1 celibi 25 anni, per 1 coniugati 35, ma devono essere sposati da alméno dieci anni. Il motivo si spiega: una certa garanzia sulla solidità di quella famiglia». Il diacono scapolo rimane scapolo, quello sposato che resta vedovo non può risposarsi. Perché per il codice canonico chi ha ricevuto il sacramento dell'ordine, come appunto il diacono, non può più contrarre matrimonio. «Abbiamo avuto un caso penoso a questo riguardo. Uno che era a poche settimane dall'ordinazione è rimasto vedovo con tre bambini sotto gli otto anni. Si è sospesa l'ordinazione. Non si è risposato, lui stesso con l'aiuto di sua madre ha tirato su la famiglia. Cresciuti 1 figli, si è rlpresentato ed è diventato diacono... / diaconi portano all'interno stesso del clero di cui entrano a far parte almeno due esperienze Inconsuete: quella del lavoro, in fabbrica o in ufficio; quella del matrimonio. Quasi tutti (ti 95 per cento, dice don Pignata) sono sposati. «Per il fatto di essere sposati, la gente li sente più vicini. Quando il sacerdote parla al fidanzati per prepararli al matrimonio, questi possono pensare mah, cosa ne sa lui, che è prete? Le parole del diacono sono invece più convincenti Sovente è con lui che la gente parla più apertamente di certi suol problemi: della fi glia scappata di casa, del fi gllo che si droga, della moglie da ricoverare». Prova d'amore Quasi tre anni di preparazione per diventare diacono, ed è •obbligatorio l'assenso della moglie: scritto e ripetuto a voce in chiesa prima dell'ordinazione. Dice don Pignata: «E' un momento sempre commovente. In chiesa, davanti a tutti, 11 vescovo chiede alla moglie dell'aspirante diacono: lei è d'accordo? C'è quella emozionata, tutta tremante e con il batticuore, che riesce appena a dire si; quella che dice: è uno del giorni più belli della mia vita perché ho l'occasione di dare a mio marito una nuova prova d'amore». La signora Claudia è moglie del diacono Mario De Vito, vigile urbano, hanno quattro figli: «Eravamo cristiani che andavano a Messa e ci sembrava che bastasse. Poi abbiamo voluto approfondire cosa voleva dire essere veramente cristiani. Abbiamo seguito questa scuola di diaconato. Più che altro per un'istruzione religiosa, non è che Mario pensasse di diventare diacono.. Poi, a mano a mano che continuava la scuola, la cosa lo affascinava. Allora abbiamo preso la decisione assieme per vedere se era un passo che si poteva fare, e abbiamo deciso di si». Un si che impegna all'ubbidienza al vescovo. Un anno fa è stato chiesto al diacono ( Vincenzo Olivero di andare a Grange di Noie, paese cancvesano di 350 abitanti rimasto senza parroco, e di averne cura pastorale. Il primo caso della diocesi torinese, forse in Italia, di un diacono fisso in parrocchia. Il signor Olivero, sposato e con cinque figli, ha un lavoro di responsabilità alla Philips di Torino. Ha ubbidito, si è trasferl'to con la famiglia a Grange. Non ha lasciato il lavoro ed è un 'pendolare». La sera, il. sabato e la domenica, è a disposizione del parrocchiani di Grange. Benedizione delle case, già tre battesimi, due matrimoni e quattro sepolture, la comunione portata agli ammalati, la benedizione pasquale delle case, la domenica viene un parroco a dire Messa ma generalmente è lui che predica. Dice don Lino, parroco di None: «Ho sentito parecchia gente di Grange e penso che questa esperienza sia positiva. Il paese lo ha accettato, gli è affezionato». Cassa comune Nell'elenco dei diaconi della diocesi torinese ci sono dirigenti amministrativi e di banca, commercianti, avvocati, commessi, artigiani, insegnanti, infermieri, un can\toniere e un camionista, 11\spettore delle farmacie comunali e un capotreno. Dlvl'dono la giornata tra il lavoro e il diaconato, con la collaborazione delle mogli. Quelli iene hanno buoni stipendi contribuiscono a una cassa comune, che interviene per quel diaconi che fossero in .difficoltà. Dice don Pignata: «In certe case dove il prete non entra, entra il diacono. Lo ricevono come uno del loro. Questo, forse anche per la sua formazione, che è molto diversa da quella che riceve 11 sacerdote. Il seminario prepara nel prete un capo: un capo spirituale, ma un capo. Qui a Pianezza prepariamo un collaboratore, con spirito di umiltà e disponibilità». Qualli compiti del diaconi? Il documento che ha restaurato il diaconato parla di «animazione di comunità cristiane disperse». Non soltanto nelle parrocchie di montagna spopolate, ma anche nell'anonimato del grandi quartieri periferici. Possono amministrare il battesimo, conservare e distribuire l'eucarestia, celebrare l matrimoni, presiedere al riti funebri, benedire e predicare. Inoltre hanno impegni di natura caritativa: seguire i malati, i carcerati, gli handicappati, i vecchi, gli emarginati. Non tutti fanno tutto. Ci sono delle preferenze, quasi delle specializzazioni. L'avvocato Arturo Baudo di Chleri, diacono da due anni, dice: «Con mia.moglie visitiamo i genitori che devono battezzare i figli. Ho già battezzato un centinaio di bambini. Mal mi sono capitati matrimoni o funerali. Tante volte la predica domenicale». Dice la signora De Vito: «Mario non è un gran parlatore. Se gli viene chiesto di parlare agli sposi o a un battesimo lo fa, ma questo accade raramente. Mario è più per 1 malati, andare nelle case dove ci sono ammalati, a loro disposizione. E' 11 che sente veramente di essere diacono». Cioè, di servire. Luciano Curino