Il piede fuori casa di Arrigo Levi
Il piede fuori easa Il piede fuori easa (Segue dalla 1* pagina) . nello straordinario sviluppo dei nostri aiuti al terzo mondo, voluto da radicali, cattolici, socialisti. Ma proprio questo moltiplicarsi d'interessi ed iniziative, e la stessa esistenza di un così largo consenso sulle scelte di fondo, hanno facilitato l'emergere di indirizzi e tattiche contrastanti, mentre trovavano più spazio le personalità più forti: prima Colombo, poi Andrcotti, Spadolini, Craxi. Ciò non è necessariamente un male. Ma questa più larga e coraggiosa politica estera soffre di altri difetti, vecchi e nuovi. II primo è la eccessiva strumentalizzazione della politica estera per giuochi partitici interni: ciò è meno frequente in Paesi di più grande tradizione. Il secondo e più grave è lo scollamento tra le varie sedi in cui si fa politica estera — Palazzo Chigi, Farnesina, Difesa — come tra i diplomatici e i politici. Il terzo, conseguenza dei precedenti, è il rischio di cadere in discontinuità ed improvvisazioni. Si alternano così a documenti eccellenti, come quello pentapartito incluso nella mozione di fiducia al Senato, o come il discorso del 4 novembre dell'on. Craxi, in apertura di dibattito, inizia live estrose, che hanno gettato 10 scompiglio nell'alleanza cinque e portato al disastro i nostri rapporti con Israele. Il risultato è stato di compromet tere un disegno negoziale mediorientale concepito corretta mente, ma oggi viziato da inu tili parzialità (come si fa a di mcnticare che l'occupazione è 11 frutto delle guerre subite da Israele e che l'Egitto, riconoscendo Israele, ha riavuto tut to?) e da errori tattici: giacché non favorisce la «conversione» di Arafat offrire proprio ora giustificazioni a quei palestinesi che professano la violenza e il terrorismo. E' insomma urgente perfezionare gli strumenti operativi indispensabili per una politica estera giustamente ambiziosa: ben al di là della semplice istituzione dì un pur necessario «centro di gestione delle crisi». In questa fase, confusa ma vitale, della nostra politica estera, sarebbe peccato sprecare per errori veniali le occasioni che ci si offrono. Arrigo Levi
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