Due avvocati: «Il pm dice il falso»

Due avvocati: «11 piti dice il falsa» Neppure il processo-bis delle tangenti risparmia colpi a sorpresa in aula Due avvocati: «11 piti dice il falsa» 1 difensori di Enzo Biffi Gentili e Scicolone hanno querelato anche il capitano dei carabinieri Muggeo - «Non hanno detto tutta la verità su come è partita l'inchiesta» L'obiettivo è di far dichiarare nulle le intercettazioni telefoniche - Oggi replica il pm Il pubblico ministero Giorgio Vi tari e 11 capitano dei carabinieri Pasquale Muggeo non hanno detto tutta la verità su come è partita l'in-, chiesta per lo scandalo tangenti e alcuni atti da loro' compiuti sono falsi: la pesante accusa è stata sostenuta' ieri in aula dagli avvocati Alberto Mittone e Carlo Stria-! no. difensori di Enzo Biffi Gentili e Libertino Scicolone. Questi ultimi hanno presentato querela di falso contro il pm e l'ufficiale del carabinieri. L'obiettivo vero dell'attacco sferrato dai legali sono le intercettazioni telefoniche: se sono falsi gli atti che le autorizzarono a maggior ragione vanno dichiarate nulle le' telefonate. Il colpo di scena, pur premi- ; mmciato nel giorni scorsi' dall'avv. Mittone, ha colto, tutti di sorpresa: Muggeo era già stato accusato di falso nel primo giudizio saltato poi a maggio, la novità è l'attacco improvviso contro Vitarl. Oggi toccherà a quest'ultimo replicare, poi il tribunale (pres. Cirillo, giudici a latere Rossottl e Oartosio, cane. Orfanelli) dovrà affrontare In camera di consiglio il nuovo scoglio. Per capire la tesi dei due legali, in parte sostenuta nel primo processo, occorre rifarsi all'inizio dell'Inchiesta. Si comincia il 24 gennaio '83 con la denuncia al, pm Vitarl di Antonio Deleo, l'ingegnere della società Intergraph. Il 37 gennaio il sostituto procuratore trasmette «per indagini c rapporto- la deposizione di Deleo al capitano Muggeo. Il giorno dopo, i carabinieri inviano alla Procura un rapporto con la richiesta di'Intercettazioni: in esso si parla di «accertamenti, di elementi che ipotizzano il reato di peculato-. Sempre 1128 gennaio il dott. Vitari firma il decreto di autorizzazione a mettere sotto controllo 11 telefono di Zampini. Nel primo processo l'avv. Vittorio Chiusane allora difensore di Enzo Biffi e Scicolone, aveva sostenuto: «Non è vero che furono fatte indagini. In quel rapporto si dice il falso-. Il tribunale rispose di no: Muggeo compi vari atti di polizia giudiziaria, identificò Zampini, le sue società, le sue attività. Ma Chiusano e Mittone avevano scoperto altre incongruenze: «Ci risulta che il Zi gennaio qualcuno si fece rilasciare alla Camera di commercio una visura su Zampini. Era il capitano Muggeo?-. L'ufficiale aveva ribattuto: -Può darsi-. Ieri Mittone e Striano si sono spinti più in là. Mittone: «il rapporto di Muggeo e il decreto di Vitari sono stati scritti con là stessa macchina (lo aveva sostenuto nel primo processo anche l'avv. Chiusane ndr). Lo ha confermato un esperto. Uno dei due documenti è falso almeno per quanto riguarda il luogo-. In pratica Muggeo scrive sul foglio «sono a Venaria-, mentre in realtà si trova In Procura Ancor piti grave, per la difesa, è la «scomparsa» della prima pagina dal brogliaccio dei carabinieri sulle intercettazioni: si parte dalla quinta telefonata annotata sul' secondo foglio. Chi ha strappato la prima pagina con le indicazioni sulle prime 4 telefonate? Dov'è finita? Il dubbio: forse 11 telefono di Zampini è stato messo sotto controllo prima del decreto di autorizzazione delle Intercettazioni? E ancora. La data sulla lettera con cui Vitari trasmette la rienuncia Deleo a Muggeo sarebbe falsa: prima c'era scritto 28 poi qualcuno ha corretto l'8 In 7. Cosa vuol dire? Tutti questi documenti Getterà a Muggeo, rapporto di questi e autorizzazione di Vitarl) sono stati stilati la stessa mattinata? In altre parole, secondo t legali, in via Tasso sarebbe stata organizzata una trappola per inchiodare gli imputati. Le accuse piti pesanti, anche per il tono usato, partono dall'avv. Striano, di Roma, che attacca senza mezzi termini Vitarl e lo stesso tribunale «reo« di aver respinto l'eccezione sulle intercettazioni telefoniche: -Il pm, lo ha ammesso, per non mandare le comunicazioni giudiziarie è ricorso ad un trucco permesso dalla legge. Noi pensiamo di no. L'altro giorno il tribunale ha respinto l'eccezione sulle telefonate ritenendo che è sufficiente il sospetto per disporle. Tra centinaia di sentenze di segno opposto, l'ordinanza e quasi un 'unicum': c'è un solo precedente, la sentenza sul boss della camorra Nuvoletta-. Oggi, dopo la replica di Vitari, il tribunale deciderà la spinosa questione. I giudici hanno due strade: se dichiarano manifestamente infondata la denuncia di falso, il processo va avanti; in caso contrarlo, il procedimento verrebbe sospeso. Nino Pietropinto . Gli avvocali Carlo Striano e Alberto Milione (in piedi) Gli

Luoghi citati: Roma, Venaria