Arrestato De Cecco, patron della pasta
Arrestato De Cecco, patron della pasta Pescara, l'accusano di evasione fiscale ma ha ottenuto subito la libertà provvisoria Arrestato De Cecco, patron della pasta DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PESCARA — L'amministratore delegato del Pescara Calcio e della società Molini e pastificio De Cecco con stabilimenti nel capoluogo adriatico e Fara S. Martino (Chleti), Filippo De Cecco, 41 anni, è stato arrestato per evasione fiscale e, dopo 24 ore, rimesso in liberta provvisoria. Uomo d'affari noto per l'eccezionalità della pasta alimentare che produce nei suol stabilimenti e per 11 ruolo che svolge dal 1974 in seno alla società blancazzurra, è stato bloccato da tre carabinieri in borghese negli spogliatoi dello stadio Adriatico, al termine dell'incontro di domenica, disputato e vinto per 3-0 dal Pescara contro 11 Genoa. Le sue aziende hanno un fatturato di 100 miliardi l'anno e producono tremila quintali di pasta al giorno: la maggior parte della produzione finisce negli Usa. De Cecco è finito in questa inchiesta per un fattura di die¬ ci milioni ricevuta da un coimputato (11 giornalista Oiannl Lussuoso) di cui aveva pagato l'Iva. L'arresto di De Cecco, reso noto ieri mattina dal carabinieri che hanno agito in base ad un ordine di cattura emesso dal sostituto procuratore Nino Calabrese, è il primo sviluppo clamoroso dell'inchiesta che la procura di Pescara sta effettuando nel campo delle evasioni fiscali e che ha già fatto altre vittime illustri. Venerdì, infatti, in carcere è finito Lussuoso, giornalista professionista, titolare e direttore a Pescara di un settimanale diffuso in Abruzzo, di alcune emittenti radiofoniche e di una casa editrice, la •Olra». E subito dopo anche un piccolo industriale, Sergio Manzoll, 45 anni, produttore di sollevatori pneumatici. Mentre domenica mattina all'alba in carcere sono finiti l'amministratore di una ditta che costruisce'ascensori, Ple- tro Delgrosso, 44 anni, Sebastiano Marconetti, 39, rappresentante di commercio, e Giuseppe Taborre, titolare di un laboratorio artigiano per la lavorazione del ferro. Anche questi tre hanno ottenuto la libertà provvisoria. Probabilmente, non sono i soli a dover dare spiegazioni alla magistratura del loro •rapporto» con il fisco. Sembra, infatti, siano un centinaio 1 titolari di aziende delle quali l'Ufficio Iva, la Guardia di Finanza, i carabinieri e la magistratura stanno controllando 1 rapporti con gli uffici fiscali. Perché tutti gli arrestati devono rispondere di evasione fiscale. Un'evasione che si concretizzava con Gianni Lussuoso che emetteva le fatture false o gonfiate e gli industriali che, accettandole, le trascrivevano sui propri registri contabili per azzerare o ridurre 1 debiti con 11 fisco. Il giro d'affari tra Lussuoso, che vendeva pubblicità per i. suoi' periodici o per le sue testate radiofoniche, e gli industriali ammonterebbe a oltre 125 milioni di lire, limitatamente all'evasione fiscale. Il giro si è scoperto quando alcuni ispettori dell'Ufficio Iva, con un controllo Incrociato, hanno stabilito che l'e- ditore-glornallsta nel propri registri contabili annotava fatture con cifre molto basse, mentre agli industriali ne consegnava altre con cifre maggiorate, da capogiro. Lussuoso e Manzoli, in base a quanto si è saputo, sono già stati interrogati. Per gli altri il colloquio con 11 magistrato inquirente è previsto al massimo per la mattinata di ieri in quanto non sono improbabili sviluppi e comunque è prevista la concessione della libertà provvisoria a qualcuno degli inquisiti. Questa inchiesta in materia di evasione fiscale non è la prima che si svolge a Pescara. Nel mese,di settembre ne è partita una a carico di un costruttore edile di Montesllvano, Raffaele Di Giovanni, che con la complicità di una decina di piccoli imprenditori, anche loro operanti nel campo dell'edilizia, avrebbe evaso 11 fisco per circa due miliardi di lire. Antonio Buccilli Filippo De Cecco
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