Sbarco contro Stalin

Sbarco contro Stalin A NARVIK, LA STORIA MANCATA Sbarco contro Stalin «Forse la storia europea e mondiale sarebbe stata del tutto diversa». Me lo dice un diplomatico norvegese che assiste con me alla proiezione di un film, esemplarmente asciutto e obiettivo, senza una sbavatura retòrica, prodotto dallo stato maggiore norvegese sulla campagna di guerra a Narvik, nell'aprile-giugno 1940. E si riferisce alla possibilità che nel febbraio-marzo di quell'anno si svolgesse lì, proprio a Narvik, lo sbarco di un corpo di spedizione franco-inglese destinato a sostenere lo sforzo prolungato e coraggioso della Finlandia aggredita dall'Unione Sovietica fin dall'autunno 1939, quasi sulla scia del patto nazi-sovietico clic tanto aveva contribuito ad abbattere la Polonia, a cancellarla dalla carta geografica. Quel diplomatico cita Reo-, sevelt. «Il presidente americano ricordava con un senso di sollievo quel contrattempo — l'armistizio russo-finlandese del marzo 1940, bruciò per pochi giorni lo sbarco alleato — che aveva impedito di realizzare un piano insensato: mandare forze anglofrancesi contro l'Urss avrebbe voluto dire consolidare l'intesa fra Berlino e Mosca, spezzare ogni superstite dialogo fra Russia e Inghilterra, avviare un fronte contemporaneamente antisovietico e antinazista. Mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo, Hitler e Stalin». Siamo a Narvik, nei primi giorni di ottobre. Un piccolo albergo, il migliore della città, ma con la discrezione e la sobrietà che caratterizzano questa straordinaria democrazia scandinava, senza orpelli, senza pompe, dove il re va in bicicletta, dove non esistono scorte, dove gli uomini politici si avvalgono dei mezzi pubblici e si mescolano alla gente. La città, o meglio la cittadina di Narvik — 20.000 abitanti, forse meno che più —, conserva l'orgoglio di quella che è stata la sola vittoria alleata dell'intero 1940, la riconquista delia-città, il 28; faggio di quell'anno, ad opera di forze noófègcsi, ftàncesj,^g}4si^wtlacche, uno spaccato del bloc-co che vincerà la guerra antinazista. E chi aveva quattordici o quindici anni nel 1940 ricorda l.i centralità di quel nome perfino nei giornali italiani ancora «non Delligeranti»: le due battaglie navali, entrambe vinte dagli alleati, gli otto caccia- torpedinieri tedeschi affondati in una sola volta, il 13 aprile, l'alternarsi, per due mesi e più, di notizie contraddittorie che smentivano, per la prima volta, la «Blitzkrieg» di Hitler, che aprivano spie singolari su un popolo che resisteva all'aggresione, su un re che non si piegava ai tedeschi e neanche riparava all'estero, su un esercito minuscolo che combatteva contro un gigante(un po' la stessa sensazione di qualche mese prima fra Mosca ed Helsinki). Ho chiesto io di comprendere questa tappa nel viaggio ufficiale in Norvegia: prima di Tromsoe, al di là del Grcolo Polare Artico, punto di congiunzione fra cultura artica e cultura europea, estremo ridotto della penetrazione cristiana in quelle terre fin dalla metà del Duecento. Voglio ricostruire quell'intera parabola, serbata in una documentazione che ispira più di un museo locale, e ritorna in una. specifica «mostra permanente» dedicata alle glorie della campagna: anche questa mostra riservata, non urlante, senza cataloghi, con un ciclostile di tutti gli oggetti esposti e ricuperati. Incontro parecchi studiosi; all'Università di Tromsoe approfondisco il discorso. Sì: il tentativo di sbarco alleato a Narvik ci fu, e come! Doppio obiettivo: per gli inglesi tagliare la «via svedese» dei minerali di ferro che tanto serviva (e servirà) alla Germania nazista, snidare la Svezia dalla sua impaurita neutralità, dfatto complice con Hitler. Per i francesi: colpire insjeme Germania e Unione Sovietica, rispondere al patto nazisovietico (i comunisti franceserano arrestati in quegli stessmesi nella Terza Repubblicala guerre des papillons), creare un altro fronte che alleggerisse o deviasse la temuta offensiva nazista sulla superba impotente «linea Maginot»affidata alle incerte mani degenerale Gamclin. Quattro mesi di riunioni,' inutili, a riguardarle oggi quasi grottesche, fra Londra e Parigi, Dal dicembre 1939 al marzo 1940. Un giorno sì alla spedizione verso il Nord della Norvegia; il giorno dopo no. In Francia preparati di tutto, punto gli Chasseurs Alpins, che! proprio a Narvik saranno guidati, ma solo più tardi, fra maggio e giugno 1940, dal ge:' neralé Bcthouart (molta Legione Straniera, associata a molti polacchi del generale Anders: gli uni e gli altri combattenti eccezionali). In Inghilterra disposte varie flotte, mai partite o mai arrivate. : * * Gli inglesi, preoccupati di rompere con l'Urss, come la Casa Bianca. I francesi, guidati ancora da Daladier, ansiosi al contrario di sfidare Mosca, di liquidare i postumi del Fronte popolare in Francia, per un complesso di motivi di bottega domestica assai più che di visione europea. E la Finlandia, per un momento, al centro di un nuovofronte di solidarietà che comprendeva la Francia, con minor convinzione l'Inghilterra, l'Italia di Mussolini (che manderà 24 aerei sul fronte finlandese antirusso), il Belgio, l'Olanda, la Danimarca, i potenziali e prevedibili bersagli di Hitler. Uno schieramento che non reggerà a nessuna prova, anche per la sua eterogeneità. In Francia una sola voce dissidente: l'ancora colonnello De Gaulle. Ostile a qualunque rottura con Mosca. L'armistizio fra Mannerheim e Stalin sul fronte finni-co colse all'improvviso gli alleati franco-inglesi, il 13 marzo 1940, così come l'invasione della Norvegia da parte di Hitler il 9 aprile, l'«operazione Weser». Nel primo caso bloccato lo sbarco; nel secondo annullata la disseminazione di mine, il «pian Royal Mari/ie», che doveva isolare la Norvegia dal mondo (e offrirà solo pretesti all'aggressione hitleriana). Nell'un caso' c nell'altro:fallimento assoluto dei servizi E le conseguenze? La crisi di governo in Francia: Daladier messo in minoranza dal Parlamento, nervoso e inquieto, per non avere aiutato la Finlandia. Chiamato alla presidenza Paul Reynaud: e alla Difesa, in funzione di contrappeso paralizzante, lo stesso Daladier, La crisi di una democrazia che si consumava; l'impreparazione dell'Inghilterra di Chamberlain — ancora al potere — che toccava il suo acme. Sarebbe troppo dire che nel '39;'40 la Norvegia avesse capito la tragedia europea che avanzava. Neutralista fino allo spasimo; poco armata; incline a cedere a tutte le pretese di Hitler; indifferente alle manovre di Quisling (un partito con l'I per cento nel Paese, non rappresentato nel Parlamento); diffidente dell'Inghilterra talvolta più che della Germania. Convinta di essete una Svizzera invulnerabile. Una illusione che è scomparsa per sempre dalla vita di questo Paese. Che i membro della Nato, dalle origini dell'alleanza atlantica, dal 1949. Con l'orgoglio di una storia millenaria; ma anche con le autonomie inseparabili da tale orgoglio. Accetta solo forze al leate per le esercitazioni periodiche. E fra tutti preferisce i nostri alpini. Giovanni Spadolini